Tsutomu Miyazaki (pagina 4)

Tsutomu Miyazaki: altre lettere e il quarto omicidio
La mattina del 6 febbraio 1989 il padre di Mari Konno, trovò un pacchetto vicino l’ingresso della sua casa. All’interno c’era della polvere (residuo di una cremazione), alcuni frammenti ossei, dodici denti da latte, delle foto di biancheria intima femminile ed una lettera: "Mari. Ossa. Cremate. Investigate. Prove".

Per confezionare il macabro regalo, Miyazaki era tornato sulla scena del crimine e aveva recuperato ogni traccia. Successivamente la famiglia Konno ricevette un’altra lettera: "Prima che me ne rendessi conto il suo corpo stava diventando rigido. Volevo incrociargli le braccia sul petto ma non riuscivo a muoverle. Ben presto numerose macchie rosse si manifestarono su tutto il corpo, rassomigliavano a dei timbri. Sembravano tante bandiere giapponesi. Prima pareva rigido, ma ora sembrava come se fosse gonfio d'acqua. E puzzava. Puzzava tremendamente come mai nella vostra vita abbiate sentito."

L’1 giugno del 1989 l’assassino si era fermato a guardare delle ragazzine che giocavano vicino una scuola elementare, ma notato da alcuni passanti, decise di allontanarsi in fretta.
Cinque giorni dopo, il 6 giugno, tornò a colpire. Ayako Nomato, cinque anni, stava giocando da sola, quando venne attirata da Miyazaki, il quale le chiese di posare per alcune fotografie, alcune all’esterno, altre all’interno dell’auto. Per invogliarla a salire, il mostro le offrì dei dolci, ma la bambina, viste le sue mani, espresse un commento poco gradito al suo aggressore, innescando involontariamente il meccanismo omicida. Una volta uccisa la bambina, Miyazaki questa volta decise di lavorare nella sua casa, lontano da occhi indiscreti. Durante il tragitto si fermò a un video center per noleggiare una videocamera. Giunto nella sua abitazione depose il corpo della bambina su un tavolo, la spogliò e mentre filmava il cadavere si praticò dell’autoerotismo. Due giorni dopo il corpo della bambina cominciò a putrefarsi, allora Miyazaki le tagliò la testa, le mani e i piedi, in modo tale da rendere irriconoscibile il corpo. Le parti amputate furono bollite e mangiate. Le ossa residue furono occultate in un bosco.

Ma la carriera del mostro era finita. Le ossa dell’ultima vittima furono rinvenute.

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Dossier scritto da:
Alessandro Nespoli

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