Theodore Kaczynski, la storia del serial killer

Nome Completo: Theodore Kaczynski

Soprannome: Unabomber

Nato il: 22 maggio 1942

Morto il: 10 giugno 2023

Vittime Accertate: 3 (numerosi ferimenti)

Modus Operandi: Bombarolo

Ultimo aggiornamento del dossier: 20 agosto 2023


Un genio, uno studente dotatissimo, il frutto di una delle migliori università americane trasformatosi in poco tempo in mela bacata con un unico obiettivo in testa: sovvertire l'ordine consolidato delle cose. Questo è stato Ted Kaczynski, conosciuto per anni solo col soprannome di Unabomber.


Unabomber: l’infanzia

Theodore Kaczynski nasce a Chicago, il 22 maggio 1942, da genitori polacchi (ma americani ormai di due generazioni), Theodore Richard Kaczynski e Wanda Theresa Dombek. La sua infanzia è segnata da una sua naturale riservatezza e timidezza che lo faranno sembrare asociale.

A seguito di una reazione allergica, è ricoverato in ospedale per diverse settimane, e la visita dei genitori è limitata allo stretto indispensabile. Al suo ritorno a casa, Ted non sarà più lo stesso: come conseguenza dell’abbandono, come lo giudicava lui, cambia tutto il suo modo di essere, e il bambino gioviale e allegro lascia il posto a uno più taciturno e rabbioso, che grida e piange sempre in cerca di aiuto e conforto dalla madre, come lei stessa dirà poi.

Iniziano comunque le scuole e Ted, come tutti i bambini, inizia il suo percorso di formazione: le elementari a Chicago, poi quelle che da noi sono le medie e le superiori.

In ogni passaggio di grado i suoi professori sono concordi in due cose, il carattere schivo e ombroso e l’intelligenza straordinaria: il suo Quoziente Intellettivo (QI) era tra 160 e 170.

Per questo, i genitori vengono consigliati nel fargli saltare le classi e iscriverlo ai corsi superiori, tanto da farlo diventare il più giovane diplomato di Harvard.


Unabomber: l’università

Nell’università del Michigan Ted Theodore Kaczynski fa un corso di specializzazione in matematica, ed è qui che inizia la sua attività di ricercatore. La sua specializzazione è la teoria dell’analisi complessa, un ramo dello studio delle funzioni geometriche.

Il suo professore Gorge Piranian dice di lui: "Non è abbastanza affermare che è intelligente".

Nel '67 Ted vince una borsa di studio per la sua relazione sulle funzioni lineari, e riesce a trovare la soluzione di un problema che lo stesso professore non era in grado di risolvere.

Lasciata l’università del Michigan, diventa assistente di matematica all’università di della California, a Berkley. Qui il suo carattere schivo e asociale lo rende inviso ai suoi allievi, al punto che nel ’69 rassegna le dimissioni.

Calvin Moore, vice preside della facoltà, affermerà in seguito che Kaczyniski con le sue teorie era impressionante, e che sarebbe potuto diventare un membro anziano molto presto.

Rimasto senza lavoro, e senza casa, Ted si adatta a fare quello che può, vivendo in una baracca, lavorando saltuariamente. Ormai staccatosi dalla famiglia prova ad accettare un lavoro nell’azienda del padre e del fratello, nel 1978, ma dura poco.


Unabomber: la prima bomba

Dopo aver abbandonato l’impiego, Theodore Kaczynski è frustrato e deluso dalla vita: cerca di dare un significato a quella che è la sua rabbia, adottando il sistema di vendetta a lui più adatto. Le bombe.

Ma non si diventa terroristi e pratici di esplosivi in pochi istanti, non ci si alza dal letto una mattina, dicendo: "oggi voglio iniziare la mia attività di attentatore dinamitardo".
Ci vogliono dedizione, studio e pratica.

La sua prima bomba viene trovata nel maggio del 1978, nel parcheggio dell’università di Chicago.
Si tratta di un pacco che ha come mittente l’indirizzo del professor Buckley Christ, dell’istituto tecnologico della Nortwestern University. Il plico viene riportato all’uomo, che forse lo aveva smarrito, ma Christ dice di non averlo mai spedito, e insospettito lo consegna alla polizia dell’università.

Quando l’agente Terry Marker apre il pacchetto, questo gli esplode in faccia, ferendolo lievemente alla mano sinistra.

Fortunatamente per l’agente, il modo di costruzione semplice e povero non si rivela essere molto offensivo. La bomba era costruita, infatti, con un tubo metallico di un pollice di diametro e nove di lunghezza (un pollice è poco più di 25 millimetri), contenente pezzi di metallo provenienti da un lavoro domestico, con polvere da sparo e un’unghia di nastro adesivo che serviva da innesco al momento dell’apertura, collegata a sei fiammiferi, il tubo era chiuso da un tappo di legno.

Questa fu la cosa che stupì gli investigatori, per la chiusura non avevano mai trovato un tappo di legno, ma di metallo, poiché non ha la forza per dare la compressione giusta all’esplosione.


Theodore Kaczynski: ancora bombe

Una seconda bomba, che aveva ancora una volta come bersaglio la facoltà della Northwestern University, fu lasciata da Ted Kaczynski sul tavolo di una delle aule: era fatta con una scatola di sigari. Un laureando della facoltà Johnn Harris la vide e la aprì, anche qui l’esplosione non arrecò danni di rilievo né allo studente, né alle cose.

Nel 1979, su un boeing 727 volo 444 dell’American Airlines diretto da Chicago a Washington, ci fu un atterraggio d’emergenza dovuto a del fumo, conseguenza di un principio d’incendio, che entrava nella cabina di pilotaggio.

Alcuni passeggeri furono intossicati dall’esalazione: tanta paura, ma niente di più. Probabilmente se la pressurizzazione dell’aereo avesse raggiunto un livello maggiore, l’esplosione sarebbe stata catastrofica, ma grazie anche all’inesperienza del costruttore dell'ordigno i danni pure questa volta furono limitati.

Non era comunque la prima bomba nel campo delle linee aeree, un anno prima il presidente delle United Aerilnes, Percy Wood, era stato ferito alle mani, al volto e alle gambe, mentre apriva un pacco.

Dato che una bomba su una aereo di linea in America è un reato federale, fu investita dell’autorità d’indagine l’FBI, che cominciò a collegare i vari attentati.

Fu coniato appositamente l’acronimo UNABOMB, che sta per (UNiversity-Aerlines-BOMBer), ma altri agenti federali lo battezzarono Junkyard Bomber, (da junkyard = robivecchi), per il materiale povero che era usato.


Unabomber: John Douglas indaga

Ormai la scienza investigativa aveva aperto le porte al futuro, e John Douglas, esperto profiler che aveva avuto già a che fare con altri serial killer, come Ed Kemper, iniziò il suo paziente esercizio di assemblaggio delle prove, andando anche contro i suoi colleghi.

La sua frase preferita era "se vuoi capire l’artista, studia la sua arte" e i suoi colleghi non l'avevano ancora ben chiara: avevano infatti collegato gli attentati come fatti da uno sprovveduto, un ingenuo.

Ma a Douglas venne subito davanti il quadro chiaro della situazione: un progressivo miglioramento nella tecnica, e nella volontà di fare male.

Nell’ultimo ordigno, infatti, non c’era la voglia di fare male a una persona sola, ma far esplodere un intero aereo con dentro tutte le persone. Da qui la deduzione di Douglas che gli attentati, al contrario di quanto dicevano i suoi colleghi dell’FBI, erano fatti da una persona con intelligenza fuori della norma, con un comportamento ossessivo, un uomo solo, di circa trent’anni, bianco.

La paura di John era, oltre al fatto che i suoi colleghi non considerassero a sufficienza la cosa, che l’attentatore potesse in breve tempo migliorare la sua tecnica e aumentare la ferocia del suo modus operandi.

Non deve meravigliare che l’FBI fosse così reticente verso le teorie di Douglas, ma il profiling era solo all’inizio ed era proprio John Douglas che lo portava avanti insieme a un numero ristretto di colleghi, tra questi il suo mentore Robert Ressler.


Unabomber: ricominciano gli attentati

Dopo un periodo di stasi, ricomincia la serie degli attentati: una bomba all’Università dello Utah, Salt Lake City, è trovata e disinnescata senza procurare danni a persone o cose.

Il 5 maggio del 1982, un pacco indirizzato al professor Patrick Fischer, dell’Università di Stato della Pennsylvania, esplode tra le mani della sua segretaria Janet Smith, mentre lo stava aprendo, causandole gravi lacerazioni. Come gli altri ordigni, la bomba era un tubo bomba, in una scatola di legno. Il pacco aveva come mittente, il nome del professor LeRoy Wood Bearnson della facoltà d’ingegneria alla Brigham young University.

La scatola di legno, spedita da con il nome di LeRow Wood, dette il "la", per accordare tutti gli strumenti che Douglas poteva avere nella sua mente, e come primo punto d’unione fu il legno: wood=legno (in inglese).

Alcuni mesi dopo, il 2 luglio, il professor Diogenes Angelakos, professore d’ingegneria elettronica e informatica, all’Università della California a Berkeley, trovò una lattina su un tavolo di un’aula, come la prese per tirarla via, gli esplose tra le mani, ferendolo gravemente.

Da ora e per tre anni c’è un fermo nell'attività dell'Unabomber, tanto che sia Douglas sia gli altri colleghi dell’FBI, pensavano che si fosse ucciso.

Il 13 maggio 1985, nella sala computer della Cory Hall di Berkley, in uno scaffale, John Hauser, laureando in ingegneria e pilota, trova un rilegatore ad anelli, lo apre e l’esplosione gli porta via alcune dita della mano destra, due arterie, e un occhio in maniera parziale.
Lo scoppio era stato devastante, sul Modus Operandi non c’erano dubbi: per gli investigatori era quello di Unabomber.

Un mese dopo, fu mandato un pacco alla Boeing, divisione fabbricazione aerea a Washington, ma fu disinnescata dagli artificieri.

Il 15 novembre un plico è mandato al docente di psicologia James McConnell: il professore e l’assistente rimangono feriti per aprirlo.


Unabomber: assassino

Nel dicembre del 1985, Hugh Campbel Scrutton, commerciante e proprietario di un negozio di Computer a Sacramento in California, vede un sacchetto di carta davanti al suo negozio, lo raccoglie e gli esplode in mano, uccidendolo.
Il sacchetto conteneva chiodi, e uno di questi trasformatosi in proiettile gli aveva trapassato i polmoni, raggiungendo il cuore.

Fino a ora Unabomber aveva solo ferito o causato danni alle cose, da questo momento diventa un assassino.

Il Modus Operandi per John Douglas era certamente migliorato: l'attentatore aveva alzato il tiro, come se gli anni passati in silenzio fossero serviti a limare la tecnica.

Ancora un periodo di stasi, e poi nuovamente il 20 febbraio 1987 fu preso di mira un negozio di computer, di Salt Lake City, il proprietario Gary Wright, rimase solamente ferito.

Questo accanirsi contro negozi di computer diede a Douglas la convinzione che Unabomber fosse in qualche modo legato al mondo dell’istruzione, perché i computer ne sono un simbolo. Si nota però in quest’ultimo attentato forse un atto di presunzione, oppure di stanchezza, giacché è vista da un testimone una persona lasciare una catasta di legna: questo teste darà modo di costruire poi un identikit.

Spaventato o irritato da questo fatto, Unabomber si mette nuovamente in silenzio, probabilmente anche per studiare nuove tecniche, fino al 1993.

Il 22 giugno 1993 un pacco bomba è fatto recapitare a casa del genetista Charles Epstein, dell’Università della California. Aprendo il pacco il professore rimane gravemente ferito.

Il 24 giugno il professor David Gerlenter, docente d’informatica all’Università di Yale, rimane gravemente ferito aprendo un pacco a lui indirizzato, l’esplosione gli causa seri danni all’addome, perde parte del braccio destro, un occhio e l’uso di un orecchio è compromesso.

Thomas Mosser, direttore dell’agenzia pubblicitaria Young & Rubicam, il 10 dicembre del 1994 rimase ucciso aprendo un pacco spedito alla sua abitazione.

Il 24 aprile dell’anno successivo, a Sacramento, California, muore Gilbert Murray, presidente della California Forestry Association. Il pacco era intestato al suo predecessore, Bill Dennison.

Questo fu l’ultimo degli attentati organizzati da Theodore Kaczynski, ma la cattura dell'Unabomber avvenne in modo del tutto originale, e insperata per gli investigatori.


Unabomber: la rivendicazione

Finita la campagna dinamitarda, o almeno messala un po’ in disparte, Ted Kaczynski iniziò quella che possiamo definire la fase di rivendicazione degli attentati di Unabomber, per fare sapere a tutti che cosa stesse facendo e perché.

Per fare questo redasse il suo Manifesto di 35.000 parole e lo fece arrivare alle maggiori testate giornalistiche degli Stati Uniti d'America, il New York Times e il Washington Post, con la richiesta che fosse pubblicato, condizione necessaria perché lui smettesse di mettere bombe.

Nel documento da lui redatto, si parlava dell’odio verso il nuovo e il progresso, e si diceva che l’avvento del computer non avrebbe portato all’uomo niente di buono.

Bisognava quindi che il genere umano ritornasse indietro, vivendo più al contatto con la natura. Era la mente che doveva avere il ruolo principale nel risolvere i problemi, e per fare questo era necessario portare la società a un collasso sociale, per ripristinare il dominio dell’uomo sulle cose.

Questo era anche il motivo per cui Unabomber firmava i suoi ordigni con il legno, il ritorno cioè alla natura, usare materiali naturali.


Theodore Kaczynski (Unabomber): la cattura e la condanna del serial killer

Fu proprio leggendo questi articoli firmati dall'Unabomber che David Kaczyniski (fratello di Theodore) e sua moglie Linda riconobbero il modo di parlare di Ted.
Lo sconforto prese entrambi perché non sapevano cosa fare, ma optarono per la cosa più giusta e coraggiosa: anche se fosse costata la pena capitale al fratello, volevano salvare altre vite probabilmente in pericolo.

Dopo consigli con gli esperti e raggiunta la certezza che fosse proprio lui il serial killer, David denunciò Ted alle autorità, e questo permise di raggiungerlo nella sua baracca nel Montana.

Il 3 aprile del 1996, Donald Sachtelben e una squadra di agenti dell’FBI fecero irruzione e arrestarono Theodore Kaczyniski.

Fu selezionata la giuria e il 22 dicembre 1997 Unambomber fu processato per dieci capi d’accusa.

I primi di gennaio del 1998 Kaczynski tentò di suicidarsi, per rimanere nello schema di chi sprezza il pericolo e la vita.

Il 22 gennaio dello stesso anno, si dichiarò colpevole di tutti i capi d’accusa e fu condannato, ma la pena capitale gli fu risparmiata e commutata in ergastolo.

Il 10 agosto 2006 il giudice Garland Burrell jr. ha messo in vendita gli oggetti personali di Theodore Kaczynski, sequestrati al momento dell’arresto nel Montana, in un’asta su Internet, e i proventi sono stati usati per risarcire le famiglie delle vittime.
Naturalmente tra gli oggetti messi in vendita non ci sono i contenitori e i materiali per costruire le bombe.

Kaczynski è morto suicida, per impiccagione, la notte tra il 9 e il 10 giugno 2023 nella sua cella all'interno del carcere federale di Butner in Carolina del Nord.

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