Tsutomu Miyazaki: i primi 3 Omicidi
Il primo omicidio di Tsutomu Miyazaki fu commesso in un pomeriggio d’agosto del 1988. La piccola Mari Konno, di soli quattro anni era uscita per andare a giocare con una compagna, ma verso le undici di sera non era ancora rincasata. Il padre, allarmato dal ritardo della bambina, aveva avvisato la polizia. Più o meno nello stesso momento, Tsutomu stava strangolando la sua vittima per poi abbandonare i resti su di una collina.
Sei settimane più tardi il mostro notò Masami Yoshizawa, sette anni. Giunti non poco lontano da dove era stata seppellita Mari, Masami venne brutalmente strangolata. Dopo averla uccisa Miyazaki abusò sessualmente del cadavere. Il corpo della bambina si mosse, a causa una normale contrazione post mortem, ma l’assassino, in preda al panico si spaventò, abbandonando il corpo, che rimase insepolto.
La terza vittima, Erika Namba, seguì, come da copione, la stessa sorte delle due precedenti. Attirata in macchina, non si sa con quali profferte, Miyazaki la convinse a spogliarsi sul sedile posteriore della sua macchina per farsi fare delle fotografie. Ma la bambina capì di essere in pericolo e iniziò a piangere. Allora l’assassino le saltò addosso e la schiacciò con tutto il suo peso, soffocandola. Una volta uccisa, avvolse il corpo in un panno e lo mise nel bagagliaio dell’auto. Giunto in un bosco, il cadavere della ragazzina e i suoi vestiti furono occultati.
Ma stavolta il corpo della bambina venne rinvenuto il giorno seguente e gli inquirenti capirono subito che i tre casi (due sparizioni e un delitto) Konno-Yoshizawa-Namba, erano collegati fra loro. Ad avvalorare questa tesi, c’era il fatto che tutte le famiglie delle bambine scomparse, erano state fatte tutte bersaglio di telefonate mute e di strane cartoline, lasciate sulla porta di casa. Una delle più inquietanti fu quella recapitata alla famiglia Namba, composta da caratteri ritagliati dai giornali: "Erika. Tosse. Gola. Riposo. Morte".
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