David Berkowitz, la storia del serial killer

Nome Completo: David Richard Berkowitz

Soprannome: Son of Sam, il Figlio di Sam

Nato il: 1 Giugno 1953

Morto il: ancora in vita

Vittime Accertate: 6

Vittime Ferite: 9

Modus operandi: si muove di notte, insegue le sue vittime in strada, o le trova all'interno di macchine ferme, porta una pistola calibro .44 in una busta della spesa, quando individua ciò che vuole si avvicina, la estrae e spara.


New York. È il 26 luglio del 1976.
Donna Laurie e Jodi Valenti stanno parlando all'interno della macchina di quest'ultima, parcheggiata sul lato di una strada nel Bronx, davanti alla casa di Donna. È l'una del mattino. Una delle due ragazze si accorge che la sagoma di un uomo si è avvicinata al finestrino del lato passeggeri. Chiede all'altra: «Chi è quest'uomo? Cosa vuole?»
Subito dopo la sagoma tira fuori da una busta per la spesa quella che sembra una pistola e la punta all'interno dell'abitacolo. Cinque colpi secchi, poi scappa. Donna Laurie, diciotto anni, muore sul colpo. La sua amica Jodi Valenti, diciannovenne, colpita alla coscia, suona il clacson, poi esce in fretta dall'abitacolo e comincia a urlare, chiamando aiuto. Il padre di Donna la sente, ed esce dall'appartamento in pantofole e pigiama. Sua figlia sarà portata di corsa in ospedale, nella vana speranza di salvarle la vita. Jodi, sotto stato di shock, darà un primo, confuso identikit dell'aggressore.

La polizia penserà a uno scambio di persona, o alla folle azione di uno psicopatico. Nessuno ancora poteva sapere che quell'uomo si chiamava David Berkowitz, e che quel giorno, il 26 luglio 1976, con una calibro .44 Charter Arms Bulldog, aveva celebrato il rituale d'apertura dell'anno in cui il Figlio di Sam passò all'azione.


David Berkowitz: infanzia e famiglia

David nasce il 1 giugno del 1953, e viene adottato da Nathan e Pearl Berkowitz, i quali non potevano avere figli naturali.
Cresce nel Bronx. È un bambino solitario, violento e iperattivo.

«Per quanto mi ricordi la mia infanzia non è stata come quella di un qualsiasi bambino normale. Tutto è iniziato quando avevo circa cinque o sei anni. Ero completamente fuori controllo. Mi scatenavo per tutta la casa, a volte gettando oggetti dalla finestra. Una tremenda forza si era impossessata di me, e mi spingeva a distruggere tutto ciò che mi circondava, e a far male anche a me stesso. Altre volte restavo in totale silenzio. Mi chiudevo al buio e ci stavo delle ore intere. Quando sedevo sul davanzale dondolando le mie gambe nel vuoto (stavamo al sesto piano), mio padre correva nella stanza e mi allontanava da lì, perché non provassi a suicidarmi. Poteva succedere che urlavo senza alcun motivo. Delle notti sentivo una forza maligna dentro di me, così scappavo di casa e iniziavo a girare per le strade buie, attraversavo il vicinato come un gatto randagio, e poi tornavo salendo dalla scala antincendio: i miei genitori non l'hanno mai saputo. Ero tormentato, i miei genitori mi vedevano come una persona tormentata, e per questo piangevo. La scuola mi mandò da uno psicologo per bambini, ma la terapia non ebbe effetto.» (David Berkowitz)

Nel 1967 Pearl Berkowitz muore di cancro.
«Per la maggior parte, mia madre era stata la mia fonte di stabilità. Quando morì la mia vita scivolò piano piano in un baratro. Ero senza speranza e sempre più depresso. Ero più ribelle, e cominciai a non andare più a scuola.»

David ha solo quattordici anni. Vive con il padre, fino al 1971, quando questi si risposa.
La nuova moglie è però disturbata dalla presenza di David in casa, così Nat decide di prendere armi e bagagli, e andarsene con la moglie in Florida, lasciando il diciottenne David da solo nel Bronx.


David Berkowitz: l'esercito, la ricerca delle proprie origini, Richard Falco

Nello stesso anno, David entra nell'esercito, dove si rivela un ottimo tiratore.
Durante la leva si converte dal Giudaismo alla Chiesa Battista, ma poi perde interesse.
L'unica esperienza sessuale che vive è una piccola storia con una prostituta coreana, a causa della quale contrae una malattia venerea.

In seguito se ne torna nel Bronx, solo e senza direzione, finché nel 1974 non scopre di essere stato adottato, e decide di andare alla ricerca dei suoi veri genitori. Tramite la società della Bureau of Records, viene a sapere il suo vero nome, Richard David Falco.

Nell'elenco telefonico trova il numero di Betty Broder Falco, e la chiama. Betty si dimostra molto disponibile, e mette al corrente David degli eventi che hanno portato alla sua adozione.
Betty, di origini ebraiche, era cresciuta nella sezione Bedford-Stuyvesant del Brooklyn. La sua famiglia era povera, e dovette sudare molto per sopravvivere alla Depressione.
I genitori si era opposti al rapporto di Betty con Tony Falco, proprietario di una pescheria, che lei poi sposò: da lui ebbe una bambina, Roslyn. Intorno al 1953, Tony lasciò Betty per un'altra donna. Betty la prese molto male, ma presto cominciò a vedersi con un uomo sposato, certo Joseph Kleinman, finchè si ritrovò incinta.
Allora Joseph disse a Betty che si sarebbe preso cura di lei e della piccola Roslyn, ma che il nascituro doveva essere dato in adozione.

Così ancor prima che David nascesse, era già stata decisa la sua nuova casa, e i suoi nuovi genitori.

David rimane turbato nel sentire tutto ciò, ma prende a visitare Betty e Roslyn (Joseph era morto di cancro nel 1965).
Nel 1975, però, il legame si allenta, le visite calano, e poco prima del suo primo omicidio, Roslyn dice di essere preoccupata per i continui e massicci attacchi di mal di testa del fratello.


David Berkowitz: occultismo, la Bibbia di Satana e i demoni

«Nel 1975 ho incontrato un gruppo di ragazzi a una festa che erano, lo scoprii dopo, coinvolti nell'occultismo. Io ero sempre stato affascinato dalla stregoneria, dal satanismo e dalle scienze occulte fin da quando ero bambino. Crescendo iniziai a vedere miriadi di film horror e a sfondo satanico, come Rosemary's Baby: questo specialmente catturò i miei pensieri. Ora che sono ventiduenne questa forza maligna sta iniziando a uscire fuori. Ovunque io mi giri vedo segni o simboli che mi rimandano a Satana. Mi sento come se qualcosa stesse tentando di prendere il controllo della mia vita. Ho cominciato a leggere la Bibbia di Satana, scritta da Anton LaVey, fondatore della Chiesa di Satana di San Francisco, del 1966. Ho cominciato, innocentemente, a praticare vari rituali e incantesimi occulti.»

«È fredda e triste, ora, New York, ma va bene, perché questo tempo mi fa sentire... triste. Papà, il mondo sta divenendo scuro. Lo sento sempre di più. La gente ha sviluppato un odio nei miei confronti. Non puoi credere quanta gente mi odia. Molte persone vorrebbero uccidermi. Io non le conosco, ma loro vogliono uccidermi. Molti di loro sono giovani. Io cammino lungo la strada, e loro mi sputano e mi danno calci. Le ragazze mi chiamano brutto, e questo mi fa più male. I ragazzi ridono. In ogni modo, presto tutto andrà per il verso giusto.»

Dopo aver scritto questa lettera David si chiude nel suo appartamento per un mese, uscendo solo per procurarsi da mangiare. Sul muro scrive queste parole con un pennarello: «In questo buco vive The Wicked King. Uccidere per il mio Maestro. Io trasformo i bambini in assassini.»

Nel Natale del '75 David di accorge che solo dando ascolto e obbedienza ai propri demoni potrà liberarsi del loro tormento, così la sera presto prende un lungo coltello e sta fuori delle ore a caccia di belle e giovani ragazze. I demoni lo avvertiranno quando avrà trovato quella giusta.

Un sera torna da Co-op City, dove lui e Nat avevano condiviso l'appartamento dopo la morte di Pearl. Una donna sta uscendo da un alimentari. Improvvisamente, i demoni ordinano a David di ucciderla: «Dev'essere sacrificata.»
Lui le affonda il coltello due volte sulla schiena. La donna si gira e lo guarda, poi inizia a urlare e corre via.

Più tardi, la polizia tenterà senza successo di ricostruire l'accaduto. Un'altra ragazza viene aggredita da David, sempre con il coltello: si tratta di Michelle Forman, di quindici anni, che resta gravemente ferita, ma riesce a fuggire.

Dopo questi due attacchi, accaduti durante il periodo natalizio, David torna a lavorare come Guardia di sicurezza per la compagnia IBI.

David Berkowitz: gli incendi, i cani, General Jack Cosmo

A gennaio del 1976 David Berkowitz si trasferisce dal suo piccolo appartamento nel Bronx in una casa bifamiliare a Yonkers, posseduta da Jack e Nann Cassara. Firma un contratto d'affitto per due anni, e lascia 200 dollari di deposito.

Dopo tre mesi lascia la casa per andare a stare in un appartamento al 35 di Pine Street, sempre a Yonkers, senza riprendersi i 200 dollari di deposito.

David sfoga la sua rabbia e la sua violenza appiccando incendi. Il suo diario testimonia che 1.400 degli incendi scoppiati a New York nel 1975 li ha causati lui.

Lo stesso Berkowitz afferma che il suo stato è condizionato dall'oscura azione di demoni che lo tormentano attraverso l'estenuante abbaiare dei cani dei vicini, e gli ordinano di dare inizio ad atti di violenza. Soprattutto il pastore tedesco dei Cassara lo infastidiva insostenibilmente, allo stesso modo di Harvey, il labrador nero dei Carr, i vicini dell'appartamento al 35 di Pine Street, che David provò a uccidere con una bomba Molotov, per poi colpirlo con la pistola.

«Tornavo a casa da Coligni Avenue, erano circa le sei e trenta del mattino. Iniziò lì, la tortura. Li sentivo tutta la notte ululare. Mi facevano urlare. Urlavo loro di smetterla. Ma niente. I demoni non si fermano mai. Non potevo dormire. Non avevo forza per combattere. Riuscivo a malapena a guidare. Avevo bisogno di dormire... I demoni non volevano lasciarmi un secondo di pace.»

«Quando mi trasferii dai Cassara, tutto sembrava bello e tranquillo. Ma mi prendevano in giro. Mentivano. Mi illudevo che appartenessero alla specie umana. Ma non era così. Improvvisamente i Cassara si rivelarono demoni. Iniziarono a ululare e urlare. Sangue e Morte, chiamavano i nomi dei maestri! The Blood Monster, John Wheaties, General Jack Cosmo.»

Jack Cassara, per David, era diventato General Jack Cosmo, il comandante di tutti i cani del male che si aggiravano per New York City, mentre Sam Carr era posseduto dal demone Sam, che lavorava per General Jack Cosmo: è a Sam che si riferisce David, quando si appella il Figlio di Sam. Ora David avverte tutti di prendere sul serio quello che lui afferma: «Questo Sam e i suoi Demoni saranno responsabili di molti omicidi.»


Son of Sam: gli omicidi del 1976

Donna Laurie è la prima vittima. 26 luglio. Quasi tre mesi dopo, il 23 ottobre 1976, il ventenne Carl Denaro si trova in un locale del Queens a bere con degli amici. Fra pochi giorni entrerà nella Air Force, e passerà un po'di tempo prima che li possa rivedere. Fra di loro c'è anche una ragazza, Rosemary Keenan, che Carl conosceva dai tempi del college.
Verso le 2 e 30 del mattino Carl e Rosemary lasciano il locale, e con la macchina di Carl, una Volkswagen Beatle rossa, si dirigono verso casa di lei, davanti alla quale parcheggiano per parlare un po'. Improvvisamente un uomo si avvicina al finestrino dell'auto, dal lato passeggeri, estrae una pistola e spara cinque colpi all'interno dell'abitacolo, ferendo gravemente Carl alla testa.
Terrorizzata, Rosemary riporta la macchina davanti al locale dove trova gli amici di Carl, che lo prendono e lo trasportano all'ospedale. Qui i chirurghi gli sostituiranno parte del teschio danneggiato con una placca di metallo. Le conseguenze della ferita lo segneranno per il resto della sua vita.

David dichiara a Robert Ressler, veterano dell'FBI, in un'intervista dopo la cattura, che seguire le donne di notte era per lui un'avventura.

Poco più di un mese dopo, la sera del 26 novembre del 1976, Donna DeMasi, sedici anni, e la sua amica Joanne Lomino stanno tornando in autobus verso casa dal cinema. È tardi. Il bus si ferma vicino all'abitazione di Joanne. È lei stessa a notare la sagoma di un uomo che cammina vicino a loro. Così incita l'amica a camminare più veloce.
Quell'uomo le sta seguendo. Le affianca. Chiede «Sapete dove...», poi afferra la pistola dalla giacca e spara a entrambe, quindi scarica il caricatore sulla facciata di una casa vicina.
Sentendo le urla delle ragazze, i familiari di Joanne escono in fretta di casa per aiutarle. Le portano all'ospedale.
Donna se la caverà. Un proiettile le è passato a pochi centimetri dalla spina dorsale.
Ma per Joanne le cose stanno peggio: sopravvive, ma resta paraplegica.

Le aggressioni ora sono tre, accadute fra il Bronx e il Queens, e solo un proiettile è stato recuperato intatto, impedendo così alla polizia di poter risalire a un solo individuo sospetto.

Se non trova una vittima, torna sulle scene dei crimini precedenti per richiamarne le sensazioni.

Son of Sam: nuovo anno, nuova azione

Tutto tace per due mesi. Fino alla notte del 30 gennaio 1977.
Christine Freund e il suo compagno, John Diel, poco dopo mezzanotte lasciano la Wine Gallery e si dirigono passeggiando verso la macchina di lui, una Pontiac Firebird. Non si accorgono che un uomo li sta osservando, segue i loro movimenti.
Appena si siedono in macchina, due colpi brillano nel buio, mandando in frantumi i finestrini dell'auto. Entrambi fanno centro nella testa di Christine. L'uomo sparisce. John appoggia la testa di Christine sul suo sedile e corre fuori in cerca di aiuto, tentando di richiamare l'attenzione delle macchine di passaggio. Gli inquilini nelle case vicino che hanno sentito gli spari chiamano la polizia.
Christine morirà poche ore dopo, in ospedale.

Per lui era quasi un'esperienza erotica, vedere le tracce di sangue a terra, tracce di gesso segnate dalla polizia: non c'era rimorso, nel tornare sulla scena del crimine, ma viveva lo stimolo sessuale nella memoria delle sue azioni.

A questo punto entra in scena il Detective Joe Coffey, grosso e appariscente Sergente irlandese noto per la sua durezza e per la dedizione al lavoro. Lui e il Capitano Joe Borrelli iniziano a investigare sull'ultimo omicidio, quello di Christine Freund.

Ci sono due ipotesi: o il killer è uno psicopatico, o è qualcuno che aveva qualcosa di personale contro Christine.
Coffey scopre che i proiettili utilizzati per ucciderla non sono proiettili comuni. Provengono da un calibro potente e largo, e mano a mano che le indagini proseguono, i rapporti con gli assalti a Donna Laurie, Donna DeMasi e Joanne Lomino si infittiscono.

Cresce il timore che per le strade della Grande Mela si aggiri un serial killer. Un primo schizzo dello psicopatico lo caratterizzerebbe per la sua arma, una calibro .44, e per i suoi obiettivi, donne, specialmente more e con i capelli lunghi e ondulati, inseguite in varie parti della città. I referti balistici confermano che l'arma usata nell'omicidio di Christine è una calibro .44 Charter Arms Bulldog, una pistola non comune.

18 marzo del 1977 un'altra firma di David.
Virginia Voskerichian, 19 anni, di origini bulgare, brillante studentessa del Barnard College sta camminando verso casa nell'area molto frequentata del Forest Hills Gardens.
Sono le sette e trenta di sera. David Berkowitz le va incontro dal lato opposto della Dartmouth Street, le si fa vicino e le punta la .44 alla testa. Virginia si porta i libri davanti al volto, in un ultimo disperato tentativo di difendersi, ma il proiettile li perfora. Muore sul colpo.
David corre via, passando accanto a un uomo di mezza età, che appella con un "Hi, mister."

Lui vorrebbe andare ai funerali delle vittime, ma ha il timore che la polizia potrebbe nutrire qualche sospetto. Comunque si aggira intorno alla stazione di polizia per sentire se qualche poliziotto parla dei suoi crimini, o prova senza successo a cercare le lapidi delle sue vittime.

La polizia non è capace di identificare l'assassino. Gli omicidi costringono gli ufficiali a lavorare giorno e notte, senza pause.

«Se osservi il lavoro di un detective che indaga su un omicidio, noterai che essi prendono il proprio lavoro senza coinvolgimento personale di emozioni... in questo caso loro non vogliono vedere il corpo della vittima. Sanno che tutto quello non ha senso. Lei era un bellissima ragazza e ora giace sotto un lenzuolo, con un proiettile che le ha disintegrato il volto. Questo li colpisce, gli torce le budella nello stomaco, e loro si girano da un'altra parte. Sono veterani, ma non lo sopportano.» (Detective Joe Borrelli)

Il giorno dopo l'omicidio di Veronica la polizia riscontra che il proiettile che l'ha uccisa viene dalla stessa pistola che ha ucciso Donna Laurie. Il giorno seguente il commissario di polizia tiene una conferenza stampa durante la quale annuncia alla città di New York che la polizia ha collegato i crimini.

L'unica descrizione dell'assassino formulata è questa: bianco, venticinque/trent'anni, un metro e ottanta, di media corporatura, capelli scuri. L'impegno nello scovare il colpevole s'intensifica. Al vicesceriffo ispettore Timothy Down viene affidato il compito di organizzare una Task Force, reclutando gli uomini fra i più qualificati.


Son of Sam: Operation Omega

È il 14 aprile del 1977. Down è di origini irlandesi e si è laureato in lingua Latina e Inglese al City College, conseguendo nella stessa istituzione un master in business. È un uomo pragmatico e ostinato. La Task Force, nominata "Operation Omega" comprende al suo interno circa trecento fra i migliori detective di New York, fra cui il Capitano Joe Borrelli, il Sergente Joe Coffey e il Detective Redmond Keenan (padre della ragazza coinvolta in una delle aggressioni di David), per un costo di oltre 90.000$ al giorno: la più grande operazione della polizia di New York fino a quel momento.

Le lunghe ore di lavoro intaccano i nervi di questi uomini, che sono costretti a stare lontano da famiglie o fidanzate, da divertimenti, da qualunque cosa interferisca con il punto focale dell'attenzione generale: colui che sta creando puro panico nelle strade dei quartieri di New York. Caffeina e alcool sono assunti in gran quantità. Nelle stazioni-base della Task Force sono state portate delle brande, per permettere agli ufficiali coinvolti di dormire qualche ora prima di riprendere il lavoro.

Ma tre giorni dopo la formazione della Task Force, il 17 aprile 1977, domenica, David riesce a colpire ancora.

Due ragazzi si stanno baciando all'interno della macchina di lui (una Mercury Montego), vicino all'Hutchinson River Parkway, non molto lontano da dove, meno di un anno prima, era stata uccisa Donna Laurie. Valentina Surlani ha diciotto anni, è un aspirante attrice e modella, e il suo ragazzo si chiama Alexander Esau, che lavora su un carro attrezzi.
Sono le 3 del mattino, un'altra macchina affianca quella di Alexander, e il conducente spara verso i due ragazzi. Valentina muore sul colpo, Alexander poche ore dopo in ospedale.

Stavolta però accade qualcosa di diverso: sulla scena del crimine c'è una lettera, ed è indirizzata al Capitano Joe Borrelli...

David Berkowitz: la lettera al capitano Borrelli

"Salve, Capitano Joe Borrelli,
Sono veramente ferito dal fatto che pensiate che io odio le donne. Non è vero. Però io sono un mostro. Il sono Il Figlio di Sam. Sono un piccolo monello. Quando il padre Sam beve, diventa malvagio. Picchia la sua famiglia. Delle volte mi porta sul retro della casa. Altre mi chiude a chiave nel garage. Sam ama bere il sangue. Esci e uccidi, comanda padre Sam. Riposa dietro la nostra casa. Soprattutto giovani... violentate e sgozzate... il loro sangue defluisce... solo ossa adesso. Padre Sam mi tiene chiuso nell'attico, anche. Non posso uscire, ma guardo dalla finestra il mondo che scorre al di fuori. Mi sento un estraneo. Sono su una lunghezza d'onda diversa da quella di chiunque altro... programmato per uccidere. Comunque, per fermarmi devi uccidermi. Questo è un avviso per la polizia: sparatemi per primi, per uccidermi, o scappate se non volete morire!
Padre Sam è vecchio, adesso. Ha bisogno di sangue per preservare la propria giovinezza. Ha frequenti attacchi di cuore. Ugh, fa male, ragazzo mio. Più di tutti mi manca la mia deliziosa principessa. Lei riposa nella nostra casa delle signore. Ma la rivedrò presto.
Sono il Mostro... Beelzebub... chebby behemouth. Amo cacciare. Aggirarmi per le strade cercando un bel gioco, carne da assaggiare. Le donne del Queens sono le migliori. Dovrebbe essere quella l'acqua da bere. Io vivo per cacciare... la mia vita. Sangue per il Padre, Mr. Borrelli, sir, non voglio più uccidere. No, sir, non più, ma devo: onora tuo padre. Voglio portare amore al mondo. Io amo la gente. Io non appartengo alla terra. Return me to the yahoos. Questo è per la gente del Queens, vi amo. E voglio augurare a tutti una buona Pasqua. Possa Dio benedirvi in questa vita e in quella successiva. Per adesso vi dico arrivederci e buonanotte.
Polizia: vi lascio con queste parole:
Tornerò, Tornerò! Da interpretare come bang, bang, bang, bang... ugh!!
Vostro nell'assassinio, Mr. Mostro”.



David Berkowitz: il Figlio di Sam

Son of Sam: questo è il nome con cui i media dipingono David Berkowitz, etichetta data in pasto all'opinione pubblica, terrorizzata e scatenata.

Iniziano a circolare con velocità ossessiva le parole Son of Sam. Il sindaco di New Yok, Abraham Beame, sintetizza così le rapide e terribili apparizioni del Figlio di Sam: «Questi omicidi sono orrori. La polizia è sotto un tremendo sforzo. Ognuno si sta chiedendo se è capace di catturare l'assassino. La lettera parla chiaro. È un uomo contro l'intera città. Certo, è recapitata a un ufficiale, ma non è solo di lui che la lettera parla. Quella è diretta a ognuno dei duecentocinquanta poliziotti impiegati nel caso.»

Il dottor Martin Lubin, rettore di psichiatria forense a Bellevue, consultatosi con altri quarantacinque psichiatri, elabora un primo profilo dell'assassino.

È per loro un paranoide schizofrenico, che crede di essere posseduto da una potenza demoniaca. Il killer è inoltre un uomo solitario, che ha difficoltà a instaurare rapporti con le altre persone, specialmente con le donne.

Ora che ha un nome, che ha quasi un volto, la gente, presa nel panico e nella tensione, crede di vedere David ovunque. La Task Force è sommersa dalle chiamate. David è il vicino che a notte tarda si aggira nelle strade, è il ragazzino che gioca con le armi, è lo strano ragazzo che sembra odiare le belle ragazze.
Ossessione Collettiva. La polizia segue ogni sospetto, controlla le registrazioni di pistole calibro .44, e deve far fronte a un vero e proprio coinvolgimento di massa per quello che è diventato un fenomeno mediatico.

David Berkowitz: la lettera al giornalista Jimmy Breslin

A questo punto David, ispirato dal libro di Jack lo Squartatore, scrive a Jimmy Breslin, reporter del Daily News:
«Un saluto dalle crepe sui marciapiedi di NYC, e dalle formiche che vi dimorano, e che si nutrono del sangue secco che si deposita nelle crepe.
Un saluto dalle grondaie di NYC, piene di merda di cane, di vomito, di vino stantio, di piscio e di sangue. Un saluto dalle fogne di NYC, che inghiottono quelle delicatezze quando queste sono spazzate via dai camion della spazzatura.
Non pensate che solo perché è un po' che non mi faccio sentire, io sia andato in letargo. No, al contrario, sono ancora qui. Come lo spirito che vaga nella notte. Triste, affamato, raramente mi fermo; ansioso di pregare Sam.
Sam è un triste ragazzo. Non vuole che smetta di uccidere fino a che non si riempirà di sangue.
Cosa pensi accada, Jim, il 29 luglio? Voi potete dimenticarmi, perché a me non interessa la pubblicità. Ma non dovete dimenticare Donna Laurie, e non lasciate che la gente lo faccia. Perché lei era un ragazza deliziosa.
Non sapendo cosa ci porta il futuro, posso mai sapere se ti rivedrò al prossimo lavoro, o se tu vedrai me metter mano al prossimo lavoro? Ricorda Miss Laurie. Grazie. Nel loro sangue e dalla fogna, la Creazione di Sam. 44»


Il Daily News trattiene alcune porzioni della lettera su insistenza della polizia. I passaggi omessi sono questi:
«Qui ci sono alcuni nomi che potrebbero aiutarvi. Passateli all'ispettore per uso del NCIC (National Crime Information Centre). Loro hanno qualunque cosa sul computer, qualunque.
Potrebbero collegare altri crimini. Forse potrebbero fare delle associazioni. Duke of Death. Wicked King Wicker. I ventidue discepoli dell'Inferno. E in ultimo, John Wheaties, violentatore e strangolatore di giovani ragazze.
P.S. muovetevi, pensate positivo, fatevi coraggio, bussate alle bare, etc.»


Parziali impronte digitali furono raccolte dalla lettera, non sufficienti per risalire a chi l'aveva scritta, ma buone per incastrare un sospetto una volta catturato.


David Berkowitz: il biglietto a Jack Cassara

10 giugno 1977. Jack Cassara, che vive ora a New Rochelle, trova uno strano biglietto nella sua cassetta da lettere. Il mittente è un certo Carr, da Yonkers. Allegato al biglietto una foto di un pastore tedesco.
Nel biglietto c'è scritto: «Ciao Jack, ho saputo che sei scivolato giù dal tetto di casa tua. Volevo solo dirti che mi dispiace, ma sono sicuro che presto ti sentirai meglio, più forte e sano di prima: per favore, fai più attenzione la prossima volta. Fino al momento in cui ti rinchiuderai per lungo tempo, facci sapere se Nann ha bisogno di qualcosa. Sinceramente, Sam e Francis.»

Ora, il fatto è che Jack Cassara non è mai caduto dal tetto, e benché meno conosce Sam e Francis Carr. Così li chiama al telefono, discutono della bizzarra situazione e decidono di incontrarsi la sera a casa dei Carr.

Questi raccontano ai Cassara delle lettere che hanno ricevuto riguardo al loro cane Harvey, e a come esso è stato sparato. Sam Carr gli parla di un altro pastore tedesco a cui hanno sparato nel vicinato. Entrambe le famiglie decidono di contattare la polizia di Yonkers e New Rochelle.

Più tardi, il figlio dicioannovenne dei Cassara, Stephen, afferma di ricordarsi di un uomo particolare, David Berkowitz, che aveva affittato per poco tempo una stanza nella loro casa nel primo 1976. «Non è mai tornato a prendersi i duecento dollari che aveva depositato da noi. Ah, c'è dell'altro, si lamentava continuamente del nostro cane.»

David Berkowitz: il terrore continua

Craig Glassman, vice sceriffo e vicino di David Berkowitz, riceve una lettera anonima che parla di un gruppo demoniaco composto dallo stesso Glassman, i Cassara e i Carr.

Questo però, non può provare che David sia il Figlio di Sam. Intanto, i detective Chamberlain e Intervallo, della polizia di Yonkers, mettono sul computer il numero di Berkowitz, e trovano il suo indirizzo attuale, la registrazione di una Ford Galaxy a lui intestata, e la prova che la sua patente è stata sospesa.

Ci spostiamo nel Queens, dove sono le 3 di mattina del 26 giugno del 1977, Judy Placido, diciassette anni, si sta allontanando con un uomo, Salvatore Lupo, vent'anni, verso la macchina, da una discoteca quasi vuota chiamata Elephas.

Difficile che persone girino in strada a quest'ora: il coprifuoco e altre misure di sicurezza denotano lo stato d'emergenza che il Figlio di Sam impone intorno alla Grande Mela.
«Questo Figlio di Sam è veramente spaventoso» afferma Salvatore. «Il modo con cui viene fuori dal nulla. Non puoi mai sapere chi è il prossimo.»

I due entrano in macchina. Judy, più tardi ricorderà cos'è successo: «Improvvisamente ho sentito un'eco nella macchina. Non ho sentito dolore, solo il rumore nelle orecchie. Ho guardato Salvatore, aveva gli occhi spalancati, come la sua bocca. Non c'erano state urla. Non so perché non ho urlato [...] Tutti i finestrini erano chiusi. Non capivo da dove venisse quel rumore. Dopo mi sentii disorientata, stordita.»

La prima impressione di Salvatore è che qualcuno abbia tirato delle pietre alla macchina, poi corre fuori, verso la discoteca, per cercare aiuto. Judy si guarda nello specchietto, e si ritrova coperta di sangue. Il suo braccio destro immobile. Prova a raggiungere la discoteca, ma cade a terra. Salvatore è stato colpito all'avambraccio.
Entrambi, però, sopravvivono.

Ironia della sorte, quindici minuti prima dell'aggressione, il detective Joe Coffey era all'esterno della Elephas. Sentito l'allarme radio, era tornato sulla scena del crimine, ma non aveva trovato nulla che suggerisse l'identità dell'aggressore.

Si sta avvicinando l'anniversario del primo omicidio di David, il 29 luglio, e la polizia mette tutti in allarme. Intanto New York vive altri attimi di panico, quando nella notte fra il 13 e il 14 luglio 1977 un blackout totale la avvolge nel buio.

Berkowitz, nella lettera inviata a Jimmy Breslin del Daily News, aveva avvertito New York: non voleva che Donna Laurie venisse dimenticata. La tensione è alta, la Task Force lavora fino allo stremo. Il Detective Joe Coffey pensa anche di appostare delle macchine blindate con dei manichini all'interno che sembrino una coppia, per attirare l'assassino.
Il 29 luglio arriva. E non succede niente.

New York tira il fiato, come un animale che pensa di essere scampato al predatore, fino a che questi non arriva alle sue spalle, feroce, improvviso.


Il Figlio di Sam: Stacy e Bobby Violante

Due giorni dopo l'anniversario, nelle prime ore del 31 luglio 1977, Stacy e Bobby Violante sono all'interno della macchina del padre di Bobby. Sono andati al cinema, e ora stanno finendo la serata vicino alla Gravesend Bay.

«Perché non ci facciamo due passi nel parco?» chiede lui.
Stacy esita: «E se il Figlio di Sam ci seguisse?»
«Andiamo» la riprende lui. «Qui è Brooklyn, mica il Queens!»
Così escono dalla macchina e camminano lungo il parco. A un certo punto Bobby si china per baciare Stacy, e lei vede qualcosa.

«Qualcuno ci guarda» sussurra.
Bobby vede un uomo che li osserva, ma che poi si gira e scompare dietro la fila di macchine parcheggiate.
Ora però Stacy è preoccupata, e vuole tornare alla macchina per andarsene. Bobby l'accontenta, ma quando sono di nuovo dentro l'abitacolo la convince a restare ancora lì per qualche minuto.

In seguito, Bobby testimonierà così: «All'improvviso ho sentito come un suono vibrante. Ho pensato a un vetro che si rompeva, poi non ho più sentito Stacy, non ho più sentito niente, ma ho visto lei allontanarsi da me. Non so chi ha colpito prima, se lei o me.»

Bobby Violante viene colpito due volte al viso. Stacy una volta in testa. Bobby riesce a suonare il clacson, poi si porta fuori dall'abitacolo e urla in cerca d'aiuto. La polizia, giunta nelle vicinanze, li nota, ed entrambi vengono trasportati al Coney Island Hospital.

I genitori di Stacy arrivano in tempo per vedere la figlia trasportata fuori dall'ospedale: la gravità delle sue ferite impone che sia d'urgenza ricoverata al Kings County Hospital, dove posseggono attrezzature adatte al suo trauma cerebrale. Insieme, i genitori di Stacy e di Bobby attendono a lungo che i chirurghi riescano a salvarla.
38 ore dopo, Stacy Moskowitz muore.
Bobby Violante sopravvive, ma all'occhio sinistro perde la vista, che al destro gli rimane solo per il venti percento.

David Berkowitz: proseguono le indagini

Intanto l'investigazione prosegue. Chamberlain e Intervallo seguono ancora la pista delle lettere che coinvolgeva i Carr e i Cassara, e che li aveva portati alla patente scaduta di David Berkowitz. Il profilo che il computer mostra assomiglia molto all'identikit del Figlio di Sam fornito dai vari testimoni.

I due interrogano la proprietaria del palazzo al 35 di Pine Street, dove Berkowitz dimora. Lei afferma che Berkowitz paga sempre l'affitto in tempo e che ha scritto nel contratto d'affitto che ha lavorato per la IBI Security nel Queens, come agente di sicurezza. Questo potrebbe spiegare la destrezza di David con le armi.

Le indagini si spostano sulla IBI, e trovano che Berkowitz nel 1976 ha lavorato anche come tassista. I due poliziotti credono che questa sia la pista giusta, e informano il capo, che a sua volta contatta subito il detective Richard Salvesen, del distretto centrale di NYC, al quale vengono mostrate tutte le lettere. Salvesen concorda sull'importanza di quegli scritti, e passa le informazioni direttamente alla Omega Task Force.

Un altro tassello si aggiunge al puzzle.
La notte dell'omicidio di Stacy Moskowitz, un'immigrata austriaca di nome Cecilia Davis portava il cane a giro nei paraggi. Sul luogo del crimine, la 17esima Strada, la donna dice al detective Joe Strano: «C'era un uomo che sembrava nascondersi dietro un albero. Ma la pianta era troppo piccola per nasconderlo, così lui ne venne fuori e cominciò a dirigersi nella mia direzione, ridendo con un sorriso particolare. Niente di sinistro, ma come un sorriso amichevole, o quasi. Io mi spaventai. Corsi in casa e tolsi il collare a Palladineve. In quel momento sentii delle esplosioni, come dei petardi. Erano forti, ma lontani. Non ci ho pensato troppo, sul momento. Il mattino dopo c'erano molte persone nella Shore Road. In quel momento capii cos'era successo la notte prima. Improvvisamente realizzai che dovevo aver visto l'assassino. Mi prese il panico, non riuscivo a dire nulla... non dimenticherò mai la sua faccia, finché muoio. È stato terrificante.»

Nello stesso tempo, Chamberlain, a Yonkers, risponde a un allarme incendio che proviene dall'appartamento di Berkowitz al 35 di Pine Street. La chiamata l'ha effettuata Craig Glassman, il vicesceriffo appuntato nelle lettere di David come uno dei componenti del gruppo demoniaco, insieme ai Carr e ai Cassara.

In seguito a questo, Glassman mostra alla polizia le strane lettere che Berkowitz gli aveva recapitato. La grafia combacia con quelle ricevute dai Carr e dai Cassara. Lo stesso pomeriggio, Sam Carr, ancora furibondo per l'aggressione subita dal suo cane Harvey e per l'inefficienza della polizia, si reca lui stesso alla stazione di polizia ed espone la sua storia delle lettere, delle aggressioni ai cani e di Berkowitz, senza però ottenere alcun effetto.

Due giorni dopo, l'8 agosto 1977, Chamberlain contatta Richard Salvesen, e gli riferisce dell'incendio e delle lettere ricevute da Craig Glassman. Una di esse contiene un'autentica confessione: «È vero, sono io l'assassino, ma, Craig, gli omicidi me li ordinavi tu.»
Salvesen promette di avvertire subito la Task Force, ma non lo fa.

Però nello stesso giorno vengono trovate molte delle multe fatte sulla strada vicino all'appartamento del testimone oculare Cecilia Davis. Non portano a nulla tranne una, che tramite delle ricerche riconduce alla Ford Galaxy di David Berkowitz, di Yonkers.

Il detective Jimmy Justus chiama il Dipartimento di Yonkers, e parla con Wheat Carr, la figlia di Sam Carr, che aveva perso il suo cane. Lei gli riporta tutto quanto suo padre aveva provato vanamente a riferire alla polizia qualche giorno prima. Chamberlain chiama Justus, e insieme confrontano i dati raccolti. Il Dipartimento centrale di New York viene avvertito.


David Berkowitz: la cattura

Il 10 agosto 1977 i detective Shea, Strano, William Gardella e John Falotico mettono il palazzo 35 di Pine Street sotto rigida sorveglianza. Alle sette e trenta di sera un uomo dai lineamenti fortemente caucasici esce dal palazzo e sembra dirigersi verso la Ford Galaxy di Berkowitz.

La polizia lo accerchia.
Falotico gli punta contro la pistola: «David, fermati dove sei!» gli intima.
«Siete la polizia?» chiede l'uomo.
«Sì. Non muovere le mani!»
Ma l'uomo non è David Berkowitz. Si tratta di Craig Glassman.

Molte ore dopo una sagoma esce dal palazzo, portando una busta della spesa in mano: è un uomo corpulento con i capelli scuri, e cammina verso la Ford Galaxy.
Questa volta la polizia aspetta che l'uomo apra la macchina e appoggi la busta sul sedile. «Andiamo» intima Falotico, avanzando con gli altri poliziotti. L'uomo nella macchina non vede le figure avvicinarsi. Gardella spunta dal retro della vettura e sbatte la canna della sua pistola sulla testa dell'uomo: «Fermati!» urla. «Polizia!»

L'uomo nella macchina si gira e ride. Falotico gli ordina di uscire lentamente dalla macchina e di mettere le mani sul tettino. L'uomo obbedisce, sempre ridendo. «Ora che ti ho preso» dice Falotico «chi è che ho preso?»
«Lo sai» risponde tranquillamente l'uomo.
«No, non lo so. Dimmelo tu.»
Ancora ridendo, l'uomo risponde: «Sono Sam. David Berkowitz.»

Son of Sam: prigionia, sentenza e sconto della pena

David Berkowitz verrà condannato a 364 anni di prigione.
Dopo dieci anni di prigionia succederà qualcosa: «Mi sentivo abbattuto e senza speranza, poi un altro prigioniero venne da me mentre camminavo nel cortile della chiesa in una fredda notte d'inverno. Si presentò e mi disse che Gesù Cristo mi amava e voleva perdonarmi. Io pensai che non era vero, non voleva farlo. Lui non aveva niente a che fare con me. Ma l'uomo insistette, e così diventammo amici. Si chiamava Rick, e camminavamo nel cortile insieme. Piano piano mi rivelò la sua vita, e quello che Cristo aveva in serbo per me. Mi disse che non importava quello che avevo fatto, che Gesù Cristo perdona chi si vuole redimere e rimettere alla sua fiducia e a quello che Lui ha fatto morendo per i nostri peccati. Mi prestò il Testamento, e mi chiese di leggere i salmi. Lo feci. Ogni notte li leggo. Il Signore, in quel momento, cominciò a scaldare il mio freddo cuore di pietra.»

Il 9 luglio 2002, la prima udienza per la concessione della libertà condizionata a David Berkowitz viene effettuata nel carcere Sullivan Correctional Facility di Fallsburg, New York.

David, che ha 49 anni, ha scelto di non presenziare all'udienza del mese prima. Il membro della Commissione Irene Platt gli chiede perché.
«Mi sentivo pieno di ansia. Ho pensato che era meglio per le famiglie che io non venissi per niente, e dopo essermi guardato dentro, nell'anima, e dopo aver pregato molto, ho deciso di venire davanti a voi e scusarmi. Non cerco la libertà. Non sento di meritarla.»

Così, nonostante la sua buona condotta, le sue attività per aiutare gli altri carcerati, il suo impegno presso il cappellano, i suoi due anni di università completati, il superamento di altri programmi di riabilitazione in prigione e il rimorso per i crimini commessi non viene rilasciato: «il grande dolore, la sofferenza e la rabbia che ha inflitto alle famiglie e alla comunità sono ancora vive. Il rilascio non terrebbe conto della gravità dei crimini commessi, e verrebbe meno al rispetto della legge.»

L'udienza successiva per la concessione della libertà condizionata si è tenuta nel giugno del 2004, e l'esito è stato lo stesso. Adesso le udienze si terranno con la continua scadenza di due anni, quindi la prossima sarà quest'anno, nel 2006.

«... Non sto cercando la libertà. Non ci credo. Ho accettato la mia sentenza e la mia punizione. E ammetto di meritare di restare in carcere per il resto della mia vita. Non cerco la vostra pietà, vi mostro solo come mi sento e in cosa credo [...] spero che ciò che ho scritto possa portarvi un po'di conforto, e tranquillizzarvi. Grazie, che Dio possa benedirvi.»
David Berkowitz, 2 aprile 2002

David Berkowitz possiede un sito internet dove pubblica giornalmente il suo diario.

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