Consigli da Umberto Eco ed Elmore Leonard sulla scrittura

Umberto Eco ed Elmore Leonard hanno diverse cose in comune: tra le tante quella di avere investito un poco del loro prezioso tempo per stilare questi elenchi.

Umberto Eco ed Elmore Leonard hanno diverse cose in comune; tra le tante quella di avere investito un poco del loro prezioso tempo nello stilare questi due elenchi. Si trattano di semplici indicazioni per evitare gli errori più comuni nel campo della scrittura...

Li pubblico qua sotto, a nostro uso e consumo.


++ Il Decalogo di Leonard ++

1. Niente descrizioni ambientali, di solito il lettore passa direttamente ai personaggi.

2. Niente prologhi, infastidiscono chi legge.

3. Usare il dialogo tra virgolette e introdurre le battute esclusivamente con "dice".

4. Non accostare nessun avverbio al verbo "dire" (vietato "dice improvvisamente").

5. Fare poco uso di esclamativi, la giusta misura è 2 o 3 ogni 100mila parole.

6. Non usare l'avverbio "improvvisamente".

7. Utilizzare con misura frasi di gergo, straniere o dialettali.

8. Niente descrizioni dettagliate dei personaggi (modello di sinteticità, Hemingway).

9. Condensare al massimo luoghi e situazioni per non rallentare il pathos dell'azione.

10. Eliminare senza scrupoli le parti che il lettore salterebbe.



++ Le Trentasei Regole di Eco ++

1. Evitate le allitterazioni, anche se allettano gli allocchi.

2. Non è che il congiuntivo va evitato, anzi, che lo si usa quando necessario.

3. Evita le frasi fatte: è minestra riscaldata.

4. Esprimiti siccome ti nutri.

5. Non usare sigle commerciali & abbreviazioni etc.

6. Ricorda (sempre) che la parentesi (anche quando pare indispensabile) interrompe il filo del discorso.

7. Stai attento a non fare… indigestione di puntini di sospensione.

8. Usa meno virgolette possibili: non è "fine".

9. Non generalizzare mai.

10. Le parole straniere non fanno affatto bon ton.

11. Sii avaro di citazioni. Diceva giustamente Emerson: "Odio le citazioni. Dimmi solo quello che sai tu".

12. I paragoni sono come le frasi fatte.

13. Non essere ridondante; non ripetere due volte la stessa cosa; ripetere è superfluo (per ridondanza s'intende la spiegazione inutile di qualcosa che il lettore ha già capito).

14. Solo gli stronzi usano parole volgari.

15. Sii sempre più o meno specifico.

16. Non fare frasi di una sola parola. Eliminale.

17. Guardati dalle metafore troppo ardite: sono piume sulle scaglie di un serpente.

18. Metti, le virgole, al posto giusto.

19. Distingui tra la funzione del punto e virgola e quella dei due punti: anche se non sempre è facile.

20. Non usare metafore incongruenti anche se ti paiono "cantare": sono come un cigno che deraglia.

21. C'è davvero bisogno di domande retoriche?

22. Sii conciso, cerca di condensare i tuoi pensieri nel minor numero di parole possibile, evitando frasi lunghe - o spezzate da incisi che inevitabilmente confondono il lettore poco attento - affinché il tuo discorso non contribuisca a quell'inquinamento dell'informazione che è certamente (specie quando inutilmente farcito di precisazioni inutili, o almeno non indispensabili) una delle tragedie di questo nostro tempo dominato dal potere dei media.

23. Gli accenti non debbono essere né scorretti né inutili, perché chi lo fa sbaglia.

24. Non si apostrofa un'articolo indeterminativo prima del sostantivo maschile.

25. Non essere enfatico! Sii parco con gli esclamativi!

26. Neppure i peggiori fans dei barbarismi pluralizzano i termini stranieri.

27. Scrivi in modo esatto i nomi stranieri, come Beaudelaire, Roosewelt, Niezsche e simili.

28. Nomina direttamente autori e personaggi di cui parli, senza perifrasi. Così faceva il maggior scrittore lombardo del XIX secolo, l'autore del "5 maggio".

29. All'inizio del discorso usa la captatio benevolentiae, per ingraziarti il lettore (ma forse siete così stupidi da non capire neppure quello che vi sto dicendo).

30. Pura puntiliosamente l'ortograffia.

31. Non andare troppo sovente a capo.

Almeno, non quando non serve.

32. Non usare mai il plurale maiestatis. Siamo convinti che faccia una pessima impressione.

33. Non confondere la causa con l'effetto: saresti in errore e dunque avresti sbagliato.

34. Non indulgere ad arcaismi, apax legomena o altri lessemi inusitati, nonché deep structures rizomatiche che, per quanto ti appaiono come altrettante epipfanie della differanza grammatologica e inviti alla deriva decostruttiva eccedano comunque le competenze cognitive del destinatario.

35. Non devi essere prolisso, ma neppure devi dire meno di quello che.

36. Una frase compiuta deve avere





Tutto il materiale qui proposto è di proprietà dei rispettivi autori.

Articolo scritto da:
Umberto Eco ed Elmore Leonard

Consigli da Umberto Eco ed Elmore Leonard sulla scrittura
Articolo pubblicato il 01/12/2003


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