Andrew Cunanan (pagina 4)

L’amico di Gianni, Antonio d’Amico, uscito dalla residenza al rumore degli spari, cerca di inseguire l’assassino che si volge e lo fronteggia con la calibro .40 spianata e gli intima di andarsene, ma stranamente non fa fuoco.
Successivamente il killer si nasconde in un parcheggio sotterraneo nelle vicinanze. Ed è qua che gli investigatori trovano la chevy rossa rubata a Reese. Dentro l’auto ci sono i vestiti insanguinati dell’assassino e un passaporto USA con il nome di Philiph Cunanan. Finalmente è giunta quella fama e quel successo che erano sempre stati la sua meta, la sua ossessione privata.
Forse Cunanan e Versace si erano conosciuti a un party, ma le motivazioni di Cunanan per l’assassinio non sono da ricercare in una relazione personale: Versace impersonava tutto ciò che Cunanan aveva disperatamente desiderato e che, sapeva, non avrebbe mai ottenuto: successo e celebrità mondiale. Cunanan voleva prendersi una rivincita nei confronti del mondo e, contemporaneamente, dimostrare che era speciale, uno da temere, uno che deteneva il potere di vita e di morte.

La fine.
Il 25 luglio Fernando Carriera, 72enne custode di una grande barca, appartenuta a Torsten Reinick porno-imprenditore a Las Vegas, attraccata al porto ad appena due isolati dalla casa di Versace, entrando nel vascello si rende conto di un’intrusione. Si precipita all’esterno per chiamare la polizia e nel contempo sente un singolo sparo. In breve la polizia circonda tutta l’area; dopo 5 ore passate ad aspettare (che cosa? Si chiedono in molti), le forze dell’ordine sparano all’interno dell’imbarcazione dei gas lacrimogeni, ma nessuno ne esce. Alle 21,00 gli Swat entrano in azione . All’interno trovano Cunanan, morto, disteso supino con addosso solo i boxer. Si era sparato in bocca con la fidata calibro .40. Finita la storia, Cunanan entra nella leggenda dei Serial Killer: obiettivo raggiunto.

Nota.
Lo spree killer ("assassino compulsivo") commette omicidi di due o più persone in un lasso di tempo molto breve, in luoghi differenti però contigui in modo che gli omicidi confluiscano in un unico evento, come se egli fosse stato colto da raptus. Le vittime differiscono le une dalle altre e anche i metodi di uccisione. L’assassino non cerca di nascondere la propria identità e spessissimo cova rabbia, frustrazione e rancore repressi. Desidera porre fine alla propria vita insoddisfacente ma prima desidera vendicarsi del mondo e infliggere agli altri il proprio dolore. Lo spree killer termina la carriera con un suicidio.
Cunanan in gioventù vedeva davanti a sé un futuro dorato, persona di grandi speranze non riuscì mai a emergere in alcun modo: le sue relazioni erano superficiali, i suoi soldi provenivano solo dagli amorevoli “papà” che sapeva deliziare. All’ultimo abbandono, balzò con forza disperatamente evidente ai suoi occhi l’inconsistenza della sua vita, la sua totale mancanza di potere o status. Così, quando in un eccesso di gelosia favorita dalle droghe uccise Trail, Cunanan capì che la sua vita era finita. Da qui il desiderio di far finire anche altre vite e, per ultima, la propria.

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Dossier scritto da:
Pierangela Eliogabalo

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