Herbert Mullin: follia, ricovero e cure inefficaci
Il comportamento di Herbert Mullin, da bizzarro, divenne definitivamente allarmante quando, nel 1969, durante una visita da sua sorella, manifestò episodi di ecoprassia ed ecolalia, sintomi di schizofrenia. Il ventiduenne Mullin attraversò così, per la prima volta, i cancelli di una clinica psichiatrica.
Non ci rimase molto tempo. Il Governatore della California (e futuro presidente degli Stati Uniti d'America), Ronald Reagan, approvò proprio in quei mesi una legge che impose la chiusura di diverse cliniche, tra cui quella che ospitava Herbert.
La sua famiglia, tra l’altro, non poteva certo permettersi di pagare una clinica privata. Si limitarono a sperare che bastasse tenerlo lontano dalle droghe, per loro l’unica causa dei suoi mali.
Una sera, in un bar, un Ranger, avendolo notato fissare il vuoto in uno stato simile alla trance, gli chiese di andarsene. In tutta risposta Herb afferrò il coltello che nascondeva in tasca. Il Ranger lo fermò prima che potesse fare altro e lo arrestò. Venne rilasciato dopo pochi giorni.
Appena fuori, Mullin si trasferì a San Luis Obispo, dividendo l’affitto con un altro ragazzo.
A lui confessò di ricevere comunicazioni telepatiche che gli comandavano di compiere alcune non meglio precisate azioni. Questo accadeva durante alcune sedute di meditazione al termine delle quali si procurava bruciature rituali con una sigaretta.
Il coinquilino chiese consiglio allo zio, uno psichiatra, il quale lo fece subito ricoverare.
Nell’anno successivo Herbert continuò a entrare e uscire da cliniche che venivano presto chiuse, rendendo inefficace qualunque terapia gli venisse imposta.
Un giorno, nell’autunno del 1972, un sedicente scienziato annunciò alla stampa che presto un terribile terremoto si sarebbe scatenato in California.
Quasi nessuno lo prese sul serio. Solo un giovane uomo di Santa Cruz percepì quelle parole come un segno del Destino. Herbert Mullin si preparò a compiere la sua missione.
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