Due figli, divorziato, pochi amici, la vita di Vlado Taneski era tristemente simile a quella di milioni di uomini attaccati al loro lavoro e consumati da esso.
Un particolare la rendeva un poco diversa dalle altre: il rapporto tormentato dell'uomo con la madre, recentemente scomparsa.
Una relazione difficile e pesante, che forse nel tempo ha consumato i freni inibitori di Taneski, liberando il mostro che covava dentro di lui fin dai tempi dell'infanzia.
L'uomo, secondo gli investigatori, sceglieva le sue vittime seguendo uno schema ben preciso: "selezionava" solo donne che assomigliassero all'ingombrante e oppressiva mamma.
Signore anziane, scarsamente istruite, che avevano lavorato (o lavoravano) come donne delle pulizie, residenti a Kicevo.
Esattamente come sua madre.
Il giornalista killer non confessō mai i tre omicidi nč fece in tempo ad attribuirsene altri (si sospetta che le sue vittime siano state ben pių delle tre ritrovate).
Due giorni dopo il suo arresto e incarceramento venne infatti ritrovato morto nella sua cella, con la "testa immersa in un secchio pieno d'acqua".
La Polizia parla ufficialmente di "suicidio", ma il dubbio che Vlado Taneski (cosė come altri serial killer prima di lui) sia stato ucciso da un compagno di prigione (o da qualche secondino) serpeggia tra molti, poliziotti compresi.
I due uomini incarcerati ingiustamente per l'omicidio di Mitra Siljanovska attendono ora di essere completamente scagionati e risarciti dallo stato per i tre anni passati in prigione.
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