Richard "The Iceman" Kuklinski: reazioni pericolose
Rincasando, l'indomani, mentre attraversava la North Carolina, affiancò una macchina che sventolava dal finestrino la bandiera "sudista" degli stati confederati. A bordo c'erano tre tipacci che lo presero subito di mira: gli gridavano insulti e gli mostravano il dito medio bello in vista. Con tutta la gente che c'era al mondo, loro erano andati a scegliere proprio la persona sbagliata. Richard li mandò a quel paese, intimandoli di cambiare aria, ma quelli non smisero: gli facevano gestacci, lo provocavano, lo guardavano con volti truci, come se avessero intenzione di fargli davvero del male.
Dopo averli superati, Richard Kuklinski si fermò in una piazzola lungo l'autostrada e li aspettò. I tre tipi si fermarono immediatamente appena lo videro. Nel frattempo lui si era preparato: aveva tirato fuori la pistola che teneva sotto il sedile di guida.
Quando i tre scesero dall'auto, uno stringeva fra le mani una mazza. Kuklinski andò loro incontro e, senza dire una sola parola, li freddò tutti e tre a bruciapelo, lasciandoseli dietro morti stecchiti sull'asfalto.
In meno di dieci ore aveva ucciso quattro persone senza provare alcuna sensazione, fatta salva la curiosità morbosa di interrogarsi in merito a quanto tempo gli squali avrebbero fiutato il sangue e straziato quel porco di un cubano. Era fiero di quello che aveva fatto, della sua inventiva straordinaria, di aver fatto giustizia.
Quando la polizia stradale trovò i corpi dei tre nella piazzola di sosta non aveva praticamente nulla su cui contare, né testimoni, né appigli, neppure tracce di pneumatici. Non restava altro da fare che archiviare il caso, per l'ennesima volta.
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