La fuga dei due adolescenti non finì quel giorno, perché ci fu tempo di colpire un'ultima vittima, Merle Collison, prima che l'inseguimento si concludesse con il loro arresto. Non terminarono, né pare abbiano mai pensato a farlo, la loro cavalcata con una fine gloriosa alla Thelma & Louise, bensì preferirono la resa e il giudizio impietoso dei loro inseguitori.
Si può affermare, con poche possibilità di smentita, che qualunque sentimento fosse esistito tra Charlie e Caril Ann terminò o almeno cambiò radicalmente con l'arresto. Una volta separati, tanto nella reclusione quanto nel loro destino processuale, la ragazza tentò di distinguere la proprio condotta da quella del compagno, di evidenziare come fosse stata trascinata nella fuga contro la sua volontà. La giuria incaricata di decidere sul suo caso dovette almeno in parte crederle, in quanto non fu condannata a morte e venne successivamente rilasciata sulla parola nel 1976.
L'esecuzione sulla sedia elettrica fu invece la conclusione inevitabile dell'esistenza deaniana del suo fidanzato.
Undici omicidi e una condanna a morte prima dei ventun'anni di età, si scriveva all'inizio su Charles Starkweather, tuttavia la sua esperienza si può considerare l'antesignana di altre che avrebbero funestato la provincia americana, una su tutte l'eccidio avvenuto nella scuola di Colombine. La costruzione di un mondo altro da quello ovattato che la società gli imponeva, il tentativo di sostenerlo il più a lungo possibile con la violenza e la fine tragica che lo aspettava non erano affatto sconosciuti a Charlie, che infatti ebbe a dire: "Ho odiato e sono stato odiato. Avevo il mio piccolo mondo da tenere vivo il più a lungo possibile e la mia pistola. Quella era la mia risposta".
Due mondi a confronto, quindi. La società normale e la sua controparte alienata, l'ordine e la violenza o, se vogliamo astrarre e semplificare, il bene contro il male secondo i canoni dell'uomo medio.
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