Come scrivere un romanzo horror: Tecniche in Nero (Lezione 7)

Parte VII del corso di Giuliano Fiocco per imparare a scrivere storie horror…

SCRIVERE HORROR E DIVENTARE RICCHI

Più che un titolo per un articolo, è una presa in giro. Ebbene, nonostante quello che possa apparire agli occhi dei profani, ingannati dalle cifre miliardarie degli scrittori americani, scrivere horror in Italia (e nel resto del mondo, come vedremo) non fa diventare ricchi. Anzi, risulta persino difficile ammortizzare le spese (se si vuole dare una parvenza di semi-professionalità alla propria attività, carta e penna sono da lasciare nel limbo delle buone e vecchie cose di una volta, e bisogna dotarsi di strumenti informatici che, ahimè, hanno il loro costo).
Voi però non demordete. Avete le idee, avete la scintilla di genio che vi permette di scrivere un romanzo che viene riconosciuto come valido per la pubblicazione. Gioia e gaudio magno! Vi viene la voglia di dare un calcio al vostro lavoro e cominciare a scrivere, alla voce professione dei moduli: "Scrittore". Non fatelo. Scrivere NON vi darà il pane. Non lo darà comunque alla stragrande maggioranza di voi. In Italia, penso che non esista neppure uno scrittore di "horror" puro in grado di sopravvivere con i proventi della sua arte, e di Valerio Evangelisti ce n'è uno solo.
Il mercato horror, in Italia e nel resto del mondo, è asfittico. Tanto per citare dei dati, l'anno scorso, secondo quanto pubblicato dalla rivista LOCUS, sono usciti in America 95 titoli horror, di cui 18 relativi al mercato della narrativa per bambini, e di questi 95 romanzi solo 5 sono state opere prime. In Italia, le uscite relative ad autori autoctoni (non conteggiando le antologie) si possono contare sulle dita di una mano, nonostante la difficoltà oggettiva di definire con chiarezza l’appartenenza di un romanzo al genere horror. Il meritorio sforzo editoriale di piccole case editrici come Addictions ha del resto portato un po' di linfa vitale, immettendo sul mercato opere pregevoli, ma scontando, per le debolezze insite nel sistema distributivo italiano e per la mancanza di risorse finanziarie necessarie a intraprendere campagne pubblicitarie su scala nazionale, la concorrenza con le opere dei blasonati autori inglesi che alle spalle si trovano la forza propulsiva di colossi editoriali. Se collane come l'Einaudi Vertigo sono costrette a soggiacere a logiche di mercato che premiano tutto tranne la qualità, e sono costrette a chiudere i battenti nonostante i titoli di valore proposti, risulta chiaro lo sforzo che devono sostenere i piccoli editori per consentire la presenza sul mercato di romanzi horror.
L'horror, inoltre, per la sua specificità, mal si presta a quel veicolo pubblicitario rappresentato dal "passaparola", che può funzionare solo tra gli appassionati del genere, ma che taglia fuori il grosso del pubblico che acquista.
Non parliamo poi della possibilità di ricavare qualcosa dai racconti: se in America non si è riusciti a creare una rivista che supporti in maniera professionale il genere horror, e ci si affida a fanzine semi-professionali che pagano circa 60 lire a parola (e lì la concorrenza è agguerrita e la rispondenza della narrativa proposta a criteri elaborativi specifici e che variano da pubblicazione a pubblicazione uno standard), in Italia non si è neppure tentata tale strada; alcuni timidi tentativi sono stati tentati in questi mesi, a dire il vero, ma si sono arenati al fatidico numero zero. Alcune riviste pubblicano racconti retribuendoli, magari in conclusione di numero, ma lì uno scrittore esordiente non ha alcuna possibilità: sono racconti commissionati ad autori già noti e retribuiti di conseguenza.
La pubblicazione di racconti (compresi tra quattromila e diecimila parole) in antologie professionali, rare e dovute più al senso di abnegazione alla causa dell'horror di curatori appassionati che a reale interesse da parte del mondo editoriale, è spesso l'unica opportunità che viene concessa a un autore esordiente di vedere la propria opera pubblicata.
Anche qui, non c'è comunque da stare allegri. Facciamo due conti: supponendo che l'antologia venga venduta a £.20.000, che ci siano 10 autori che partecipano alla stessa e che il compenso medio sia del 5% rispetto al prezzo di copertina, con un numero di copie vendute ottimisticamente situato sul migliaio, il ricavo lordo per ogni autore sarà di circa 100.000 lire... si può offrire una decente cenetta di pesce alla fidanzata (a patto che restiate a digiuno voi, ovviamente ;-)) ma non ci farei conto per avere garantita una vecchiaia serena..
In America, l'Horror Writer Associations valuta che un romanzo di scrittore esordiente possa ragionevolmente fruttare allo stesso circa quattro milioni. In Italia, tale cifra è plausibile solo per chi riesce a strappare condizioni vantaggiose a una casa editrice medio-grande, e che dunque ha la possibilità di investire in promozione. La cifra va divisa per dieci o per cinque, all'incirca, se si parla di una piccola casa editrice, e se il numero di copie vendute è di almeno 250-300. Questo vuol dire che un’opera di 40.000 parole (160 cartelle circa) viene retribuita con circa 15 lire a parola. Non parlo del tempo necessario a scrivere un romanzo, perché altrimenti, verificando contabilmente la retribuzione oraria, si viene presi dallo scoramento.
Una strada per vedere retribuita la propria fatica può essere quella della partecipazione ai concorsi letterari. Spesso richiedono ai partecipanti una modesta quota che va sotto il nome di "contributo per spese di segreteria e di organizzazione", ma offrono premi in denaro qualche volta allettanti. Parliamo in ogni caso di cifre che raramente superano il milione, ma il vile denaro, per quanto poco, può essere uno stimolo convincente: peccato che per usufruirne sia richiesta una cosa fondamentale: bisogna vincere! Evitate, se potete, di partecipare a concorsi a carattere "generalista" con le vostre opere horror: per esperienza personale, le "giurie" non apprezzano il nostro genere, e buttereste inutilmente tempo e denaro.
Non si diventa ricchi scrivendo horror, dunque? Direi che non si diventa ricchi scrivendo narrativa, punto. Per quanto duro sia ammetterlo, non vale l' "uno su mille ce la fa": forse uno su centomila, e dico forse.
E i settanta miliardi all'anno che guadagna Stephen King? E i 12 miliardi di anticipo a Dean Koontz per il suo ultimo libro?
Servono a una cosa molto importante: a consentirci di prendere in mano la penna, a scrivere, a sognare...

Tecniche in Nero
Copyright © 2003 by Giuliano Fiocco

Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta sulle pagine del sito Horror.it, ed è stato riprodotto qui col consenso dell'autore.

Articolo scritto da:
Giuliano Fiocco

Come scrivere un romanzo horror: Tecniche in Nero (Lezione 7)
Articolo pubblicato il 01/03/2004


La copertina del libro Il sogno del buio (Storie dal NeroPremio)

La copertina del libro Per chi è la notte (Storie dal NeroPremio)

La copertina del libro Figlio del tuono (Storie dal NeroPremio)

La classifica dei 10 serial killer più famosi

Simboli Esoterici: significato, origini e uso

Misteri e storie incredibili

Le più spaventose leggende metropolitane

I 10 animali più velenosi al mondo

Il malato mondo dei serial killer

I peggiori disastri della storia umana

Disclaimer e Diritti | Recapiti e Contatti | Questo sito usa i cookie: consulta le nostre privacy policy e cookie policy