Peter Kurten (pagina 4)

Peter Kurten: la fortuna lo aiuta ancora
Per questa serie breve di omicidi finisce dentro lo "scemo del villaggio", un tale Stausberg che, dopo essere stato catturato per tentata violenza sessuale, confessa anche gli omicidi di Peter Kurten.
La polizia non compie raffronti più oculati: il mostro è Strausberg, senza ombra di dubbio.

Peter si risolve a darsi una calmata, almeno per un po'.
È sposato, sebbene non abbia figli (strano dato in quegli anni). La moglie affermerà al processo che in quel periodo le attenzioni del marito si erano fatte più decise, più pressanti… e non nasconderà di esserne stata sottilmente felice, visto e considerato che spesso, in precedenza, si era sentita di molto trascurata dal suo compagno.

Trascorrono sei mesi, densi di aggressioni notturne compiute nel buio più fondo, contro ignari passanti dei boschi, contro ragazze sperdute, lontane da casa… ma senza che vi siano morti sospette. Almeno fino al 21 agosto, quando la spirale della violenza ricomincia a vorticare senza lasciare scampo.

Nel mulinello finiscono in un giorno tre donne diverse, di cui le fonti storiche non riportano con certezza il nome. Le tre, in momenti diversi della giornata sono state aggredite da un maniaco armato di ascia che le ha tramortite, mutilate e ne ha poi bevuto il sangue, penetrandole violentemente con le dita sporche del proprio sperma. I poliziotti che indagano, aiutati da uno psichiatra, senza collegare i delitti all'ondata precedente, sostengono che nella città si nasconda un altro maniaco sessuale, sicuramente impotente, che durante i propri riti sadici, violenti e vampirici, simula un rapporto sessuale per creare una protesi, con le sue dita sporche del proprio sperma, alla propria cronica impotenza.

Passano due giorni e a cadere vittime della violenza del Mostro di Dusseldorf, durante la fiera di paese, sono due sorellastre di quattordici e cinque anni. A loro viene riservato un violento trattamento post-mortem, ma, vista la costituzione delle due, una morte rapida, regalata spezzando il loro collo leggero, magro. Anche le due bambine vengono violentemente prosciugate del sangue, anch'esse sono violentate, post-mortem, dall'intrusione selvaggia delle dita di Kurten.

Nessuno, purtroppo, ha ancora un'idea di chi sia il Vampiro. Di sicuro questo deve far pensare che Peter Kurten fosse abilissimo nelle "manovre di evasione", visto e considerato che, dopo le sue mattanze, riusciva a tornare a casa miracolosamente indisturbato, pur essendo lordato sicuramente di sangue dalla testa ai piedi. Oppure, può malignamente far pensare che in paese tutti sospettassero ma nessuno volesse parlare davvero.

Il 24 agosto Kurten prova a uccidere Gertrude Schulle, una sciagurata capitata a Dusseldorf al seguito della famiglia per la quale fa la sguattera. Gertrude non si concede a Peter, neppure quando questo le richiede, gentilmente e promettendo compenso, delle prestazioni sessuali. A quel punto, di fronte al rifiuto, Peter prende ciò che vuole, come è abituato a fare, e accoltella più volte la donna, senza accorgersi, questa volta, di averla lasciata in vita.

La ragazza descrive un uomo distinto, di bell'aspetto. A Dusseldorf, che non è propriamente un villaggio, una descrizione del genere non ha nessuna utilità, tanto più visto e considerato che si tratta di una elaborazione con categorie troppo soggettive (bellezza e buon apparire).

Peter Kurten: una nuova pausa
A settembre Peter è fuori città... e non uccide in trasferta.
È ottobre inoltrato quando ritorna a casa. Nel giro di mezzo mese ne fa fuori tre, dopo averle violentate brutalmente e dopo aver succhiato il loro sangue attraverso squarci procurati a colpi di ascia o con ripetute coltellate.

Tutti sono d'accordo nell'affermare che il sadico ha perso ormai ogni freno inibitorio e che il trip mentale innestato è irreversibile.
Reuter, Meuer e Wanders sono le tre signore che cadono sotto la furia del maniaco nel decimo mese di quell'anno tremendo che è il 1929, a Dusseldorf.

Peter inizia anche a proporre sfide ai giornali, rivelando dove si trova il cadavere di una bambina di 5 anni, che ha personalmente brutalizzato, dissanguato, massacrato. Dopo questa morte, tuttavia, a Dusseldorf si susseguiranno solo attacchi non mortali, terrorizzanti ma non mortali, portati avanti sempre dal solito figuro inafferrabile, sempre da Peter Kurten.

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Dossier scritto da:
Aleks Kurtz

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