Serial Killer > Wiki > I serial killer incarnano tutte le paure della società che sconvolgono coi loro delitti
Il termine tedesco Zeitgeist, letteralmente “spirito del tempo”, fu coniato a cavalo dell’Ottocento e Novecento per indicare tutto ciò che connota un determinato periodo storico, culturale o filosofico. Associandolo al crimine, si può dire che alcuni criminali, in particolare i serial killer, sono in grado di incarnare le paure proprie della società in cui vivono e sconvolgono con i loro delitti. Forse questo spiega perché non si ricordano solo i serial killer più prolifici o sanguinari, ma quelli considerati più “significativi”.
Gilles de Rais, Luogotenente di Francia e braccio destro di Giovanna d’Arco, alla morte sul rogo della Pulzella si trasformò in orco. Nel suo castello seviziò e uccise centinaia di bambini, quasi a voler ricordare che con l’assassinio della fanciulla che aveva liberato Orlèans, ordito dagli Inglesi e benedetto da una parte della Chiesa di allora, era morta per sempre l’innocenza della Francia, nazione che stava perciò ritrovando l’unità nel sangue di una giovane eroina, sacrificata alla ragion di stato.
Mentre nella puritana Inghilterra Jack lo Squartatore ricordava ai perbenisti londinesi la miseria dei bassifondi e l’esistenza di tante donne costrette a vendersi per vivere, H.H. Holmes sfruttava la Grande Esposizione di Chicago (1892), simbolo-evento della modernità, per attirare curiosi viaggiatori nel suo Castello degli Orrori, dove li uccideva e si sbarazzava dei loro corpi in diversi modi, compreso scioglierli nell’acido.
Albert Fish nascondeva dietro la rassicurante maschera di “anziano gentile” l’animo spietato di un pedofilo omicida e cannibale: quando fu scoperto, le brave mamme americane furono sconvolte dall’ipotesi che nonni premurosi potessero far scomparire i loro bambini.
Negli anni Cinquanta i giovani in America spaventavano i loro stessi genitori, che non capivano il loro bisogno di ribellione. Se al cinema James Dean rappresentava al meglio il modello del “ragazzo delinquente”, Charles Starkwheater, un suo entusiastico ammiratore, uccise in venti giorni undici persone, ricordando a tutti che i minorenni possono essere mostri in miniatura.
Nel decennio successivo gli hippie misero in discussione l’ipocrisia della società americana. Charles Manson e la sua Famiglia ricordarono a tutti che la droga e l’amore “troppo” libero potevano condurre a commettere crimini orribili. E che dire del gentile, bello e sempre ben vestito Ted Bundy, che si rivelò un assassino stupratore, il principe azzurro sbagliato che le madri degli anni Settanta temevano di vedere accanto alle proprie figlie?
Un libero/film che incarna bene lo zeitgeist dell’era degli yuppie è American Psycho, dove il protagonista, un tipico uomo di successo degli anni Ottanta (ottimamente interpretato dal bravo Christian Bale, nella foto), è in realtà un annoiato assassino.
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