Jack Unterweger: il killer scrittore
In prigione Jack Unterweger era un detenuto modello: come passatempo trovò la lettura. Gli piaceva leggere di tutto, dai romanzi alle opere teatrali.
Iniziò a tenere un diario in cui scriveva tutto quello che gli era successo prima dell’omicidio: scrisse della sua adolescenza, della famiglia, delle donne che aveva avuto e dei propri sentimenti.
Questo diario divenne in seguito un libro che guadagnò in pochissimo tempo un enorme successo. Si intitolava: Fegefeur oderdie reise ins zuchthus.
Nel 1987 il regista Willi Hengstler trasse da questa autobiografia il film Il Purgatorio, alla lavorazione del quale partecipò anche Jack, direttamente dalla prigione.
Tutto questo successo gli fece conquistare il rispetto e la stima della comunità letteraria austriaca. I più grandi scrittori firmarono una petizione che, con l'avvicinarsi del momento in cui Jack avrebbe potuto tornare libero sulla parola, richiedeva il suo rilascio.
Le firme furono tantissime e quindi, nel maggio 1990, il giudice accettò di rilasciarlo con un’unica condizione: che non avrebbe più commesso reati di nessun tipo.
Appena fuori Unterweger ricevette dallo stato un ricco sussidio al fine di poter proseguire la sua carriera, e fu invitato a vari talk show televisivi. In queste trasmissioni, dove si impose per carisma, fascino ed esuberanza, parlò del suo libro e si presentò come modello di riabilitazione carceraria. Divenne in poco tempo una star, ammirata dai letterati e amatissima dalle donne.
Jack Unterweger: si torna a uccidere
Nella notte tra il 14 e il 15 settembre 1990, una prostituta, Blanka Bockova, mentre era al lavoro sulle strade di Praga fu avvicinata da un uomo molto gentile e affascinate che guidava una bella macchina. La ragazza accettò l’invito a salire a bordo del fiammante mezzo e si lasciò portare in un posto appartato.
Una volta fermi però, il misterioso individuò estrasse un coltello e iniziò a minacciarla. La fece spogliare completamente ordinandole tuttavia di tenere addosso i gioielli. Poi la colpì con il coltello e la strangolò con il suo reggiseno.
La vittima fu ritrovata la mattina del 15 settembre del 1990 in un bosco: era stesa sulla schiena e parzialmente ricoperta di foglie.
Il 25 ottobre dello stesso anno, Jack era in Austria: decise di andare di nuovo a caccia nel suo paese natio. Questa volta la preda si chiamava Brunhilde Masser, e anche lei era una prostituta: fu portata anch’ella in un bosco e fu accoltellata e strangolata con il reggiseno allo stesso modo della Bockova.
La ritrovarono il giorno dopo, prona, vestita solo dei suoi gioielli e ricoperta di foglie.
Il 5 dicembre 1990, mentre era ancora in Austria, Unterweger fece salire in macchina Heidemarie Hemmerer: come le due precedenti vittime era anche lei una prostituta, e anche con lei tutto si svolse come nelle altre volte. Jack la condusse in un bosco, la fece spogliare e prima che lei finisse di togliersi i vestiti la strangolò con il reggiseno.
Anche la Hemmerer fu ritrovata la mattina dopo: semivestita, prona e con i gioielli indosso.
A Sabine Moltzi, toccò la stessa sorte delle sue colleghe: non sapendo cosa l’aspettava, non ci mise molto a salire sulla macchina di Jack, dopo essersi accordata con lui sul prezzo dei suoi “servizi”. Fu uccisa la sera del 16 aprile 1991.
Nel suo caso Unterweger usò i suoi collant per soffocarla. La Moltzi fu trovata il giorno successivo, nella stessa posizione e condizione delle altre.
La sera del 7 maggio 1991, toccò invece a Karin Arogiu. La ritrovarono sul ciglio della strada: nuda e con i gioielli addosso. Era stata strangolata con il suo body e stranamente non era ricoperta di foglie.
Jack Unterweger: la polizia annaspa, il killer diventa giornalista
Nonostante tutti gli omicidi presentassero la stessa firma (vittima strangolata con i propri indumenti intimi, denudata e con i soli gioielli lasciati addosso) la polizia incredibilmente non collegò i delitti. Ai tempi, in Austra, le modalità di indagini della polizia non erano ancora "aggiornate" ai serial killer, e non esisteva nel paese un "database dei crimini" come il VICAP americano.
L’unico che individuò un case linkage, un nesso tra gli omicidi, fu l’investigatore in pensione August Schenner.
Schenner, all’epoca settantenne, si era reso contro leggendo i giornali che il modus operandi del killer era straordinariamente simile a quello di un assassino che lui stesso aveva contribuito a catturare negli anni 70. Quell’assassino era Jack Unterweger.
Intanto anche l’opinione pubblica cominciò a interessarsi agli omicidi delle prostitute: Jack ne approfittò per dire la sua, sostenendo la tesi della presenza di un serial killer austriaco.
Come se questo non bastasse a dimostrare la sua personalità narcisistica, cominciò perfino a investigare sui casi, intervistando le prostitute per strada. Il suo atteggiamento convinse una testata giornalista ad assumerlo con il compito di fare luce su uno degli omicidi che lui stesso aveva commesso, e di scrivere un articolo ben particolareggiato sulla vicenda.
Jack cominciò così a intervistare anche i poliziotti (tra i quali Max Adelbacher, direttore dell’ufficio sicurezza del dipartimento di polizia di Vienna) incaricati di catturare il “misterioso omicida”, ottenendo tutte le informazioni di cui i tutori della legge erano in possesso.
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