Introduzione al fenomeno dell'omicidio seriale

Il seguente articolo è stato gentilmente concesso alla pubblicazione sul nostro portale LaTelaNera.com da SRM Psicologia Rivista, che ringraziamo per la gentile collaborazione.


Dai primi giorni di febbraio 2001 fino a oggi stiamo assistendo allo svolgersi delle vicende relative a Michele Profeta, il presunto killer di Padova, accusato di aver commesso due forse tre omicidi nella zona lombardo-veneta. L'ultima notizia trasmessa dai giornali riguarda un suo probabile tentativo di fuga dal carcere scoperto in tempo dalle guardie carcerarie.

Intanto i mass-media ripropongono particolari sempre più esaurienti sui delitti dell'assassino e sulle carte da gioco lasciate da quest'ultimo accanto ai cadaveri e ancora una volta viene chiamata in causa la figura del "mostro", termine italiano, a dire il vero semplicistico e non corretto, con cui si suole tradurre la parola "serial killer".

Il termine "omicida seriale", molto più vicino al significato della formula inglese "serial killer", non ha ottenuto mai molto credito, forse per la maggiore suggestione e spettacolarità che la parola "mostro" sa esprimere.

L'immagine dell'omicidio ha da evocato da sempre un misto di paura e insieme di inquietante fascino nell'uomo. È sufficiente pensare alla dimensione istituzionalizzata dell'omicidio messa in atto quotidie, negli scontri tra gladiatori nel colosseo, nella Roma imperiale, così come ai sacrifici umani compiuti dagli Aztechi per gli dei, ai raffinati e truculenti sistemi di tortura congegnati nel medioevo dalla Inquisizione spagnola o nel rinascimento nell'Inghilterra di Enrico VIII, fino ad arrivare alla grande riscossione di successo dei romanzi gialli a partire dalla metà dell'800 con i racconti più celebri che raccontavano di assassini e morti misteriose.

La figura dell'omicida seriale ha poi aggiunto a queste già cospicue motivazioni quella non indifferente della figura dell'insospettabile omicida, dell'immagine del doppio, diviso e tormentato da una doppia esistenza, solare e ktonia al tempo stesso, il Doctor Jekyll and Mr Hide descritto mirabilmente da Stevenson, per intenderci.

Quello che più affascina del fenomeno è probabilmente l'incontro con la personificazione del male, la violenza perpetrata su di un altro essere umano senza altri fini, la votazione dell'omicida a questo stile di vita efferato, come testimonia il titolo di un libro sull'analisi dell'omicidio seriale intitolato Vivere per uccidere.

Perché il serial killer, e questa è una caratteristica distintiva della sua personalità, non uccide per un regolamento di conti (come un killer mafioso), per questioni economiche o di acquisizione di potere (i delitti dei "colletti bianchi"), né per rivendicazioni politiche (come le organizzazioni terroristiche), ma bensì per delle motivazioni inconsce che pur nella loro diversità si ricollegano al piacere recato dal sopprimere l'esistenza altrui.

Spesso però soprattutto nelle notizie fatte circolare dai mass-media si possono riscontrare alcune inesattezze sulle caratteristiche discriminanti dell'azione del serial killer, come per esempio quando si è parlato di serial killer a proposito degli autori della strage di Novi Ligure e anni prima a proposito di quella di Pietro Maso e compagni.

Vediamo innanzitutto di tracciare delle specificazioni in merito alle diverse modalità di azione omicidiaria e in quali di esse si distingue il serial killer.

Serial Killer: differenti modalità

Una distinzione sulle modalità dell'omicidio plurimo è stata fatta a metà degli anni '80 negli USA dall'FBI grazie ai dati forniti dall'NCAVC (Centro nazionale di analisi dei crimini violenti) visto il crescente aumento di omicidi plurimi e la difficoltà da parte degli inquirenti nel trovare dei punti fermi che aiutassero a tracciare un identikit criminogeno.

Di solito gli omicidi multipli si possono inquadrare in queste categorie:

Il "Mass Murderer", ossia l'omicida di massa, è colui che compie quattro vittime o più in uno stesso luogo e nella medesima circostanza. Esempi di questo tipo appaiono spesso nelle cronache americane, ultimamente un uomo ritenendo di aver subito un licenziamento ingiusto dal suo posto di lavoro ha ucciso con un fucile 6 dipendenti dell'ufficio in cui lavorava.

Lo "Spree Killer" è l'autore di tre o più atti omicidiari distinti, con un intervallo di tempo di solito breve (non superiore a un ora) che separa un omicidio dall'altro. La cinematografia statunitense ci ha fornito un calzante esempio di Spree Killer con il film Un giorno di ordinaria follia di J. Schumacher.

Gli autori della strage di Novi Ligure o quelli dell'uccisione dei coniugi Maso nel 1991 possono essere riconosciuti come esempi di "Family Murderers". Infatti la caratteristica principale del Family Murderer è quella di focalizzare la sua azione omicidiaria contro i membri della sua famiglia: la strage viene spesso compiuta nella medesimo luogo e circostanza o quanto più portata a termine in un breve lasso di tempo (massimo un'ora).

Il motivo per cui le stragi sia dello Spree Murderer che del Family Murderer non si protraggono molto a lungo dipende sia dal movente dell'azione, che nella maggioranza dei casi risiede in un disturbo psichiatrico preesistente che porta l'omicida a compiere l'atto nel più breve tempo possibile pressato da una forma delirante che lo obbliga a farlo, sia perché dopo i primi omicidi viene velocemente rintracciato e fermato dalla polizia.

Altri dati interessanti da aggiungere a proposito di tutte e tre queste tipologie di assassino multiplo sono che gli assassini non scelgono l'identità delle vittime, massacrano chiunque abbia la sventura di incontrarli, essi inoltre come ho già accennato, arrivano al momento omicidiario in uno stato di disorganizzazione delle funzioni psichiche, o sotto l'effetto di droghe, non hanno cioè in termini di legge la piena capacità di intendere e volere le loro azioni.

Questo tipo di killer infine finisce con il perdere facilmente il controllo della situazione che lui stesso ha creato, lascia innumerevoli tracce sul suo cammino di morte che non si preoccupa di celare, viene presto rintracciato e messo alle strette dalle forze dell'ordine e la sua azione termina o con il suo suicidio messo in atto per evitare l'arresto o con la morte in uno scontro a fuoco con la polizia, più raramente si costituisce spontaneamente.

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Articolo scritto da:
Dr. Sergio Antonini

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