Alexander Pichushkin (pagina 2)

Omicidi al parco di Bittsevsky
Ma nel 2002 torna a uccidere di nuovo, e questa volta non per far stare zitto qualcuno, ma per un progetto che lui stesso definisce "molto più grande".
Inizia a frequentare il parco di Biza a Bittsevsky, situato alle porte di Mosca, e proprio lì inizia a commettere omicidi.

Le sue vittime sono per la maggior parte persone anziane che vengono attirate da un'ottima bottiglia di vodka Zolotoj Veles (il nome deriva da una divinità pagana dei boschi chiamata per l'appunto Veles, a questa specie appartiene un sacerdote e Alexander è convinto di essere la sua reincarnazione).
Alcune vittime più deboli di sentimenti vengono attirate invece da un Alexander disperato per la morte del proprio cane, che vuole piangere con loro questo momento di lutto.
Dopo aver brindato e così aver ottenuto completa fiducia, in un momento di disattenzione Pichushkin le colpisce con la stessa bottiglia (o a volte con un martello) da cui fino a un attimo prima stavano bevendo e si sbarazza poi dei loro corpi gettandoli nelle fogne del parco.

Dopo ogni omicidio, preso dall'euforia, inizia a correre a una velocità esagerata per il parco. In futuro poi spiegherà questo suo atteggiamento agli inquirenti con queste parole: "avevo un'energia eccezionale, se avessi sbattuto contro un pino in quel momento lo avrei abbattuto".
Alla fine della creazione di ogni sua "opera" torna a casa e mette una crocetta sul tassello di una scacchiera che possiede e inserisce al suo interno il tappo della bottiglia da lui utilizzata.
Sì, perché il suo obiettivo è proprio questo: riempire tutti quei tasselli della scacchiera, arrivando così a uccidere 64 persone e creando una "scacchiera mortale", facendosi attribuire il nome di "serial killer della scacchiera".

Ma come la maggior parte dei serial killer, Alexander è un egocentrico e proprio per questo arriva a farsi deliberatamente catturare prima di raggiungere la fine del suo progetto.

Nel febbraio del 2006, infatti, viene arrestato un transessuale con l'accusa di essere il maniaco del parco di Biza: nella borsetta ha un martello, la stessa arma usata per una parte di quegli omicidi. Quando la notizia esce su tutti i giornali, Pichunshkin viene a conoscenza dell'arresto e non accetta di vedere attribuito il suo lavoro a un travestito. Elabora allora un piano per farsi catturare.

Invita a cena in un ristorante Marina Moskaliova, una sua collega di lavoro, ma si accerta prima che lei riferisca al figlio della loro uscita, facendogli lasciare per maggiore sicurezza il proprio numero di telefono. Porta poi la donna nel parco e lì la uccide a martellate, lasciando il corpo in evidenza. La polizia il giorno dopo riceve la chiamata del figlio di Marina, preoccupato che la madre non sia ancora tornata a casa. Iniziano subito le ricerche e poco dopo viene rinvenuto il cadavere nel parco. Il ragazzo riferisce agli inquirenti che la madre la sera prima è uscita con un collega di nome Alexander. La polizia si dirige nella casa dell'uomo, ma appena ci giunge, lui minaccia di suicidarsi. Per evitare la tragedia alcuni poliziotti si calano con una fune sulla facciata esterna del palazzo e riescono così a prenderlo vivo: Pichushkin viene portato in centrale, dove l'Ispettore Isakandar Glimov lo sottopone a un lunghissimo ed estenuante interrogatorio trasmesso sulla rete russa NTV a luglio...

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Dossier scritto da:
Sharon Tedesco

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