Nome Completo: Alexander Pichushkin
Soprannome: Il Serial Killer della Scacchiera (Chessboard Serial Killer, Mad Chess Player)
Nato il: 9 aprile 1974
Morto il: in vita
Vittime Accertate: 48
Vittime Sospettate: 62
Modus Operandi: Adesca le vittime nel parco, le stordisce e uccide con una bottiglia o un martello.
Ultimo aggiornamento del dossier: 19 settembre 2008
Alexander Pichushkin nasce a Mosca il 9 aprile del 1974 e passa una buona parte della sua adolescenza dentro un centro per la salute mentale.
Nel 1992 conosce e diventa il migliore amico di Mikhail Odiichuk, un ragazzo che frequenta la stessa scuola.
L'amicizia tra i due è talmente forte che decidono insieme di commettere un omicidio. Il piano però non viene messo in pratica, perchè Mikhail decide all'ultimo momento di non partecipare; poiché però egli è a conoscenza delle sue intenzioni, Alexander ha paura che possa riferire a qualcuno del loro progetto: prende allora la decisione di uccidere l'amico, in modo da farlo stare zitto.
Due anni dopo, intanto, esce dal centro per la salute mentale in cui viveva e trova lavoro come magazziniere in un grandissimo supermercato. In questo periodo vive una vita molto tranquilla e soprattutto normale, e nessuno pensa di attribuirgli l'omicidio del suo compagno di scuola.
Alexander Pichushkin: omicidi al parco di Bittsevsky
Ma nel 2002 torna a uccidere di nuovo, e questa volta non per far stare zitto qualcuno, ma per un progetto che lui stesso definisce "molto più grande". Inizia a frequentare il parco di Biza a Bittsevsky, situato alle porte di Mosca, e proprio lì inizia a commettere omicidi.
Le sue vittime sono per la maggior parte persone anziane che vengono attirate da un'ottima bottiglia di vodka Zolotoj Veles (il nome deriva da una divinità pagana dei boschi chiamata per l'appunto Veles, a questa specie appartiene un sacerdote e Alexander è convinto di essere la sua reincarnazione).
Alcune vittime più deboli di sentimenti vengono attirate invece da un Alexander disperato per la morte del proprio cane, che vuole piangere con loro questo momento di lutto. Dopo aver brindato e così aver ottenuto completa fiducia, in un momento di disattenzione Pichushkin le colpisce con la stessa bottiglia (o a volte con un martello) da cui fino a un attimo prima stavano bevendo e si sbarazza poi dei loro corpi gettandoli nelle fogne del parco.
Dopo ogni omicidio, preso dall'euforia, inizia a correre a una velocità esagerata per il parco. In futuro poi spiegherà questo suo atteggiamento agli inquirenti con queste parole: "avevo un'energia eccezionale, se avessi sbattuto contro un pino in quel momento lo avrei abbattuto".
Alla fine della creazione di ogni sua "opera" torna a casa e mette una crocetta sul tassello di una scacchiera che possiede e inserisce al suo interno il tappo della bottiglia da lui utilizzata.
Sì, perché il suo obiettivo è proprio questo: riempire tutti quei tasselli della scacchiera, arrivando così a uccidere 64 persone e creando una "scacchiera mortale", facendosi attribuire il nome di "serial killer della scacchiera".
Ma come la maggior parte dei serial killer, Alexander è un egocentrico e proprio per questo arriva a farsi deliberatamente catturare prima di raggiungere la fine del suo progetto.
Nel febbraio del 2006, infatti, viene arrestato un transessuale con l'accusa di essere il maniaco del parco di Biza: nella borsetta ha un martello, la stessa arma usata per una parte di quegli omicidi. Quando la notizia esce su tutti i giornali, Pichunshkin viene a conoscenza dell'arresto e non accetta di vedere attribuito il suo lavoro a un travestito. Elabora allora un piano per farsi catturare.
Invita a cena in un ristorante Marina Moskaliova, una sua collega di lavoro, ma si accerta prima che lei riferisca al figlio della loro uscita, facendogli lasciare per maggiore sicurezza il proprio numero di telefono. Porta poi la donna nel parco e lì la uccide a martellate, lasciando il corpo in evidenza. La polizia il giorno dopo riceve la chiamata del figlio di Marina, preoccupato che la madre non sia ancora tornata a casa. Iniziano subito le ricerche e poco dopo viene rinvenuto il cadavere nel parco. Il ragazzo riferisce agli inquirenti che la madre la sera prima è uscita con un collega di nome Alexander. La polizia si dirige nella casa dell'uomo, ma appena ci giunge, lui minaccia di suicidarsi. Per evitare la tragedia alcuni poliziotti si calano con una fune sulla facciata esterna del palazzo e riescono così a prenderlo vivo: Pichushkin viene portato in centrale, dove l'Ispettore Isakandar Glimov lo sottopone a un lunghissimo ed estenuante interrogatorio trasmesso sulla rete russa NTV a luglio...
Alexander Pichushkin: l'interrogatorio alla TV del serial killer
"Perché ha ucciso la signora Moskaliova, la sua collega, ha forse respinto le sue avance? Lo ammetta le piacciono le tardone. Non è un reato. L'ha portata nel bosco, quella lo ha respinto e lei le ha spaccato la testa con un martello. Lei è solo uno squallido depravato. Lo ammetta!" chiese l'ispettore Glimov.
Pichushkin rispose: "Voi non avete capito niente. Volete la verità? E allora vi dirò io la verità. Cercate il maniaco di Bittsevsky? Ebbene sono io! Lo sa da quanto tempo faccio questa vita? Dal 1992. Sono 15 anni che vado avanti. Quell'anno uccisi il mio compagno di studi. Non provai nulla. E poi continuai. Sceglievo soprattutto vecchi, uomini e donne. Sono più deboli. Una ventina li conoscevo. Gli altri li sceglievo a caso, al parco. Offrivo loro un sorso di vodka, si iniziava a chiacchierare e quando meno se lo aspettavano bang!, li colpivo con il martello alla nuca. Dopo la prima dozzina mi venne in mente qual era il piano grandioso che avrei dovuto portare a termine: uccidere una persona per ognuna delle caselle della scacchiera, 64. Altro che Kasparov, sarei stato io il più grande scacchista del mondo!".
La polizia ha trovato solo 48 corpi, ma Alexander ha riferito loro di avere ucciso 62 persone e altre 3 sono rimaste vive.
Alexander Pichushkin: il processo e la condanna
Inizia il processo: il 16 giugno 2006, il "serial killer degli scacchi" viene riconosciuto capace di intendere e di volere. Il suo avvocato Pavel Pichiushkin chiede una condanna a 25 anni per controbattere l'ergastolo dell'accusa, che non può giocare la carta della pena di morte visto che in Russia è in corso una moratoria sulle esecuzioni.
Durante tutto il processo Pichushkin ha solo una richiesta: vuole essere giudicato da una giuria popolare. La corte lo accontenta e seleziona 12 giurati e altri 6 supplementari.
Il verdetto arriva il 29 ottobre del 2007: condanna all'ergastolo, anche se i parenti delle vittime si stanno battendo per una pena capitale.
"La vita senza omicidio è come la vita senza cibo"
Alexander Pichushkin

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