Volete che le vostre opere siano in grado di staccarsi da questo branco di orridi licantropi letterari? Volete poter entrare in un mercato più grande e prestigioso?
Volete scrivere horror? Un sacco di gente lo vuole. L'editoria mainstream può anche aver temporaneamente girato le spalle al genere, ma quella minore è in fermento, per non parlare del numero sempre maggiore di fanzine e siti dedicati presenti sul web.
Sfortunatamente, molte delle storie pubblicate in questa piccola fetta di mercato sono poco ispirate (per essere gentili) oppure semplicemente brutte (per essere onesti).
Volete che le vostre opere siano in grado di staccarsi da questo branco di orridi licantropi letterari? Volete poter entrare in un mercato più grande e prestigioso? Volete che le vostre storie horror siano così buone da costringere il lettore a divorarne le pagine senza respirare, per poi essere a mala pena in grado di sussurrare, "Cazzo, questa sì che era bella!" una volta finita la lettura?
Non è facile. Ma ho qui tre dritte da darvi che aumenteranno le vostre possibilità di entrare a far parte del ristretto e nero pantheon degli scrittori horror di successo.
Regole per Scrivere Horror: guardatevi dai cliché
Leggete molto, sia all'interno che all'esterno del genere horror, così da poter riconoscere le trame che sono state usate e sfruttate fino alla morte (vivente). Allora sarete in grado di fare meglio che scrivere una storia che finisca con "... e scoprì che era stato tutto un sogno" o "e allora realizzò, non appena la donna affondò i denti nel suo collo, che lei era... era... una... VAMPIRA!"
Quando ero adolescente, scrissi una storia horror dall'imbarazzante titolo "Spaventoso Natale". In essa, un giovane delinquente tortura e uccide un vecchio, il cui fantasma ritorna poi alla ricerca della giusta vendetta. Almeno ho avuto il buon senso di non spedire a nessuno questa mia stronzatina. Le storie di vendetta sono uno dei più grandi cliché della narrativa horror, e a parte questo, non c'è tensione in esse. I lettori sanno esattamente cosa aspettarsi.
Eppure potete utilizzare i cliché a vostro vantaggio. Nel mio racconto, "Blackwater Dreams", ci ho riprovato con un'altra storia di fantasmi vendicativi. Solo che questa volta ho preso il cliché e l'ho utilizzato in maniera differente ed originale. Il personaggio principale, un giovane ragazzo che si sente in colpa per aver causato la morte per annegamento di un suo amico, incontra nei suoi sogni lo spirito del defunto. Lui teme che lo spirito sia venuto alla ricerca di vendetta, ma il suo amico non è arrabbiato, 'semplicemente' si sente solo. Alla fine della storia il protagonista deve prendere una terribile decisione: lasciare il suo amico a macerare nella sua acquosa solitudine, o raggiungerlo e fargli compagnia...
Nella mia storia "Alacrity's Spectatorium", ho rigirato a mio favore un altro cliché. Ho utilizzato la nozione-di-base che gli specchi non riflettono l'immagine dei vampiri e ho creato uno specchio nero in grado di riflettere solo ed unicamente l'immagine dei vampiri. Che prezzo sarebbero disposti a pagare i vampiri per una fugace visione di se stessi in un così unico specchio? E ancora, che significato avrebbe per loro una tale visione?
Anziché terminare con un cliché perché invece non cominciare con uno? Partite da "era stato tutto un sogno" e sviluppate la vostra storia da lì. Perché non cominciare con un uomo che scopre che la sua amante è una vampira e vedere che succede dopo? Oppure ribaltate il cliché: cosa succederebbe se una vampira scoprisse che il suo compagno non è un altro nosferatu ma (rabbrividiamo) un umano?
E cercate di evitare il cliché più visto nella fiction horror, quello che l'autore Gary A. Braunbeck descrive come una storia dove il personaggio principale esiste solo per diventare "cibo per mostri". Storie nelle quali i personaggi sono solo pezzi di carne che il mostro di turno (sia esso un vampiro, un lupo mannaro, l'onnipresente serial killer, o una suocera incazzata) mangia, sviscera, vuota, affetta, taglia e trasforma in patatine fritte. Queste storie non sono solo noiose, sono un insulto ai lettori che si meritano molto di più.
Probabilmente il modo migliore per evitare i cliché è quello di attenersi ad uno dei più vecchi: scrivi quello che conosci. Pescate dalla vostra esperienza diretta per le vostre storie, scrivete di quello che vi piace e che vi disturba, le persone, i luoghi, e gli eventi che formano il tessuto unico della vostra esistenza e che la rendono differente da qualsiasi altra. Se lo fate potrà aiutarvi ad essere originali.
Regole per Scrivere Horror: c'è differenza tra schifare i lettori e terrorizzarli
Troppi principianti credono che scrivere horror si limiti a dettagliate descrizioni di sbudellamenti e zampillanti fluidi corporei. Essi confondono l'uso di questi elementi per audacia artistica e scrittura che lascia il segno. La verità è, tuttavia, che scrittori simili sono letteralmente equivalenti al ragazzino che scoreggia sonoramente in classe per vedere le espressioni schifate dei suoi compagni.
Il buon horror, come tutte le forme di fiction, deve interessare emozionalmente i lettori. Certo, la repulsione è una reazione emozionale, ma è anche molto semplicistica e ha un effetto limitato. I lettori finiscono lo vostra storia su quel profilattico maciulla-cazzi e pensano, "Ehi, questa storia è malata...", e subito se ne dimenticano. Li avrete toccati solo al livello più superficiale.
Non sto dicendo che dovreste evitare di scrivere di cose disturbanti e nere. L'horror è fatto anche di questo, dalla quieta elusività di un'ombra sfuggente in una giornata di sole alla brutalità tangibile di un rivolo di sangue che cola dal filo tagliente di un rasoio. Ma se volete terrorizzare i lettori, dovete fare in modo che queste cose spuntino naturalmente dalla storia e che siano perfettamente integrate con essa, tanto da non poter essere rimosse senza danneggiare la narrazione.
Nella novella di Gary Braunbeck, "Some Touch of Pity", c'è un flashback dettagliato sullo stupro di un personaggio. Non solo l'aspetto fisico, ma anche quello che il personaggio sente emozionalmente. La scena è assolutamente brutale, ma è anche completamente necessaria alla storia. Se la scena fosse "abbassata di tono", o peggio, rimossa, l'intera storia sarebbe decisamente meno avvolgente a livello emozionale.
Nella mia storia, "Keeping It Together", ho scritto di un uomo gay che vive un'esistenza eterossessuale con una famiglia che si è creato per soddisfare il suo bisogno di essere quello che lui crede sia "normale". Ma è un'illusione che non può essere sostenuta, e mentre la storia progredisce, la casa, sua moglie, e la sua giovane figlia cominciano a decadere intorno a lui. In una scena fa sesso con la moglie per "dovere coniugale", e poiché in questo momento della storia lei è già ad un buon punto di dissolvimento, il loro fare l'amore... la danneggia. Ho creato questa scena non per il mero desiderio di sbalordire il lettore, ma per drammatizzare ulteriormente l'effetto di una tale profondo rifiuto dell'illusione, sia nel personaggio principale che in quelli che gli stanno intorno.
Ricordate che gli elementi estremi, come ogni cosa nella fiction, sono solo strumenti da usare per raccontare la storia nel miglior modo possibile. Ma come ogni potente strumento, dovrebbero essere usati raramente, con cautela, e solo per ottimi motivi.
Regole per Scrivere Horror: dateci personaggi che ci interessino
Questo consiglio non sta a significare che i personaggi ci debbano piacere. Significa che i vostri personaggi dovrebbero essere così ben costruiti ed intriganti da farci venire voglia di leggere la vostra storia per sapere quello che succede loro. Ci sono personaggi, come Sherlock Holmes o Hannibal Lecter, che non sono proprio simpatici (spesso anzi odiosi) ma che sono così unici, completamente realizzati, che non possono che affascinare. La costruzione dei personaggi è la parte fondamentale della fiction memorabile, sia che voi scriviate horror che romanzi d'amore.
Nella mia storia, "Seeker", ho scritto di un crociato disilluso che ha perso la fede in Dio e vaga alla ricerca di un covo di vampiri, per provare a se stesso che esiste una sorta di aspetto spirituale nell'esistenza, anche se quest'aspetto è malvagio. La storia corre su due binari differenti. Il primo narra l'avanzata del crociato nella foresta dove vivono i vampiri, il combattimento con loro, e l'incontro col leader del gruppo (che non è un semplice vampiro ma qualcosa che si è fuso con la foresta stessa). Il secondo narra attraverso vari flashback gli eventi che hanno portato il crociato a perdere la sua fede e che l'hanno spinto disperato alla ricerca di qualcosa per cui valga la pena vivere.
Se ho lavorato bene, i lettori non solo saranno interessati all'azione nel racconto, ma anche allo stesso crociato, così che quando la storia raggiunge il suo climax e la ricerca arriva ad un punto in cui il protagonista non avrebbe mai potuto immaginare, ci sarà per loro una certa soddisfazione in termini di emozioni, e lasceranno la storia pensando un poco anche alla loro spiritualità.
Serve molto di più per scrivere del buon horror, ma se seguirete questi tre consigli non sarete solo in grado di creare storie migliori del classico racconto sullo zombie affamato di carne umana o sull'efferato serial killer di turno, ma riuscirete a creare fiction che vale la pena leggere, e che vale la pena ricordare.
The Horror of it all Copyright © 2000 by Tim Waggoner Traduzione (scarsetta) di Alec Valschi
Articolo scritto da: Tim Waggoner
Tutto è Orrore
Articolo pubblicato il 01/07/2003
|