Marcel Petiot trova lavoro: professione dottore
Incredibilmente, sfruttando le facilitazioni destinate ai reduci di guerra, Marcel Petiot aveva ottenuto una laurea breve in medicina che lo aveva portato a esercitare la libera professione. Come se il suo passato di insanità fosse totalmente legato al conflitto bellico vissuto, Petiot era riuscito a rifarsi una verginità sociale in maniera strabiliante.
Trasferitosi a Villeneuve-sur-Yonne, a soli venticinque anni, apriva il suo primo studio medico indipendente. Seppe conquistarsi una folta clientela in poco tempo, presentandosi come un giovane dottore più aggiornato dell’attempata concorrenza locale e quindi capace di curare le "malattie moderne" in maniera più efficace.
Testimonianze successive riportano comunque il fatto che il farmacista di Villeneuve-sur-Yonne avesse notato una certa preponderanza di stupefacenti nelle prescrizioni mediche di questo dottore, i quali creavano assuefazione nei pazienti, un modo semplice per tenersi stretta la propria clientela, anche se somigliava parecchio a spaccio legale di droghe.
A ogni modo, la vita tranquilla di Petiot durò poco. Già nel 1926 fu travolto da uno scandalo sessuale e sospettato di omicidio.
Coinvolto in una torbida storia di passione e sesso con la giovane figlia di una sua paziente, Louise Delaveau, fu sul punto di essere arrestato. Poche settimane dopo l’emersione di questo scandalo, la casa della paziente fu rapinata e data alle fiamme, e la figlia in seguito scomparve.
Vi furono indagini sull’accaduto, ma non si procedette ad accuse formali.
Qualche tempo dopo, il corpo in avanzato stato di decomposizione e irriconoscibile di una giovane donna fu ritrovato all’interno di un baule sul fondo di un fiume nei pressi della cittadina in cui esercitava Petiot.
Molti a Villeneuve-sur-Yonne collegarono quel cadavere a Louise Delaveau e alcuni vicini si spinsero a evidenziare che il baule in cui era stato rinvenuto il cadavere della sconosciuta somigliasse in maniera eclatante a un altro che avevano visto caricare in auto dal dottor Petiot qualche tempo addietro.
Avendo la vasta clientela di cui si è parlato prima, il medico seppe giustificare i propri spostamenti, il baule non era tanto originale da essere considerato unico e, quindi, la polizia si ritrovò con un caso di omicidio e uno di scomparsa irrisolti, sebbene ci fossero motivi di sospettare di conoscere per nome tanto la vittima quanto il carnefice.
L'assassino Marcel Petiot: un pazzo furioso o uno scaltro politico?
Uno scandalo sessuale e sospetti di omicidio avrebbero stroncato la carriera di chiunque nella Francia pur frivola degli anni venti del XX secolo. Non tuttavia quella di Marcel Petiot.
E non si limitò a far tacere i pettegolezzi tenendo una vita privata irreprensibile.
No, non rientrava nel suo stile.
Nel 1927, con gli occhi di tutta la cittadinanza ancora puntati addosso, scelse di candidarsi a sindaco di Villeneuve-sur-Yonne e, a dispetto di ogni probabilità, vinse.
Tale vittoria non è da sottovalutare, perché avvenne per un uomo che era stato ufficialmente dichiarato pazzo dalla Commissione di Riforma militare, la quale mai aveva interrotto le procedure di controllo sulle condizioni psichiatriche che avevano portato al suo congedo dall’esercito.
Ora, però, Petiot poteva affrontare quell’accusa di infermità dall’alto del suo scranno di "rispettabile" medico entrato in politica, etichettandola come uno spudorato tentativo dei suoi avversari politici di diffamarlo.
E, in effetti, uno di loro aveva anche testimoniato davanti alla Commissione dichiarando che se pure non fosse stato pazzo, era certo che Petiot avesse simulato per evitare l’arruolamento. Pura e semplice diffamazione, secondo le parole del buon dottore.
Difatti, fu creduto.
Per rinsaldare la sua rispettabilità, quello stesso anno si sposò con la donna che in seguito gli avrebbe dato anche un figlio e che l’avrebbe accompagnato fino agli ultimi giorni della sua vita.
La sua reputazione pubblica come sindaco tuttavia non migliorò neppure dopo il matrimonio.
Nel corso dei quasi sei anni in cui rivestì la carica fu accusato a più riprese di frode, malversazioni, appropriazioni indebite di fondi pubblici e altri reati amministrativi.
In particolare, nel 1930 fu coinvolto in un affare poco chiaro insieme al sindacalista Armand Debauve, la cui casa, nuovamente, fu soggetta a furto con scasso e incendiata.
Anche questa volta vi fu un omicidio, nell’effrazione perse la vita la moglie del sindacalista, uccisa brutalmente con un corpo contundente mai ritrovato.
Vi era un testimone in questo caso, ma pur avendo dichiarato di essere disposto a raccontare in giudizio quanto visto, tre mesi dopo il fatto l’uomo morì a causa di un aneurisma.
È certo singolare che il testimone fosse in cura da Petiot per i propri reumatismi, ricevendo iniezioni di antidolorifici, e che la certificazione della causa di morte fu firmata in piena autonomia dallo stesso dottore sospettato di omicidio.
Nessuno ebbe da obiettare, misteri della burocrazia francese.
|