Anatoly Onoprienko: la Bestia Ucraina e il cugino spione
Gli abitanti di Bratcovichi e dei paesi vicini non ne possono più di vivere nel terrore, chiedono e ottengono misure di sicurezza estreme e così, mentre duemila poliziotti partono per una caccia all'uomo mai vista prima, la cittadina viene circondata da un'unità della Guardia Nazionale dotata di lanciarazzi e mezzi corazzati.
Ma contro un assassino senza nome e senza volto è difficile combattere e forse Anatolij Onoprijenko non sarabbe stato fermato, o perlomeno non ancora, se non si fosse imbattuto nel più banale degli intoppi: un litigio familiare.
Il 7 aprile 1996 Pyotr Onoprienko chiama la polizia di Yavoriv e racconta all'investigatore Igor Khuney una strana storia. Dice di aver trovato nascoste in casa delle armi e di aver subito sospettato di suo cugino Anatoly, dice di averlo affrontato e cacciato di casa. Anatoly non l'ha presa bene, anzi, ha minacciato lui e la sua famiglia e prima di andarsene ha gridato che sarebbero stati "puniti per Pasqua".
Pyotr descrive le armi trovate in casa e un fucile calibro dodici attira l'attenzione dell'investigatore Kryukov: sembra quello usato in un recente omicidio.
Dov'è adesso Anatoly? Questa è la domanda e Pyotr sa che è andato a vivere a Zhitomirskaya insieme ad Anna, la sua donna.
Anatoly Onoprienko, l'arresto del mostro a Zhitomirskaya
Viene formata una task force per la ricerca della casa di Onoprienko e dopo un'ora, una ventina di poliziotti e detective si ritrovano in via Ivana Khristitleya dove è situato l'appartamento di Anna, una parrucchiera di Yavoriv, e dei suoi due figli. Anna e i bambini non sono in casa, sono andati in chiesa e Anatoly li sta aspettando a minuti, per questo, quando la polizia suona alla sua porta, apre senza alcun sospetto e preso alla sprovvista, viene rapidamente bloccato e ammanettato.
Igor Khuney si guarda in giro e nota uno stereo Akai molto simile a quello rubato ai Novosad il 22 marzo. Quando gli chiedono di identificarsi, Anatoly tenta la fuga recuperando una pistola nascosta nel gabinetto di casa, ma viene di nuovo e definitivamente immobilizzato e la pistola diventa per la polizia un'ulteriore prova, perché un'arma come quella era stata usata sulla scena di un altro crimine recente.
Kryukov intuisce che ha per le mani qualcosa di molto più grave di una lite in famiglia, fa scortare Onoprienko alla centrale e ordina la perquisizione dell'appartamento: in breve tempo vengono rinvenuti centoventidue oggetti, tutti provenienti dalle case di famiglie massacrate negli ultimi mesi e viene ritrovato anche un fucile, probabilmente l'arma usata nelle stragi.
Mentre la perquisizione volge al termine, Anna torna a casa e capisce che è successo qualcosa di grave, chiede spiegazioni a Kryukov che rispode con una domanda: "Ti ricordi gli assassinii di Bratkovichi?"
Anna comincia a piangere.
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