Peter Sutcliffe: il 1977
Nel febbraio 1977, grazie anche a un nuovo impiego come autista, Peter riprende la sua attività. Carica Irene Richardson e la uccide con tre martellate e aprendole letteralmente il ventre. Quest'ultimo omicidio consoliderà nella mente di Peter la sua ossessione per l'assassinio e le prostitute.
Senza perdere tempo, un paio di mesi dopo, ripete l'esperienza con Patricia Atkinson, direttamente nell'appartamento della donna.
La polizia nel frattempo arranca tra le migliaia di indizi e materiale raccolti. A complicare le cose, anche le numerose telefonate e lettere pervenute, a opera naturalmente di mitomani che affermano di essere l'assassino.
Si inizia a parlare dello Squartatore dello Yorkshire, con un inquietante parallelismo con Jack the Ripper.
Il 25 giugno 1977, è una data che scatenerà l'ira dell'opinione pubblica, perché Peter Sutcliffe commette il suo primo omicidio al di fuori del mondo della prostituzione, uccidendo una ragazza comune e minorenne.
Jayne MacDonald sta tornando a casa dopo una serata di festeggiamenti con gli amici e il suo ragazzo, quando, a pochi passi da casa, viene caricata a forza da Peter e uccisa con le solite modalità.
La polizia inizia a subire delle pressioni forti ora, ma per le cause sopracitate, non riesce ancora a prendere lo squartatore.
Il mese successivo Maureen Long, una prostituta, viene salvata da un cane che si mette ad abbaiare e costringe Peter alla fuga. La donna viene trovata in fin di vita e portata in ospedale.
Ma Peter non si ferma.
Una sera di ottobre del 1977, per festeggiare la situazione tranquilla e felice che si è creata in quel periodo in famiglia (occupati sia lui che la moglie, casa e auto nuove), carica Jean Bernadette Jordan offrendole le solite 5 sterline per la prestazione.
La donna prende la banconota e la nasconde in uno scomparto segreto della propria borsetta, una doppia tasca di sicurezza fatta apposta per non essere derubata. Peter la uccide con tredici colpi di martello, nei pressi del cimitero di Manchester. Una volta nascosto il cadavere, cerca di recuperare la banconota per paura di essere rintracciato in qualche modo, ma logicamente non la trova. Frustrato getta via la borsa, se ne va, poi ci ripensa e torna indietro. Questa volta non trova nemmeno la borsetta e infierisce ulteriormente sul cadavere.
La polizia al contrario troverà la borsetta e la banconota, iniziando a stringere la cerchia dei sospetti usandone il numero seriale.
Un'ulteriore occasione viene data agli agenti, con la fuga di Marilyn Moore, che alla fine dell'anno traccia un identikit del killer e fornisce anche la descrizione dell'auto.
Ma i tempi per la cattura dell'omicida seriale sembrano non essere ancora maturi.
Peter Sutcliffe: il 1978
Peter Sutcliffe torna in azione all'inizio del '78 con ben due omicidi, distanti uno dall'altro appena dieci giorni.
Yvonne Pearson (21 gennaio) e Helen Rykta (31 gennaio) sono le due nuove vittime. La prima viene uccisa in maniera ancor più brutale del solito, presa a calci e soffocata con l'imbottitura di un divano e viene ritrovata in marzo in stato avanzato di decomposizione.
Lo Squartatore dello Yorkshire chiude presto l'anno, il 16 Maggio, con l'omicidio mediante il solito modus operandi, di una prostituta di 41 anni, Vera Millward, preceduto da un'ennesima lettera attribuita al killer ma forse opera di un mitomane. Questa lettera serve a complicare ulteriormente le indagini, in quanto nella stessa veniva predetto l'assassinio di una donna non più giovane. Una coincidenza che getta nel caos la polizia.
Peter Sutcliffe: il 1979
Il 1979 è l'anno in cui Sutcliffe commette solo due omicidi, entrambi atipici.
Il 4 Aprile di quell'anno Josephine Whitaker, una donna comune che stava rientrando dopo una visita da parenti, viene assassinata a Saville Park ad Halifax. Il 2 Settembre invece è la volta di Barbara Janine Leach una studentessa appena uscita da una festa studentesca. Due casi lontani dal mondo della prostituzione che infiammano di nuovo la popolazione, allarmandola. Se il killer uccide anche persone comuni, nessuno si sente più al sicuro.
Arrivano in centrale centinaia di lettere e spunta una nuova pista, grazie a una registrazione su cui la polizia si concentra per la particolarità dell'accento della voce, nonostante le donne sfuggite al serial killer affermino di non riconoscerla.
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