Herbert Mullin: la prima fase
Venerdì 13 ottobre 1972 giunse il momento per Herbert Mullin di agire.
Non era molto organizzato. Prese una mazza da baseball, salì sulla sua Chevrolet e si mise in strada, sotto una pioggia battente.
Quando incrociò un pedone che camminava solitario lungo la strada, Herbert percepì che aveva trovato il suo uomo. Si trattava di Lawrence White, un vagabondo di 55 anni senza nessuno al mondo, come tanti ne giravano all’epoca. Mullin finse di avere problemi con il motore della macchina. Non appena l’uomo si avvicinò per osservare sotto il cofano lo colpì con violenza con la mazza, fracassandogli il cranio. Caricò poi il corpo sull’auto e lo gettò giù da una riva a lato strada, per poi sparire nella pioggia. White era un emarginato, la sua morte non destò l’interesse di nessuno e, quando fu seppellito, il suo funerale fu una cerimonia deserta.
Herbert poté quindi procedere indisturbato e pochi giorni dopo si imbatté in una giovane autostoppista. Si chiamava Mary Guilfoyle, una ragazza di 24 anni che doveva recarsi a un colloquio di lavoro.
Lei era al corrente dei rischi che correvano le autostoppiste da quelle parti (l’area intorno alla città di Santa Cruz, in California, era già flagellata dalle gesta di Ed Kemper e John Frazier), ma il ragazzo che la caricò non sembrava certo un tipo pericoloso: bassino, belloccio, dalla voce sottile. Approfittando della scarsa allerta della ragazza, Mullin si fermò con una scusa in una stradina laterale, estrasse un coltello da caccia e la colpì ripetutamente al torace e alla schiena. La ragazza morì dopo pochi istanti, ma il suo corpo non venne ritrovato per mesi. Herbert volle infatti sperimentare sul cadavere le tecniche di dissezione di Michelangelo Buonarroti, di cui aveva letto una biografia. L’esperimento fu forse condotto un po’ a cuor leggero, perché la vista degli organi interni della ragazza sconvolse Mullin al punto da non voler più ripetere l’esperienza e da non voler mai riferirne i dettagli.
Il 2 novembre 1972 Herbert si recò in chiesa, per cercare la forza per smettere di uccidere ancora. Scorse un prete, all’interno di un confessionale. Si trattava di Padre Henri Tomei, 65 anni. Il ragazzo finse di volersi confessare, estrasse il coltello e colpì il prete in pieno petto.
La morte di Padre Tomei sconvolse la comunità, la polizia si mosse subito, ma, nonostante avessero a disposizione anche le impronte digitali dell’assassino e una testimone oculare, le indagini non portarono a nulla, almeno per qualche mese.
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