David Berkowitz (pagina 3)

Son of Sam: nuovo anno, nuova azione

Tutto tace per due mesi. Fino alla notte del 30 gennaio 1977.
Christine Freund e il suo compagno, John Diel, poco dopo mezzanotte lasciano la Wine Gallery e si dirigono passeggiando verso la macchina di lui, una Pontiac Firebird. Non si accorgono che un uomo li sta osservando, segue i loro movimenti.
Appena si siedono in macchina, due colpi brillano nel buio, mandando in frantumi i finestrini dell'auto. Entrambi fanno centro nella testa di Christine. L'uomo sparisce. John appoggia la testa di Christine sul suo sedile e corre fuori in cerca di aiuto, tentando di richiamare l'attenzione delle macchine di passaggio. Gli inquilini nelle case vicino che hanno sentito gli spari chiamano la polizia.
Christine morirà poche ore dopo, in ospedale.

Per lui era quasi un'esperienza erotica, vedere le tracce di sangue a terra, tracce di gesso segnate dalla polizia: non c'era rimorso, nel tornare sulla scena del crimine, ma viveva lo stimolo sessuale nella memoria delle sue azioni.

A questo punto entra in scena il Detective Joe Coffey, grosso e appariscente Sergente irlandese noto per la sua durezza e per la dedizione al lavoro. Lui e il Capitano Joe Borrelli iniziano a investigare sull'ultimo omicidio, quello di Christine Freund.

Ci sono due ipotesi: o il killer è uno psicopatico, o è qualcuno che aveva qualcosa di personale contro Christine.
Coffey scopre che i proiettili utilizzati per ucciderla non sono proiettili comuni. Provengono da un calibro potente e largo, e mano a mano che le indagini proseguono, i rapporti con gli assalti a Donna Laurie, Donna DeMasi e Joanne Lomino si infittiscono.

Cresce il timore che per le strade della Grande Mela si aggiri un serial killer. Un primo schizzo dello psicopatico lo caratterizzerebbe per la sua arma, una calibro .44, e per i suoi obiettivi, donne, specialmente more e con i capelli lunghi e ondulati, inseguite in varie parti della città. I referti balistici confermano che l'arma usata nell'omicidio di Christine è una calibro .44 Charter Arms Bulldog, una pistola non comune.

18 marzo del 1977 un'altra firma di David.
Virginia Voskerichian, 19 anni, di origini bulgare, brillante studentessa del Barnard College sta camminando verso casa nell'area molto frequentata del Forest Hills Gardens.
Sono le sette e trenta di sera. David Berkowitz le va incontro dal lato opposto della Dartmouth Street, le si fa vicino e le punta la .44 alla testa. Virginia si porta i libri davanti al volto, in un ultimo disperato tentativo di difendersi, ma il proiettile li perfora. Muore sul colpo.
David corre via, passando accanto a un uomo di mezza età, che appella con un "Hi, mister."

Lui vorrebbe andare ai funerali delle vittime, ma ha il timore che la polizia potrebbe nutrire qualche sospetto. Comunque si aggira intorno alla stazione di polizia per sentire se qualche poliziotto parla dei suoi crimini, o prova senza successo a cercare le lapidi delle sue vittime.

La polizia non è capace di identificare l'assassino. Gli omicidi costringono gli ufficiali a lavorare giorno e notte, senza pause.

«Se osservi il lavoro di un detective che indaga su un omicidio, noterai che essi prendono il proprio lavoro senza coinvolgimento personale di emozioni... in questo caso loro non vogliono vedere il corpo della vittima. Sanno che tutto quello non ha senso. Lei era un bellissima ragazza e ora giace sotto un lenzuolo, con un proiettile che le ha disintegrato il volto. Questo li colpisce, gli torce le budella nello stomaco, e loro si girano da un'altra parte. Sono veterani, ma non lo sopportano.» (Detective Joe Borrelli)

Il giorno dopo l'omicidio di Veronica la polizia riscontra che il proiettile che l'ha uccisa viene dalla stessa pistola che ha ucciso Donna Laurie. Il giorno seguente il commissario di polizia tiene una conferenza stampa durante la quale annuncia alla città di New York che la polizia ha collegato i crimini.

L'unica descrizione dell'assassino formulata è questa: bianco, venticinque/trent'anni, un metro e ottanta, di media corporatura, capelli scuri. L'impegno nello scovare il colpevole s'intensifica. Al vicesceriffo ispettore Timothy Down viene affidato il compito di organizzare una Task Force, reclutando gli uomini fra i più qualificati.


Son of Sam: Operation Omega

È il 14 aprile del 1977. Down è di origini irlandesi e si è laureato in lingua Latina e Inglese al City College, conseguendo nella stessa istituzione un master in business. È un uomo pragmatico e ostinato. La Task Force, nominata "Operation Omega" comprende al suo interno circa trecento fra i migliori detective di New York, fra cui il Capitano Joe Borrelli, il Sergente Joe Coffey e il Detective Redmond Keenan (padre della ragazza coinvolta in una delle aggressioni di David), per un costo di oltre 90.000$ al giorno: la più grande operazione della polizia di New York fino a quel momento.

Le lunghe ore di lavoro intaccano i nervi di questi uomini, che sono costretti a stare lontano da famiglie o fidanzate, da divertimenti, da qualunque cosa interferisca con il punto focale dell'attenzione generale: colui che sta creando puro panico nelle strade dei quartieri di New York. Caffeina e alcool sono assunti in gran quantità. Nelle stazioni-base della Task Force sono state portate delle brande, per permettere agli ufficiali coinvolti di dormire qualche ora prima di riprendere il lavoro.

Ma tre giorni dopo la formazione della Task Force, il 17 aprile 1977, domenica, David riesce a colpire ancora.

Due ragazzi si stanno baciando all'interno della macchina di lui (una Mercury Montego), vicino all'Hutchinson River Parkway, non molto lontano da dove, meno di un anno prima, era stata uccisa Donna Laurie. Valentina Surlani ha diciotto anni, è un aspirante attrice e modella, e il suo ragazzo si chiama Alexander Esau, che lavora su un carro attrezzi.
Sono le 3 del mattino, un'altra macchina affianca quella di Alexander, e il conducente spara verso i due ragazzi. Valentina muore sul colpo, Alexander poche ore dopo in ospedale.

Stavolta però accade qualcosa di diverso: sulla scena del crimine c'è una lettera, ed è indirizzata al Capitano Joe Borrelli...

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Dossier scritto da:
Luca Antonio Lampariello

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