Serial Killer > Notizie > A Dnepropetrovsk hanno ucciso diciannove persone, a caso
KIEV - Omicidi seriali, commessi per gioco da ragazzi di buona famiglia e filmati con il videotelefono, forse per uscire dalla noia della vita di provincia. L'Ucraina è sconvolta di fronte alla lunga scia di sangue lasciata da tre amici diciannovenni, che in meno di tre settimane hanno ucciso a sprangate 19 persone, scelte a caso nei loro agguati notturni. Una media di un'aggressione al giorno. Solo una persona è riuscita a sopravvivere alla mattanza.
Protagonisti della strage tre ex compagni di classe di Dnepropetrovsk, Ucraina orientale, a maggioranza russofona. Uno è studente universitario, gli altri due non lavorano ma sono mantenuti dalle famiglie, tutte benestanti. Tre ragazzi apparentemente normali, senza precedenti penali o frequentazioni con la droga.
Da metà luglio cominciano i primi ritrovamenti di cadaveri con la testa fracassata e i volti irriconoscibili. Sono uomini, donne, anziani, c'è pure un ragazzino di 13 anni. Nella cittadina si diffonde il panico, la fobia per un serial killer, e ben 2.000 poliziotti vengono mobilitati nella caccia al mostro.
Ma i presunti mostri sono tre e vengono scoperti per caso, durante un posto di blocco: nella loro auto nera di marca occidentale spunta una spranga ancora sporca di sangue. Gli agenti perquisiscono anche le loro case e trovano una serie di dischetti con le immagini di 19 atroci delitti, che indugiano anche sulla lenta agonia di alcune vittime. Sono immagini scaricate dalla videocamera dei cellulari all'ultima moda dei tre ragazzi, che alla fine confessano senza però spiegare il loro movente.
Secondo gli investigatori, la banda agiva per puro divertimento e forse voleva diffondere i video agghiaccianti su internet. I tre amici compivano i raid di notte, scegliendo a caso le vittime e sfigurandone la faccia per ostacolare l'identificazione. In alcune occasioni, sarebbero tornati la notte stessa sul luogo del delitto per compierne un altro.
Solo una persona è riuscita a sopravvivere, per miracolo, e ora testimonierà contro di loro. La perizia psichiatrica alla quale sono già stati sottoposti li riconosce capaci di intendere e di volere. Ma non tutti i parenti delle vittime sono convinti che si tratti dei veri responsabili: qualcuno sottolinea presunte contraddizioni nelle versioni delle autorità, altri, come Ielena Kravtoza, che ha perso un figlio di 21 anni, parla di capri espiatori. "Mio figlio aveva fatto il militare nei paracadutisti, era un tipo sportivo e molto forte, come avrebbero potuto ridurlo così tre ragazzini?", si chiede.
A suscitare qualche perplessità anche il fatto che, dopo gli arresti, alla periferia di Dnepropetrovsk sono stati rinvenuti altri cadaveri con la testa dilaniata. Potrebbero essere vittime di emulatori, ipotizzano gli investigatori. Le famiglie delle vittime del serial killer sono scese anche in piazza Lenin reclamando indagini oneste e un loro comitato si è appellato al presidente ucraino Viktor Iushenko e ha chiesto al parlamento europeo un'indagine indipendente.
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Adolescenti serial killer a Kiev
Notizia di cronaca nera pubblicata il 11/08/2007
Notizia scritta da: Alessio Valsecchi
Fonte: Repubblica.it
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