L'interrogatorio alla TV
"Perché ha ucciso la signora Moskaliova, la sua collega, ha forse respinto le sue avance? Lo ammetta le piacciono le tardone. Non è un reato. L'ha portata nel bosco, quella lo ha respinto e lei le ha spaccato la testa con un martello. Lei è solo uno squallido depravato. Lo ammetta!" chiese l'ispettore Glimov.
Pichushkin rispose: "Voi non avete capito niente. Volete la verità? E allora vi dirò io la verità. Cercate il maniaco di Bittsevsky? Ebbene sono io! Lo sa da quanto tempo faccio questa vita? Dal 1992. Sono 15 anni che vado avanti. Quell'anno uccisi il mio compagno di studi. Non provai nulla. E poi continuai. Sceglievo soprattutto vecchi, uomini e donne. Sono più deboli. Una ventina li conoscevo. Gli altri li sceglievo a caso, al parco. Offrivo loro un sorso di vodka, si iniziava a chiacchierare e quando meno se lo aspettavano bang!, li colpivo con il martello alla nuca. Dopo la prima dozzina mi venne in mente qual era il piano grandioso che avrei dovuto portare a termine: uccidere una persona per ognuna delle caselle della scacchiera, 64. Altro che Kasparov, sarei stato io il più grande scacchista del mondo!".
La polizia ha trovato solo 48 corpi, ma Alexander ha riferito loro di avere ucciso 62 persone e altre 3 sono rimaste vive.
Inizia il processo: il 16 giugno 2006, il serial killer degli scacchi viene riconosciuto capace di intendere e di volere. Il suo avvocato Pavel Pichiushkin chiede una condanna a 25 anni per controbattere l'ergastolo dell'accusa, che non può giocare la carta della pena di morte visto che in Russia è in corso una moratoria sulle esecuzioni.
Durante tutto il processo Pichushkin ha solo una richiesta: vuole essere giudicato da una giuria popolare. La corte lo accontenta e seleziona 12 giurati e altri 6 supplementari. Il verdetto arriva il 29 ottobre del 2007: condanna all'ergastolo, anche se i parenti delle vittime si stanno battendo per una pena capitale.
"La vita senza omicidio è come la vita senza cibo"
Alexander Pichushkin
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