Henry Lee Lucas, la storia del serial killer

Nome completo: Henry Lee Lucas

Nato il: 23 agosto 1936

Morto il: 11 marzo 2001

Vittime accertate: 9

Vittime presunte: 9-600

Modus Operandi: Le vittime erano uomini e donne scelti casualmente. Le modalità di omicidio erano molto diverse fra loro; atti di necrofilia; a volte, per occultare i corpi, si riscontrano atti di smembramento.

Ultimo aggiornamento del dossier: 20 agosto 2015


Henry Lee Lucas: Vomitato all’Inferno

Henry Lee Lucas nacque il 23 agosto del 1936 a Blacksburg, un paese sperduto fra i monti della Virginia.
Il padre alcolizzato era un invalido che aveva perduto le gambe, e sbarcava il lunario vendendo penne e whisky di contrabbando. La madre, Viola, era una prostituta che portava a casa la maggior parte dei guadagni. Aveva già un altro matrimonio alle spalle, dal quale aveva avuto sette figli.

Henry crebbe isolato dal resto della comunità, in un clima di estrema povertà (la casa era poco più di una capanna, senza luce né acqua) e violenza. La madre lo picchiava e lo insultava fin dalla più tenera età. Lo costringeva, insieme con il fratello maggiore Andrew e con il padre invalido, ad assistere alle sue performance sessuali con i clienti, a casa, e si divertiva a mandarlo a scuola senza scarpe e con i segni dei pestaggi. Il primo giorno di scuola lo vestì come una bambina.

Un giorno Henry si rifiutò di compiere un lavoro, e lei lo colpì con un ciocco di legno. La botta fu talmente violenta che gli aprì una ferita in testa fino all’osso e lo mandò in uno stato comatoso per tre giorni.

In seguito il bambino ebbe un altro grave incidente e perse la vista dall’occhio sinistro, poi sostituito da una protesi che peggiorò ancora di più il suo aspetto. Dovendo accudire il padre invalido, Henry conobbe presto il piacere del whisky. A dieci anni era già un alcolizzato.

Bernie gli fece scoprire anche il sesso, portandolo un giorno in montagna e costringendolo ad accoppiarsi con un vitello morente, che lui stesso aveva sgozzato sotto gli occhi sconvolti del ragazzo.
L’associazione crudeltà-sesso scatta facilmente, e Henry iniziò a usare per i suoi sadici esperimenti sessuali degli animali, soprattutto cani.


Henry Lee Lucas: adolescenza, prigione e matricidio

Nel 1950 il padre di Henry Lee Lucas morì per una polmonite. L’uomo era fuggito in una notte d’inverno fuori dalla casa, schifato dall’ennesimo spettacolo di Viola che faceva sesso con uno sconosciuto. Questo evento influirà sul carattere di Henry, rendendolo ancora più cupo e desideroso di fuggire da quel posto maledetto.
Quando Andrew scappò per arruolarsi in marina, Henry si decise a fare lo stesso. Andò a stare da alcuni parenti, poi da solo e lavorò come bracciante.

Nel 1952 fu arrestato per violazione di proprietà privata, danni e furto.
Fu mandato in un istituto correttivo in Virginia, dove ebbe una relazione omosessuale con un compagno di cella. Nel 1953 riuscì a passare alla sesta classe nella scuola del riformatorio.

Scarcerato, lavorò ancora come bracciante, ma fu arrestato di nuovo per rapina e mandato al Penitenziario di Stato della Virginia. Fuggì rubando una macchina e scappò fino in Michigan, dove fu arrestato e detenuto prima in Ohio e poi di nuovo in Virginia, per finire a scontare la pena.

Nel 1959 fu rilasciato e andò a vivere da Opal, una sua sorellastra. Conobbe Stella, una ragazza che aveva intenzione di sposarlo. Ma a ciò si opponeva con violenza la madre che aveva intenzione di costringerlo ad accudirla fino alla fine dei suoi giorni. Ci fu un litigio molto violento, durante il quale Stella fuggì, inorridita dalla situazione familiare di Henry. La discussione tra madre e figlio continuò nell’appartamento di Opal, dove, ad alcune percosse di Viola, Henry rispose strangolandola e pugnalandola. Dopodiché fuggì impaurito in auto verso l’Ohio.

La madre non morì subito, ma rimase in vita ancora per quarantotto ore. Quando Opal tornò a casa chiamò subito l’ambulanza, ma ormai per Viola non c’era più niente da fare.


Henry Lee Lucas: condanna, formazione e libertà

Henry fu condannato nel 1960 per omicidio di secondo grado a una pena fra i 20 e i 40 anni e inviato al Penitenziario Statale di Jackson, nel sud del Michigan, con la possibilità di uscire dopo pochi anni sulla parola.

Quegli anni furono per Henry un incubo senza fine. Era tormentato da voci e rumori che venivano dalla sua testa, dalla voce della madre che gli suggeriva di comportarsi male e lo spingeva a cercare il suicidio. Cosa che tentò per ben due volte, ma senza riuscirvi. Fu portato in un ospedale psichiatrico dove fu imbottito di medicinali e sottoposto a elettroshock.

Al ritorno nel penitenziario cercò di tranquillizzarsi e di inserirsi nell’ambiente carcerario, ma senza desistere dai suoi propositi omicidi. Si comportò bene e cominciò a studiare, leggendo in biblioteca e analizzando i dossier degli altri prigionieri, cercando di capire come fosse possibile evitare la cattura da parte della polizia dopo aver commesso un crimine.

Henry Lee Lucas fu rilasciato anticipatamente nel 1970. Vagò senza posa per diversi stati (Maryland, Texas, Pennsylvania, Delaware, Virginia, West Virginia) cambiando molti lavori saltuari poco retribuiti.

Tentò per due volte la convivenza, ma entrambi i tentativi fallirono.
Il primo fu con una donna sposata, che dopo un po’ scoprì che Henry violentava le sue due figlie.
Il secondo fu con una cameriera d’albergo, ma la storia finì presto.

Cercò rifugio presso parenti, ma il suo arrivo destabilizzava sempre l’atmosfera familiare. Anche una sua sorellastra lo accusò di aver violentato le sue figlie. Henry fuggì con una vettura rubata e scappò in Florida. Arrivò a Jacksonville.
Lì incontrò Ottis Toole e la sua vita prese precipitò ancor di più nella violenza e nella perversione.

Clicca per continuare a leggere la storia di Henry Lee Lucas sul dossier dedicato a Otis Toole

Le pagine seguenti del dossier di Lucas si riferiscono al periodo successivo alla "rottura" della coppia omicida, all'incirca dal 1982.


Henry Lee Lucas e la sua Becky

Quando Henry tornò a Jacksonville, trovò ad attenderlo Becky. Insieme i due decisero di gettarsi all’avventura e di migrare in California. Durante il lungo viaggio Henry ebbe occasione di uccidere ancora e di compiere un’altra esecuzione per conto della Mano della Morte. L’obiettivo era un avvocato del Texas che era sul punto di scoprire qualcosa sulla setta. Le modalità dell’omicidio lasciarono perplessi gli inquirenti: rispecchiava fedelmente l’omicidio che Henry aveva compiuto per entrare nella setta.

La coppia giunse in California senza soldi e affamata, girovagarono per l’Oregon e Washington senza meta. Henry Lee Lucas continuava a rapinare, stuprare e uccidere. Becky si accorse che la California non era il paradiso in terra, come pensava, e cominciò a protestare, dicendo di voler tornare in Florida.

Nel gennaio del 1982 facendo l’autostop, incontrarono un uomo, Jack Smart, che s’impietosì di loro. Gli diede rifugio, poi vitto e alloggio in cambio del lavoro di Henry nel suo negozio di antiquariato. In questo periodo Henry conquistò la fiducia dei vicini, s’impegnò nel lavoro prendendosi, ogni tanto, uno o due giorni di riposo per un compiere una gita fuori città e soddisfare le sue voglie omicide.

Su proposta dei coniugi Smart, Henry e Becky decisero di accudire la madre della moglie di Smart, Kate Rich, a Ringgold in Texas. All’inizio tutto sembrava procedere per il meglio, ma ben presto Henry cominciò ad approfittarne, e quando pagò con assegni falsi i negozianti della zona, i parenti fecero irruzione nella casa di Rich. Trovarono l’anziana donna in uno stato pietoso, abbandonata in mezzo ai rifiuti e alla sporcizia.
Henry e Becky furono cacciati.


Henry Lee Lucas e la Casa della Preghiera

Di nuovo sulla strada senza un quattrino. Incrociarono il loro cammino con un predicatore di Stoneburg, il Reverendo Ruben Moore, che li accolse nella sua povera comunità religiosa, “La Casa della Preghiera”.

Becky imparò diversi mestieri, ma soprattutto cominciò a riflettere sulla sua vita alla luce degli insegnamenti cristiani. Riallacciò i rapporti con Kate Rich. Le discussioni con Henry sulla loro vita senza futuro e sulla sua volontà di redimersi divennero sempre più violente. Henry capì che era pericoloso rimanere lì, così partirono per la Florida, dove Becky voleva tornare.

Nell’agosto del 1982 giunsero alla periferia di Demon County, in Texas, e lì, dopo un’ennesima accesa discussione, Henry uccise Becky a coltellate, poi ne stuprò il cadavere.

Senza soldi, tornò nella comunità religiosa di Moore, dicendo che Becky era scappata con un camionista. Kate Rich, che frequentava la comunità, non credeva alla sua versione. Con una scusa lui riuscì allora a portarla su una strada deserta, e lì l’ammazzò a coltellate, poi la stuprò. La notte stessa tornò sul luogo del delitto, smembrò il cadavere e stipò i pezzi in sacchi d’immondizia. Fino all’alba rimase di fronte al grande forno della comunità a bruciare i resti, per poi sparire rubando l’auto del reverendo.

I parenti della Rich avvertirono della scomparsa della donna lo sceriffo della zona, Bill Conway. Nel frattempo Henry Lee Lucas era scappato in California, rifugiandosi imprudentemente dagli Smart. La polizia riuscì ad arrestarlo, però non poté trattenerlo senza prove e lui tornò a viaggiare in lungo e largo, lasciandosi dietro una scia di sangue, prima di tornare scioccamente dal reverendo Moore, che nel frattempo era stato interrogato dallo sceriffo. Nella Casa della Preghiera avvenne l’arresto.


Henry Lee Lucas & Ottis Toole: processo e confessioni

All’inizio Henry non ebbe alcuna intenzione di confessare il delitto di Kate Rich, né tantomeno di far luce sulla scomparsa di Becky. Ma il 15 giugno del 1983, chiamò a gran voce dalla cella in cui era rinchiuso. Disse che una luce aveva riempito la sua stanza e voleva confessare tutto.

La lista degli omicidi dei quali si dichiarò colpevole divenne sempre più lunga. In un primo tempo ne confessò 77 in 19 stati.

In Texas giunsero inquirenti dagli altri Stati, per appurare il coinvolgimento di Henry in molti delitti rimasti risolti. La lista crebbe a dismisura fino a dimensioni spaventose. Henry Lee Lucas aveva confessato circa 600 omicidi in 26 stati, molti dei quali commessi con Ottis Toole al tempo del loro incontro e della Mano della Morte.

Toole, al tempo della confessione di Lucas, era già in carcere in Florida. Non fu preoccupato di essere coinvolto e perdonò a Henry anche l’uccisione della nipotina Becky.

Il processo a loro carico, lungo e complesso, si risolse con la condanna a cinque ergastoli consecutivi per Ottis Toole, e alla condanna a morte più svariate condanne al carcere a vita per Henry Lee Lucas.

Nel 1998, poco prima che fosse eseguita l’esecuzione di Lucas, l’allora governatore del Texas, George W. Bush Jr., commutò la condanna a morte in una condanna di carcere a vita.

Henry Lee Lucas morì per un attacco cardiaco nella sua cella, ad Huntsville Prison, Texas, l'11 marzo 2001 .
Ottis Toole morì invece nel 1996 a causa di una cirrosi epatica che lo stava consumando da tempo.


Lucas & Toole: Quante sono le vittime?

La paternità di Lucas negli omicidi da lui confessati è un problema che rimarrà insoluto per sempre. Il processo che emise la condanna a morte lo dichiarò colpevole di nove omicidi.
Ma i dubbi e le incertezze rimangono. A complicare le cose è lo stesso Henry, un uomo incline alla mistificazione, al raggiro, alla contraddizione, alla bugia iperbolica e alla ritrattazione.

Quando cominciò la sua confessione nel giugno del 1983, sembrava che molti casi fino ad allora insoluti potessero finalmente trovare una chiara conclusione. Gli inquirenti di diversi Stati si precipitarono in Texas, per seguire le sue dichiarazioni, ma lui cadeva in contraddizione (si era dato la colpa di omicidi che erano avvenuti nello stesso periodo ma in Stati diversi), cominciò ad attribuirsi la paternità di alcuni assassini avvenuti in Canada. Arrivò a rivendicare omicidi in Spagna e Giappone, sebbene non c’è alcuna prova che lui abbia mai lasciato gli Stati Uniti.

Una volta assicurò che era andato in Guyana, e che aveva personalmente rifornito il famigerato reverendo Jim Jones del cianuro che il capo carismatico della setta del "Tempio del Popolo" aveva usato per compiere, nel 1978, il più grande suicidio collettivo di massa dell’era contemporanea.

Le autorità pensarono che Henry fosse un reo confesso compulsivo, un megalomane, o che mirasse a ottenere qualcosa. In seguito, cominciò a ritrattare, gli omicidi non erano più seicento, ma cinquecento, poi solo trecentocinquanta.

Ai visitatori e ai giornalisti che lo andavano a trovare in prigione e gli chiedevano di Becky, lui ripeteva che la ragazza era scappata con un camionista. Dichiarò che era stato costretto a confessare tutta quella mole di crimini, per poi ritornare a confermare alcune deposizioni che aveva precedentemente sconfessato.

Per un lungo periodo affermò che l’unica sua vittima era stata sua madre, Viola.

La stessa confessione riguardante il culto della "Mano della Morte" lascia profonde titubanze negli inquirenti. Gli anni della terribile coppia venuta dall’inferno, dei vagabondaggi di Henry dopo l’uccisione di Kate Rich rimangono per buona parte oscuri.

Le indagini condotte dalla polizia del Texas, congiuntamente ai risultati delle indagini svolte in Florida, dicono che alla coppia Henry Lee Lucas & Ottis Toole si potrebbero attribuire circa centotto omicidi, senza contare quelli eseguiti in modo autonomo.
Altri studiosi, più cauti, riducono il numero degli omicidi a 90.

Addirittura, l’esperto di serial killer Robert Ressler crede che Henry possa essere responsabile di circa cinque omicidi.
Da parte sua, Ottis Toole fece delle confessioni riguardo il periodo di attività con Henry Lucas, che nel frattempo stava "cantando" in una prigione del Texas. Ottis confessò 25 omicidi in 11 stati, e 108 omicidi in collaborazione con Lucas.

Sotto una nebbia fatta di mancanza di prove e testimonianze, e resa ancora più impenetrabile dall’ambiguità e dalla morte di Lucas, si celano anni di terrore, le morti abominevoli di vittime innocenti, che si accumulano in un virtuale mattatoio a cielo aperto, un carnaio del quale non conosceremo mai le vere dimensioni.

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