Nome Completo: Herbert Richard Baumeister
Soprannome: lo Strangolatore della I-70
Data di nascita: 7 aprile 1947
Data di morte: 3 luglio 1996
Numero di vittime accertato: 16, ma sospettato per molte altre
Modus operandi: Adesca le vittime (giovani gay) nei bar, poi li sottomette obbligandoli a giochi erotici estremi. Infine li strangola per poi bruciarne i cadaveri.
Ultimo aggiornamento del dossier: 21 novembre 2014
Herbert Baumeister: infanzia e adolescenza
Herbert Richard Baumeister nasce il 7 aprile 1947 nello stato dell'Indiana e, al contrario della media dei molti serial killer trattati sulle nostre pagine, conduce un’infanzia relativamente tranquilla. Suo padre è un anestesista e sua madre una casalinga, Herbert ha una sorella maggiore e due fratelli minori. In seguito Herbert si lamenterà di generici maltrattamenti e violenze da parte del padre (e di compagni di scuola) ma non si potrà mai accertare il fatto.
I primi problemi sorgono nell’adolescenza: 1961, all’età di 14 anni, Herbert entra alla North Central High School senza mai riuscire a inserirsi, problema che lo affliggerà per tutta la durata degli studi.
Nell’ambiente scolastico contano molto i risultati sportivi e Baumeister non brilla in questo campo. Suoi compagni lo sentono spesso porsi strane domande (“Che sapore avrà l’urina?”) e in una occasione ha un comportamento clamoroso: raccoglie un corvo morto e lo depone sulla cattedra di un insegnante.
Il padre, preoccupato dagli strani comportamenti del figlio, lo porta a fare una batteria di test psicologici e ne risulta un quadro preoccupante, con possibile schizofrenia e personalità multipla.
Come spesso accade in questi casi, i test vengono effettuati più per la speranza di una risposta negativa che possa fugare ansie e paure, ma una volta che, invece, i timori sono confermati, allora non si muove muscolo per modificare la situazione. Herbert torna a scuola, guadagnandosi la nomea di "ragazzo strano" e non ha un singolo appuntamento con le ragazze.
Diplomatosi, si iscrive all’Università dell’Indiana dove conosce la sua futura moglie, Juliana Saitor. I due sono attratti da una comune visione del mondo, improntata a un forte senso di religiosità e a un aggressivo conservatorismo in politica (sono entrambi iscritti alle fila degli Young Republicans).
Comincia, verso i 20 anni, un lungo periodo di instabilità per Herbert: molla gli studi universitari dopo un solo anno di frequenza e trova lavoro in un quotidiano locale. O meglio, è suo padre a muovere qualche amicizia per trovare un buon lavoro al figlio che ha una intelligenza superiore alla media ed è molto ambizioso ma non sembra capace di interessarsi o concentrarsi a lungo in nessun impiego.
Herbert Baumeister: matrimonio e carriera
Herbert Baumeister sposa Juliana nel 1971 e poco dopo passa 2 mesi nell’ala psichiatrica di un ospedale, senza particolari effetti positivi sulla sua condizione.
I colleghi di lavoro lo ricordano come un ragazzo strano, che tentava di farsi ben volere ma spesso aveva comportamenti anomali: in occasione di un Capodanno invia a tutti delle cartoline con fotografie che lo ritraggono vestito da donna e durante il suo periodo di impiego presso l'Ufficio della Motorizzazione urina più volte sulla scrivania del direttore, fino a quando questi non è costretto a licenziarlo perché ha innaffiato di urina una lettera indirizzata al Governatore.
Anche il matrimonio con Juliana dovrebbe far suonare più di un campanello di allarme: i due hanno ben 3 figli, nel 1979, 1981 e 1984 ma più tardi la donna ammetterà che in 25 anni hanno avuto solo 6 rapporti sessuali. Eppure la donna rimane fedele al marito e sottoposta al suo volere, giungendo a mantenere con il suo lavoro la famiglia dopo il licenziamento di Herbert.
I due hanno progetti ambiziosi, vorrebbero aprire una loro attività e l’opportunità in questo senso si presenta nel 1988, quando Herb grazie a un prestito di sua madre riesce ad aprire un negozio, il Sav-A-Lot (un gioco di parole per risparmia un sacco), collegato a enti di beneficenza. Il locale in pratica raccoglie articoli e merce di seconda mano regalata da benefattori per poi rivenderla a basso prezzo, dividendone i ricavati con gli Enti.
Un salto di qualità per Herb, che negli anni precedenti aveva conosciuto la disoccupazione, il carcere (furto d’auto), un acuirsi del già presente alcoolismo e infine la morte del padre iper-protettivo.
I due ci sanno fare e ben presto gli affari cominciano ad andare molto ben, al punto che aprono una filiale. Si tratta di anni molto stressanti per Herb, che lavora tantissimo e riesce a comprare una splendida casa in un sobborgo molto ricco appena fuori Indianapolis, con tanto di piscina interna e stalla.
Ma mentre l’Herbert Baumeister ufficiale è alla prese con una scalata sociale che porta lui e la sua famiglia negli strati alto borghesi della città, c’è un altro Herb, quello che da piccolo desiderava conoscere il sapore dell’urina e che lasciava corvi morti sulle cattedre, che compie un analogo processo di scalata, ma all’inverso, negli abissi della follia.
È un Herbert che percorre in lungo e in largo alcuni quartieri di dubbia fama della città, che si avventura nei bar gaye sceglie con cura le sue prede, le porta nella villa in campagna e quindi le strangola, bruciandone poi i resti e disperdendo senza troppa cura quel che alla fine il fuoco non è riuscito a consumare.
Herbert Baumeister: gli omicidi
Per raccontare degli omicidi dell'assassino seriale chiamato Herbert Baumeister la cosa migliore è forse quella di fare un salto laterale e spostare l’attenzione su un ex sceriffo che è diventato un abile investigatore privato, Virgil Vandagriff.
Virgil si occupa, durante i primi ‘90, di due casi di sparizioni di giovani ragazzi che fanno scattare in lui alcuni campanelli d’allarme: troppe similarità, troppe coincidenze difficili da spiegare e una testimonianza che sembra gettare una strana ombra sulla faccenda. Durante l’investigazione riguardante queste sparizioni Virgil incappa in un super testimone, tale John (nome di fantasia, ovviamente), che conosceva una delle persone scomparse e asserisce di essere sicuro di aver scampato di poco la morte per mano del probabile assassino.
John aveva accettato un invito a casa da parte di Brian Smart (nome con cui si era presentato Herb), che lo aveva portato in una grande villa in una contea periferica, deserta: dentro la villa una piscina e, particolare che lo aveva colpito, strani mucchi di manichini che, asseriva Brian, gli tenevano compagnia quando si sentiva solo.
Brian era quindi scomparso, tornando poco dopo visibilmente alterato, come sotto effetto di cocaina, e lo aveva quindi convinto a tentare giochi erotici di strangolamenti. John si era quindi finto morto e Brian aveva presto perso interesse, finendo quindi per addormentarsi senza ammettere che l’amico scomparso di John potesse essere una delle vittime di questi giochi. John si era quindi fatto riaccompagnare a casa con la convinzione che Brian fosse colpevole.
John non riusciva assolutamente a ricordare con precisione né l’ubicazione della casa né altri particolari e diventava difficile convincere la polizia ad effettuare altre indagini, anche perché alcune sparizioni di omosessuali in piena Bible Belt (così ci si riferisce all'area sud est degli USA, spesso pregna di un protestantesimo evangelico e conservatore) interessavano ben poche persone.
La vicenda si trascina per più di un anno: vengono tentati approfondimenti sia da parte dell’investigatore privato che da parte di un ufficiale di polizia particolarmente sensibile al caso che stava già investigando su molteplici sparizioni nell’ambito del circuito dei bar e posti di ritrovo gay, ma senza particolari risultati. La svolta si avrà per la solita combinazione di caso e trascuratezza da parte del serial killer.
Le cose per Baumeister nel frattempo, avevano cominciato a prendere una brutta piega.
Tutti i fantasmi che era riuscito a tenere nascosti sotto la superficie fino a inizio anni novanta cominciano ad affiorare: beve sempre più spesso, tratta peggio la moglie, diventa sempre più trascurato sul lavoro trattando i suoi dipendenti come schiavi e assentandosi per ore, spesso tornando con nel fiato l’odore dell’alcool.
Nel 1994 viene arrestato per guida in stato d’ebbrezza e rilasciato dopo tre giorni di carcere e poco dopo uno dei figli, giocando nel giardino di casa, trova i resti di un teschio umano.
Herb mette una pezza alla faccenda asserendo che si tratta di materiale ce usava suo padre quando faceva l’anestesista ma non passa giorno che non si formi qualche nuova crepa nella sua facciata di rispettabilità.
Gli affari vanno sempre peggio, i due negozi sono sempre più trascurati e l’ente di beneficenza ritira il suo appoggio. Infine, la moglie è sempre più tentata di chiedere il divorzio.
L’anno dopo, nel 1995, il castello di carte crolla definitivamente: Herb chiude i negozi ed è sempre più vicino al crollo, cede alla tentazione e torna a frequentare un bar gay, viene notato da John che riesce a prendere il numero di targa e a fornirlo alla polizia. L’ufficiale confronta Herb ma ottiene un netto rifiuto alla richiesta di perquisire la sua casa, stessa cosa avviene con la moglie.
Herbert Baumeister: la scoperta, la fuga e la morte
Ma è solo questione di tempo: passano pochi mesi e la moglie di Herbert Baumeister, ormai esausta da una relazione sempre più fredda, dal crollo nervoso di suo marito e dalla chiusura dei due negozi, approfittando di una vacanza del marito insieme a uno dei figli, chiama il suo legale e concede alla polizia il permesso di perquisire la villa.
Gli eventi precipitano: le forze dell’ordine inciampano letteralmente nelle ossa umane disseminate nel giardino e in un canale di scolo che divide una proprietà dall’altra rinverranno alcune casse toraciche insieme a delle lattine di birra della marca preferita da Herb.
Su un fronte si lavora alla raccolta delle prove mentre sull’altro si cerca di rintracciare il killer che, dopo aver pensato a qualche trucco della moglie per ottenere il divorzio in fretta, si accorge di essere stato definitivamente scoperto: cede la custodia del figlio e scappa in Canada.
La polizia, completati i lavori di ricerca, conterà più di 5.000 fra ossa, frammenti e denti, per un totale di 11 diverse vittime delle quali, alla fine, solo quattro verranno identificate. Esaminando le date la moglie di Herb viene facilmente scagionata: suo marito colpiva solo in occasione dei periodi di vacanza lontano da casa della moglie.
Herb era solito impostare un rapporto di dominazione con la vittima prescelta, legandola e sottoponendola quindi al “gioco” dell’asfissia per strangolamento durante il rapporto sessuale, gioco che inevitabilmente si concludeva con la morte del malcapitato. Herb provvedeva quindi a bruciare il corpo e nascondere malamente, senza nessuna cura o timore, le ossa.
Il 3 luglio 1996, chiuso nella sua Buick, a Pinery Park, Canada, Herbert Baumeister si spara in testa con la sua .357 Magnum, lasciando una lettera di tre pagine che spiega come sia giunto al gesto in seguito alla rovina economica e matrimoniale. Non scrisse una sola parola riguardo agli omicidi.
Un poliziotto asserirà di aver controllato Herb e la sua macchina poco tempo prima e di aver intravisto molte videocassette, mai più ritrovate, che diventa obbligatorio collegare con la telecamera nascosta nell'ambiente della piscina interna di casa sua.
L’investigatore Virgil, in seguito, discutendo del caso con vari altri ufficiali, giungerà a collegare Herb a un'altra serie di delitti seriali, quella dello Strangolatore dell’I-70 (The I-70 Strangler) in Ohio, luogo dove Herb si recava spesso per affari.
Lo strangolatore serial killer caricava giovani omosessuali, li uccideva con modus operandi assai simile a quello di Herb e poi ne scaricava i corpi lungo la Interstate 70. La serie avvenne a inizio anni '90 e si concluse con l’inizio delle sparizioni di gay in Indiana. Nonostante una mole di prove indiziarie, il collegamento non è certo e non è stato accettato dalle autorità, ma si ritiene che Baumeister possa aver ucciso più di 25 persone.
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