Joachim Kroll, la storia del serial killer

Nome Completo: Joachim Georg Kroll

Soprannome: Il Cacciatore della Ruhr, Il Mangiauomini di Duisburg

Nato il: 17 aprile 1933

Arrestato il: 3 luglio 1976

Condannato il: 8 aprile 1982

Morto il: 1 luglio 1991

Vittime Accertate: 8 (14)

Modus Operandi: coglieva di sorpresa le sue vittime - generalmente di sesso femminile e spesso giovanissime - accoltellandole e/o soffocandole. In seguito a volte compiva atti di necrofilia coi cadaveri e in alcuni casi li mutilava e ne mangiava in seguito delle parti.

Ultimo aggiornamento del dossier: 20 settembre 2008


Tra i serial killer tedeschi di certo Joachim Kroll non è nè il più prolifico nè il più famoso: chi è interessato alle malate gesta degli assassini seriali finisce infatti spesso per focalizzare la propria attenzione su Carl Großmann (50 e più morti), Karl Denke (più di 40) o Fritz Haarmann (27), quest'ultimo già trattato sulle pagine di LaTelaNera.com.

La sua storia farcita di pedofilia, cannibalismo, stupro e omicidio seriale è forse troppo recente e particolarmente ripugnante per essere ricordata spesso. Una vita miserabile segnata da un'infanzia umiliante e da un'esistenza di adulto - trascinata nell'anonimato, nella pornografia spinta e nello squallore - sfociata poi nell'orrore e nel sangue.


Joachim Kroll: infanzia e adolescenza

Joachim Georg Kroll nasce il 17 aprile 1933 - sotto il segno zodiacale dell'Ariete - a Hindenburg, nell'Alta Slesia, nei pressi del confine con la Polonia, da una famiglia di poveri minatori.

Il più giovane di otto fratelli, sarà in seguito il più minuto e debole della famiglia e non riuscirà mai a staccarsi del tutto dalla madre. La sua infanzia è stata costellata da numerosi problemi di inadeguatezza: faceva spesso la pipì a letto anche in tarda età ed era un pessimo studente. La sua educazione scolastica fu poverissima: raggiunse solo il terzo grado.

Analisi successive gli assegnarono un Quoziente Intellettivo di 76: si tratterebbe di uno dei serial killer meno intelligenti della storia.

Al piccolo sfigatissimo Joachim mancò pure una figura paterna di riferimento. Suo padre venne infatti catturato dai russi nel corso della Seconda Guerra Mondiale e non fece mai più ritorno a casa dal fronte.

Al termine della guerra la famiglia Kroll si spostò nel 1947 a ovest, riallocandosi nella Renania Settentrionale-Vestfalia, la zona che oggi è la più popolata dei sedici Stati federati della Germania.

Lì il futuro serial killer cannibale visse un'esistenza grigia e anonima, sempre attaccato "alla sottana di mammà".


Joachim Kroll: il primo omicidio

Timidissimo e sempre nervoso, Joachim Kroll con le ragazze era un disastro. La sua adolescenza fu solitaria, passata a osservare le femmine da lontano, incapace di avvicinarle o comportarsi normalmente in loro presenza.

Poco male: pornografia e masturbazione erano sempre disponibili e per lui divennero una regola quotidiana.

Quando la sua adorata madre morì, il 21 gennaio 1955, qualcosa dentro di lui si ruppe, scoperchiando il suo personalissimo vaso di Pandora: nemmeno tre settimane dopo la scomparsa della donna si sarebbe macchiato del suo primo omicidio.

L'8 febbraio 1955 nei pressi di Walstedde - una piccola cittadina a una trentina di chilotri circa da Lüdinghausen - rapisce, violenta e uccide a coltellate la diciannovenne Irmgard Strehl.

È l'inizio di una striscia di sangue lunga 21 anni.


Joachim Kroll: altre vittime e il trasferimento a Duisburg

Passeranno diversi mesi prima che Kroll senta l'esigenza di mietere una nuova vittima. La sfortunata, nel 1956, è la ventenne Erika Schuletter: Joachim la violenta e la uccide soffocandola nel distretto Kirchhellen della città di Bottrop.

Nel 1957 si trasferì nuovamente andando a vivere a Duisburg.

Trovò inizialmente lavoro come addetto alla toilette per la nota società Mannesmann per poi diventare in seguito un dipendente delle Thyssen Industries .

Nella popolosa e industriale città extracircondariale (quasi 500.000 abitanti), situata sulla confluenza del Reno e della Ruhr, Kroll stabilirà la sua "tana da scapolo" e "base da cacciatore" per quasi vent'anni.

La sua prima azione violenta accertata nel suo nuovo "territorio" fu quella del 24 marzo 1959 quando aggredì una donna nel quartiere di Rheinwiesen: i suoi intenti assassini però fallirono e riuscì a darsi alla fuga.

Non andò altrettando bene alla ventiquattrenne Klara Frieda Tesmer quasi tre mesi dopo. Il 16 giugno 1959 violentò e uccise la giovane strangolandola nei boschi attorno al Reno nei pressi di Rheinhausen, a centinaia di chilometri da casa.

Per questo crimine venne in seguito ingiustamente arrestato un meccanico di nome Heinrich Ott che finì con il suicidarsi in cella, impiccandosi.


Joachim Kroll: la svolta cannibale del Cacciatore della Rhur

A Bredney, una cittadina a sud di Essen, a circa 25 chilometri da Duisburg, la "carriera" criminale di Joachim Kroll arriva a una svolta.

Il 26 luglio 1959 l'assassino seriale rapisce, violenta e strangola la sedicenne Manuela Knodt. Per puro capriccio rimuove dai glutei e dalle coscie della ragazza alcune strisce di carne che poi mangerà: l'esperienza cannibale gli piace così tanto che da questo momento comincerà a cacciare donne che possano dargli maggiori possibilità di appagare questa sua nuova "tradizione".

Questo è il primo omicidio che stampa e Polizia attribuiranno al "Cacciatore della Ruhr" (Ruhrjäger).

Come per il precedente crimine le forze dell'ordine finiscono per accanirsi su un innocente: per questo assassinio sarà infatti condannato e imprigionato (per otto anni) un certo Horst Otto, che inizialmente aveva confessato di esserne il responsabile (non è dato da sapere se perché fosse un mitomane o perché la sua confessione fu estorta dalla Polizia con "metodi medioevali").

Passeranno tre anni prima che Kroll colpisca ancora.


Joachim Kroll: la mattanza del 1962

All'inizio del 1962 Joachim Kroll rapisce la dodicenne Barbara Bruder nei pressi di Burscheid, a sud di Duisburg. Violenta e uccide la ragazzina della quale non sarà mai trovato il corpo.

Il 23 aprile 1962 violenta e uccide la tredicenne Petra Giese a Rees, nelle vicinanze di Walsum. Al cadavere rimuoverà pezzi di carne da entrambi i glutei, dal braccio sinisto e l'intera mano sinistra.
Per questo crimine sarà ingiustamente arrestato e condannato un certo Vinzenz Kuehn.

Sempre nel 1962, il 4 giugno, ammazza a Walsum un'altra dodicenne. Si tratta di Monica Tafel, rapita mentre si stava recando a scuola: il suo corpo sarà ritrovato in un campo di grano con pezzi di carne rimossi dai glutei e dalle cosce.

La Polizia non ha elementi validi per arrestare alcun sospetto ma gli abitanti di Walsum sospettano pesantemente di un certo Walter Quicker, un pedofilo di 34 anni. L'ostilità dell'ambiente e la personalità fragile spingeranno l'uomo verso il suicidio: si impiccherà a un albero in un bosco fuori città pochi mesi dopo.


Joachim Kroll: il cannibale è sempre a caccia

Il più strano e atipico omicidio compiuto da Joachim Kroll avviene il 22 agosto 1965: il serial killer infatti decide di prendersela con una coppia di innamorati.

Hermann Schmitz e la sua ragazza Marion Veen stanno infatti facendo sesso all'interno della loro auto, parcheggiata in una zona isolata - ben nota e usata dalle coppie per amoreggiare con un poco di privacy - nei pressi di Grossenbaum-Duisburg. Kroll, che si aggirava lì attorno tutto eccitato, li nota e "vuole" la ragazza.

L'assassino seriale si avvicina al mezzo e ne buca una ruota, poi si nasconde. Quando il giovane Hermann scenda dall'auto per investigare sullo stano sibilo che sente provenire dalla ruota Kroll lo sorprende e lo accoltella, uccidendolo.

Marion, nonostante il panico, riesce a saltare sul sedile del conducente, avviare l'auto e scappare via, finendo quasi con l'investire Kroll, che riuscirà a salvarsi e a dileguarsi attraverso la foresta lì attorno.
Hermann Schmitz resterà l'unica vittima maschile del Cannibale di Duisburg.

Kroll torna in attività un anno dopo.

Il 13 settembre 1966 violenta e uccide nelle vicinanze di Marl, a circa 25 chilometri a nord di Duisburg, la ventenne Ursula Rohling. Il suo ragazzo Adolf Schickel, accusato dell'omicidio con prove del tutto inventate, si suiciderà di lì a poco.

Il 22 dicembre 1966 Kroll rapisce una bambina di cinque anni: Ilona Harke. L'uomo porta la bimba a una "gita" sul treno che da Essen va a Wuppertal, poi la carica su un bus per Remscheid e la fa scendere nei pressi di un'area boscosa e isolata. Lì, nascosti nella vegetazione che circonda un piccolo stagno, l'assassino seriale stupra la piccola e poi la annega. Dopo averla uccisa rimuoverà pezzi di carne dalle cosce e dalle spalle.


Joachim Kroll: un colpo di sfortuna e un cambiamento

Il 22 giugno 1967 Joachim kroll si trovava lontano da Duisburg, a Grafenwald, a qualche decina di chilometri da Duisburg. Era in quei luoghi da un po', tanto che i bambini del posto avevano già cominciato a chiamarlo "zio".

Quel giorno, dalle parti di Grafenhausen, il serial killer decise di "tentare la fortuna" con Gabriele Puetman, una bambina di 10 anni che gli dava molta confidenza.

Portò Gabriele in un campo di grano con la scusa di farle vedere "un coniglio" e una voltà lì le mostrò invece delle foto pornografiche nella speranza che la bimba si eccitasse. Quest'ultima, come avrebbe potuto benissimo immaginare una persona sana o comunque dotata di una intelligenza normale, fu invece disgustata e spaventata da quella vista e cominciò a gridare e a voler scappare.

Proprio mentre stava per saltarle addosso e strangolarla la sirena di una vicina minierà suonò la fine del turno. Kroll strangolò di fretta Gabriele (facendole solo perdere i sensi) e si dileguò prima che quel luogo fosse gremito di minatori e si lasciò per sempre alle spalle Grafenhausen prima che la Polizia potesse cominciare a fare ricerche e domande in giro.

Due anni dopo, il 12 luglio 1969, passò invece da un estremo all'altro, cambiando del tutto il suo tipo di vittima. Nei pressi del lago Baldeney, pochi chilometri a est di Duisburg, incontrò la pensionata di 61 anni Maria Hettgen. La aggredì, la violentò è la strangolò.

Dieci mesi dopo Kroll tornò a dedicarsi alle giovani donne.

Il 21 maggio del 1970 a Breitscheid, 170 chilometri da Duisburg, aggredì, violentò e strangolò la tredicenne Jutta Rahn mentre la giovane stava tornando a casa da scuola.


Joachim Kroll: 1976, l'anno della cattura del mostro

Nell'anno del suo 43° compleanno l'esistenza di Joachim Kroll si era ormai consolidata tra squallore, solitudine, masturbazione compulsiva e improvvisi guizzi omicidi.

L'8 maggio 1976, a Dinslaken-Voerde (una decina di chilometri a nord di Duisburg), il serial killer violentò e strangolò Karin Toepfer, una bambina di 10 anni che stava tornando a casa da scuola.

L'omicidio della Toepfer, a sei anni di distanza da quello precedente, deve aver stimolato l'appetito di Kroll perché questi due mesi dopo tornò a uccidere.

Questa volta però la sua stupidità e l'arroganza tipica del serial killer rimasto impunito per 20 anni e che arriva a credere di essere invincibile lo avrebbero fatto scoprire e catturare.

Tra il 2 e il 3 luglio 1976 rapì e uccise la piccola Marion Ketter, di soli quattro anni: la piccola viveva a Laar, un quartiere di Duisburg appartenente al distretto urbano di Meiderich/Beeck, dove Kroll viveva da tempo.

Quando Marion sparì nel nulla la Polizia e gli abitanti della zona organizzarono un'imponente operazione di ricerca di massa "porta a porta". Fu così che le autorità s'imbatterono in una curiosa segnalazione. Un uomo riferì che un suo vicino di casa, il solitario e sciatto Joachim Kroll, gli aveva consigliato in giornata di non usare la toilette al piano superiore del loro condominio perché lo scarico era intasato. Intasato da budella.

Un idraulico inviato dalla Polizia andò a verificare, trovando le tubature di scarico effettivamente intasate da materiale biologico: i polmoni e gli intestini di un (piccolo) essere umano.

Quando le forze dell'ordine fecero irruzione nell'appartamento di Kroll, al 24 di Friesen Straße, questi si limitò a indicare timidamente la pentola che stava cuocendo sul fornello della minuscola cucina: al suo interno venne trovata una mano della piccola Marion insieme a delle carote e delle patate.

Ulteriori perquisizioni portarono alla luce pacchetti di carne umana congelata immagazzinati nel freezer e la vasta collezione di bambole gonfiabili del serial killer, che venne ovviamente arrestato sul posto.

Il regno di terrore del Cacciatore della Ruhr (Ruhrjäger) era finito.


Joachim Kroll: condanna e morte

Una volta arrestato Joachim ammise immediatamente l'omicidio della piccola Kettner e confessò in seguito pure i suoi altri innumerevoli omicidi e tentati omicidi. Disse anche che era solito mangiare parti delle sue vittime per motivi di semplice risparmio sulle spese mensili.

Era convinto nella sua stupidità che le autorità lo avrebbero semplicemente mandato in ospedale e "curato" dei suoi terribili mali per poi rimetterlo in libertà. Fu invece condannato a nove ergastoli e rinchiuso per sempre nella prigione di Rheinbach, vicino a Bonn.

Lì morì il 1 luglio 1991, per attacco cardiaco, all'età di 58 anni.

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