William Bonin, la storia del serial killer

Nome Completo: William Bonin

Soprannome: Freeway Killer

Nato il: 8 gennaio 1947

Morto il: 23 febbraio 1996

Vittime Accertate: Processato per 14, sospettato per oltre 30

Modus Operandi: Stuprava, torturava e uccideva giovani maschi bianchi.

Ultimo aggiornamento del dossier: 20 agosto 2015



William Bonin: l'infanzia e adolescenza

William Bonin è un classico esempio dei gravissimi guasti che abusi, mancanza di affetti e altre esperienze negative possono provocare su qualsiasi essere umano, a prescindere da razza, sesso e altre variabili di questo tipo.
In un sistema evoluto, dove i diritti non vengono garantiti solo sulla base di un evento casuale come la nascita, ai genitori di Bonin sarebbe forse stato proibito legalmente di procreare.
Il padre era un etilista dedito al gioco d'azzardo, passione questa che lo ha portato a scommettere (e perdere) la stessa casa nella quale viveva, mentre la madre era la figlia di un noto pedofilo, che aveva avuto precedenti problemi con la legge proprio a causa dei suoi appetiti sessuali nei confronti dei bambini. Il nonno di Bonin aveva stuprato più volte, in giovane età, sua figlia.

William Bonin cresce quindi in un ambiente molto violento e anaffettivo, con il padre che alterna colossali bevute a momenti di violenza nei confronti dei figli e una madre assente, che trascorre tutto il tempo libero a giocare a bingo, lasciando i figli sotto la custodia del nonno il quale, potete immaginare, non ha la minima esitazione nel violentare e maltrattare ripetutamente il nipote.

Caso da manuale, Bonin segue l'iter classico, finendo con l'avere problemi con la legge in giovanissima età e viene recluso in riformatorio a soli sette anni, per furto.

Il riformatorio completa i già terribili danni provocati dalla famiglia.
Sadismo e stupri da parte dei compagni più grandi, "disciplina" mantenuta dagli insegnanti con metodi quali percosse e immersioni nell'acqua ghiacciata: quando un anno dopo William viene messo in libertà è già pronto per replicare la catena della violenza sul suo fratellino e su altri bambini del vicinato.


William Bonin: l'esercito e il Viet Nam

William Bonin continua nel suo percorso di avvicinamento allo status di serial killer con un'altra tappa molto frequente: il servizio nell'esercito.

Il ragazzo, inquieto e poco portato agli studi, si arruola e viene mandato in Vietnam dove colleziona ben 700 ore di missione come mitragliere a bordo di elicottero. Gli viene persino data una medaglia e l'esercito lo congeda con onore, salvo poi scoprire che mentre era in servizio stuprava dei giovani, minacciandoli con le armi.

Dopo il congedo William è pronto, non gli rimane che trasferirsi dal Connecticut alla California, uno degli stati più "ospitali" per i serial killer.


William Bonin: Kalifornia Dreaming

Le prove generali nel 1969. Bonin viene arrestato per cinque episodi di violenza su minori: offriva passaggi a dei ragazzi, li ammanettava e quindi li sodomizzava.
Schiva la prigione e viene mandato in clinica psichiatrica dove gli diagnosticano uno stato maniaco depressivo e non meglio determinate ferite in un'area del cervello preposta a controllare gli impulsi violenti.

Non si capisce bene che tipo di cura gli venga somministrata, fatto sta che quando William, cinque anni dopo, viene rilasciato dall'ospedale è un pedofilo fatto e finito che ha imparato due o tre cose sull'esigenza di prestare maggiore attenzione alla legge.

L'ultimo giro di vite prima di oltrepassare la sottile linea nera risale al 1975: Bonin offre un passaggio a un quattordicenne e procede quindi a violentarlo, minacciandolo con una pistola.
Lo stupro ben presto si trasforma in qualcosa di più serio e definitivo: l'uomo comincia a serrare la gola del ragazzo usando la maglietta come corda.
Ma vi è ancora un sottile velo da strappare: il ragazzo, piangendo, implora pietà e pietà il buon William concede.

La vittima, liberata, denuncia il tutto e William finisce dietro le sbarre per tre anni.


William Bonin: dopo la prigione

Nonostante i vari trascorsi le autorità non collegano i dati e William Bonin viene liberato un'altra volta. Ne esce con la convinzione che non lascerà mai più in vita le sue vittime.

Ora serve solo un'ultima spinta, quella che darà al futuro serial killer la sensazione di onnipotenza.

E la spinta arriva nemmeno un anno dopo la sua scarcerazione: Bonin viene beccato in flagrante dalla polizia mentre stupra un ragazzo.
Viene nuovamente arrestato ma, per qualche incredibile colpo di (s)fortuna (scambio o smarrimento di documenti legali) viene rilasciato in attesa del processo.
Ciò fa sentire Bonin intoccabile e l'uomo non si presenterà in corte il giorno del processo, scomparendo nel sottobosco criminale di Los Angeles.


William Bonin: Freeway Killer (il Killer dell’Autostrada)

I tempi sono maturi per la nascita dell'assassino seriale che sarà conosciuto col soprannome di Freeway Killer (il killer delle autostrade), responsabile di un numero imprecisato di morti, fra le 14 e le 36 vittime in pochi anni di attività.

Attività che, invece, esula dallo schema normale dei killer di questo tipo, in quanto Bonin usa di volta in volta collaboratori occasionali o meno, che diventano suoi complici sia nelle violenze che negli omicidi.
Collaboratori che, pescati nell'ambiente criminale dove Bonin si rifugia, meriterebbero capitoli a parte perché troviamo tipi interessanti come Vernon Butts, che affermava di essere un potente negromante e aveva l'abitudine di dormire dentro una bara.

Il modus operandi di Bonin è piuttosto semplice: percorre le strade di Los Angeles e dintorni fermandosi a raccogliere prostituti e giovani autostoppisti che in seguito immobilizzerà, stuprerà, torturerà e ucciderà, lasciando poi, spesso, i cadaveri a bordo strada.

Questo killer ha un target ben preciso e con un range di età molto basso, dai 12 ai 18 anni e le autorità ebbero non pochi problemi a indagare sui casi perché in quegli anni da quelle parti operavano ben tre serial killer diversi che spartivano più o meno lo stesso modus operandi e target, rendendo mortali le strade della contea di L.A. e mietendo un totale di oltre 130 vittime.


L'estate infernale del 1979

L'inferno si accende in agosto 1979.
William Bonin e Vernon Butts, a bordo di un furgoncino verde oliva, offrono un passaggio a uno studente tedesco in vacanza studio in California, Marcus Grabs, 17 anni. I due lo sodomizzano, lo picchiano violentemente e quindi gli rifilano ben 70 coltellate, oltre a soffocarlo con una corda. Ne abbandonano quindi il cadavere a Malibu.

Tre settimane dopo tocca a Donald Hyden, un quindicenne gay che viene ritrovato strangolato e con la gola tagliata. Segni di stupro e una castrazione completano il quadro: i due sono ormai scatenati e l'uno fomenta la follia dell'altro, generando una vera e propria escalation criminale.

Il 12 settembre tocca a David Murillo: stuprato, testa sfondata con una barra di ferro e infine strangolato per sicurezza.


William Bonin: cambio di partner

Ci sono quindi alcuni mesi di intervallo e si riprende quindi a dicembre, con Fran Fox, 17 anni, ritrovato in condizioni similari a quelle delle altre vittime.

Passano poche settimane e Bonin cambia "compagno di merende": è l'inizio di febbraio e lui e Gregory Matthew Miley fanno salire a bordo del furgone un quindicenne, Charles Miranda. Solita trafila: stupro (anche se Miley non riesce a combinare molto a livello di penetrazione e allora, infuriato, usa qualche oggetto) e quindi soffocamento con la maglietta attorno al collo, infine scarico del cadavere a lato strada.

Al duo la "bravata" è piaciuta così tanto che offrono un bis nella stessa giornata, toccando uno degli abissi in una carriera già ctonia di suo.
James McCabe è un ragazzino le cui uniche colpe erano la fiducia negli altri e la voglia di andare a Disneyland a spassarsela un po'.
Il passaggio che i due gli offrono gli pare gran cosa e accetta.
Peccato si tratti di un passaggio al camposanto: i due stuprano e quindi uccidono il ragazzo, rubandogli persino i 6 dollari che aveva, usati poco dopo per comprarsi qualche panino.
Uccidere mette appetito. Dio è nei dettagli.


William Bonin: 1980, l'inizio della fine

Marzo 1980 è un mese di turni duri per William Bonin, ormai diventato uno stakanovista della tortura, che nel giro di una ventina di giorni priva del peso della vita terrena ben 4 ragazzi, sempre con lo stesso modus operandi.

Segue un aprile parimenti intenso, 3 vittime di cui una ritrovata con segni di tortura particolarmente devastanti: Darin Lee Kendrick, 19 anni, presenta gravi bruciature derivanti da ingestione forzata di cloralio (un composto chimico che reagisce con l'acqua per formare l'idrato di cloralio, una volta usato come sedativo e ipnotico) e, tanto per abbondare, un punteruolo da ghiaccio infilato in profondità nell'orecchio destro.

La polizia brancola nella luce del sole californiano, ma i tempi sono maturi e l'arresto fortuito di un ladro d'auto, tale William Pugh, porta a una confessione: il colpevole descrive Bonin, asserendo che una volta aveva accettato un passaggio da questo tizio che non la finiva di vantarsi di essere il Freeway Killer.

La polizia comincia a interessarsi a Bonin che, nel frattempo, non rimane certo con le mani in mano e continua a massacrare ragazzi in giro.

Il 2 giugno 1980 tocca Steven Wells, 19 anni: per l'occasione Bonin sfrutta l'aiuto di un amico mentalmente ritardato, tale James Munro.
I due poi portano il cadavere a casa di Vernon Butts che consiglia loro di sbarazzarsene buttandolo in giro come al solito.

Il Freeway Killer se la cava per una manciata di minuti, portando via il cadavere dalla propria casa verso quella di Butts proprio poco tempo prima che il dipartimento di polizia di Los Angeles inizi a sorvegliare il suo domicilio.
Comunque è ormai questione di pochi giorni.


William Bonin: l'Arresto

Le forze dell'ordine tengono sotto controllo William Bonin per circa una settimana e l'assassino seriale rimane tranquillo per un po' ma alla fine non resiste al bisogno di violenza e stupro ed esce a caccia.

Viene scoperto e arrestato in flagranza di reato dagli agenti mentre sodomizza un quindicenne.
Accanto a lui, pronti all'uso, corda e nastro adesivo identici a quelli usati su molte altre vittime e anche un taccuino con vari appunti e storie sul Freeway Killer.

Bonin non regge, tutto crolla e sia Butts che Munro vengono arrestati poco dopo.

Bonin prova, senza molto sforzo, a dare la colpa a Butts ma nessuno crede a questa versione e infine William confessa 21 omicidi.


William Bonin: il processo e la vita in carcere

Il processo che segue stranamente è molto breve e la giuria emana ben presto una sentenza di morte nei confronti del killer mentre Butts non intende aspettare il processo e abbandona la valle di lacrime impiccandosi nella cella.

Munro e Miley, invece, sono ancora dietro le sbarre, con poche possibilità di uscirne a breve.

Bonin verrà giudicato colpevole per 14 dei 21 omicidi ammessi, ai quali si dovrebbero aggiungere altri 15 per i quali è fortemente sospettato dalla polizia.

Processo breve ma conseguenze lunghissime, con Bonin che usa ogni trucco possibile per rimandare la pena di morte e fra appelli e ricorsi accumula ben 16 anni di permanenza in carcere prima che, il 23 febbraio 1996, gli venga fatta l'iniezione fatale.

16 anni che hanno permesso a Bonin di scrivere libri e organizzare mostre dei suoi dipinti astratti, oltre al togliersi lo sfizio di continuare a far male alla gente (durante una telefonata ai genitori di una delle vittime confessò loro che si era molto divertito con il loro figlio perché "era un gran urlatore").

16 anni durante i quali, per la solita svista, la famiglia di Bonin ha continuato a incassare i soldi della pensione di invalidità del killer, comprandosi una casa.

16 anni, infine, durante i quali alcuni genitori delle vittime non hanno saputo chi fosse il reale responsabile delle morti dei loro figli e difficilmente potranno mai saperlo.

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