Il Varano (o Drago) di Komodo è il più grosso animale velenoso del mondo
Nome comune: Varano di Komodo, Drago di Komodo (ITA) / Komodo Dragon (ENG)
Nome scientifico: Varanus komodoensis
Classificazione: vertebrato rettile, ordine sauria, famiglia varanide
Varano di Komodo: Distribuzione e habitat
Il Varano di Komodo, come suggerisce il suo nome, è diffuso nella piccola isola indonesiana di Komodo e in alcune vicine (Padar, Rinca, Gili Motang, Gili Dasami e alcune zone dell’isola maggiore Flores).
Il disboscamento e la crescente scarsità di prede lo hanno reso una specie vulnerabile.
Vive in spazi aperti e asciutti, dove può trovare una buona esposizione al sole, come savane e basse foreste tropicali. Tuttavia non teme l’acqua, ed è invece un buon nuotatore, capace anche di immersioni. Alcuni esemplari sono stati visti spostarsi a nuoto tra le piccole isole che costituiscono l’arcipelago di Komodo.
Non disdegna avvicinarsi alle zone abitate dall’uomo, anzi lo si incontra con una certa frequenza nei pressi dei villaggi.
È un animale principalmente solitario, ma a volte più esemplari si riuniscono per divorare una buona preda.
O per abbatterla.
foto: la distribuzione odierna del Varano di Komodo. | Photo Credit: Tommyknocker su en.wikipedia
Varano di Komodo: Aspetto
Il Varano di Komodo è, a tutti gli effetti, una lucertola molto grossa. Appartiene al sottordine dei sauri, ovvero lo stesso delle comuni lucertole, solo che raggiunge mediamente i due metri e mezzo di lunghezza e i settanta chilogrammi di peso (le femmine in genere sono più piccole).
Il più grande esemplare mai registrato era lungo più di tre metri pesava oltre 160 kg: questo lo rende il sauro più grande al mondo.
Le sue dimensioni impressionanti sono probabilmente dovute a un caso di gigantismo insulare: trovandosi a un certo punto della sua storia evolutiva isolato in un ambiente ristretto in cui era l’unico predatore, ha potuto “mettersi comodo” e crescere a dismisura.
La sua pelle è squamosa e secca, di colore bruno tendente al rossiccio o al nero, che comunque può variare a seconda delle condizioni dell’ambiente.
foto: un maestoso Varano di Komodo. | photo credit: Travelling to Indonesia
Si muove con la camminata goffa tipica delle lucertole, ovvero spostando le due zampe opposte (anteriore destra e posteriore sinistra, o viceversa) di lato, piuttosto che in avanti, e inarcando il corpo di conseguenza. Nonostante questo, può raggiungere velocità ragguardevoli (intorno ai 20 km/h) soprattutto quando è in caccia.
Possiede arti tozzi che terminano in artigli ricurvi, e una coda lunga e robusta.
Ma di tutte le sue caratteristiche, è probabilmente la bocca a valergli la qualifica di “drago”. All’interno si trovano sessanta denti lunghi circa due centimetri e mezzo, incurvati all’indietro e seghettati, adatti a tagliare ma non a masticare. Eppure non è questo a renderla spaventosa, e nemmeno la lunga lingua gialla e biforcuta, che estromette continuamente per “assaggiare” l’ambiente con il suo organo vomeronasale.
Quando un Varano di Komodo spalanca le fauci, il particolare più terrificante è la sua saliva sanguinolenta, un miscuglio viscoso e maleodorante di saliva e sangue, dovuto alle frequenti lacerazioni alle gengive che l’animale si procura durante l’alimentazione. Finora nessun dentista se l’è sentita di visitare uno di questi lucertoloni per somministrargli una buona cura contro la gengivite.
foto: un Drago di Komodo con lingua biforcuta in evidenza. | photo credit: Wolfgang Kaehler/Alamy
Varano di Komodo: Dieta
Il Varano di Komodo è un carnivoro. Anzi, forse sarebbe meglio definirlo supercarnivoro. Si nutre di qualsiasi (letteralmente qualsiasi) creatura, viva o morta, che gli capiti sotto tiro e sia in grado di ingoiare.
Questo include lucertole, serpenti, uccelli, roditori e scimmie, per i giovani varanini. Maiali, cervi, cavalli e varani più piccoli, per gli adulti.
E naturalmente, se si presenta l’occasione, anche esseri umani.
foto: un Varano di Komodo mentre divora una carcassa. | photo credit: Aganto Seno
In realtà, si nutre principalmente di carcasse, che comportano uno sforzo molto minore delle sue rettiliane energie. Grazie al suo eccellente olfatto, il Varano è in grado di localizzare un cadavere anche a svariati chilometri di distanza. Ma non sempre la natura gioca a suo favore, e a volte è costretto a procurarsi da solo le prede.
Una volta ottenuta una fonte di cibo, fresco o putrefatto che sia, il lucertolone lo ingurgita rapidamente, di solito ingoiandolo intero, acrobazia resa possibile dalla particolare articolazione “mobile” della mandibola (simile a quella di molti serpenti), che insieme all’abbondante saliva rosata (che fa da lubrificante) gli permette di divaricare enormemente la bocca e ingurgitare prede grandi quasi quanto lui.
Quando proprio non riesce a buttare giù un boccone, si affida ai potenti muscoli del collo, con il quale strattona l’animale per strapparne pezzi più piccoli. A volte sbatte il suo pranzo contro un albero per cercare di farlo a pezzi, con tanta forza da spezzare il tronco sul quale abbatte i suoi colpi.
foto: un Drago di Komodo mentre mangia. | photo credit: Aganto Seno
Il Varano di Komodo mangia tutto delle sue prede: muscoli, tendini, interiora, pelle, ossa, peli, piume, unghie. Le uniche parti che scarta, da supercarnivoro convinto, sono i resti di pasti vegetali che può trovare nello stomaco delle sue vittime. È il suo stomaco che pensa poi a metabolizzare il tutto, e a digestione completa il drago rigurgita un bolo di materiale inassimilabile intriso di muco e succhi gastrici, dopodiché si pulisce educatamente la bocca con la zampa o sugli arbusti vicini.
Il metabolismo lento gli consente di sopravvivere anche con un solo pasto al mese, intervallato da occasionali minuscoli “spuntini”. Dopo aver consumato il pranzo, il Varano si sposta al sole, per accelerare la digestione, che può durare parecchi giorni, in modo che il cibo non si decomponga nel suo stomaco.
foto: un varano mentre addenta un cinghiale. | photo credit: American Museum of Natural History
Varano di Komodo: Come ti ammazza
Il Varano di Komodo non attacca per provocazione, per difesa, per territorialità. Il suo cervello plasmato da milioni di anni di dominanza della catena alimentare del suo ambiente reagisce a un solo stimolo: la fame.
Seppure, per ragioni pratiche, preferisce avventarsi sulla prima carcassa a disposizione, di quando in quando il lucertolone può decidere che sia il caso di procurarsela, una carcassa.
Se vi trovate nei paraggi di un Varano che ha appena compiuto questo ragionamento, siete quindi in compagnia di un animale pericoloso e state correndo un grosso rischio. Non aspettatevi segnali, avvertimenti, minacce. Un istante prima la bestia sta lì, sdraiata sulla pancia, col suo sguardo bovino che fissa nel vuoto. L’istante successivo sta caricando su di voi, e gli occhi che vi fissano probabilmente non sembrano più così vacui.
La tecnica di caccia preferita del Varano di Komodo è comunque l’agguato.
Si apposta in una posizione in cui sa che la sua preda passerà (e lo sa davvero: è molto intelligente, per essere un fossile vivente), e al momento opportuno scatta all’attacco, sprintando per il tratto necessario a raggiungere la vittima.
Colpisce principalmente (e deliberatamente) alla gola o al ventre, e solo quando la preda è particolarmente impegnativa si preoccupa prima di ferirla agli arti, in modo da impedirne o rallentarne la fuga, per poi avventarsi sui punti deboli che già conosce. Oltre alle fauci sanguinolente, attacca anche utilizzando gli artigli, che non sono propriamente armi d’offesa ma si prestano egregiamente per scalfire o trattenere la preda.
Questo quando caccia da solo.
Ma il Varano di Komodo, unico tra tutti i rettili, caccia anche in branco.
Come decine di varani si riuniscono a volte su un’unica carcassa, allo stesso modo più esemplari possono allearsi per abbattere una stessa preda. Non si tratta di tecniche di caccia raffinate come quelle di certi mammiferi, ma è certo che vedersi rincorsi da tre draghi che sbavano sangue riesce a scoraggiare qualunque creatura di questo mondo. Se uno di loro riesce a immobilizzarvi, gli altri vi sono addosso in pochi secondi.
foto: un dragone di Komodo in cerca di cibo. | photo credit: MartijnAmendt
Il morso in sé non è molto doloroso. È stato verificato che la mandibola di un varano ha la stessa forza di quella di un gatto.
Ma il vostro gatto non potrà mai essere tanto sadico da scuotere la testa mentre affonda i denti nella vostra carne, in modo da strapparvi brandelli di tessuto e causarvi l’emorragia fatale che esaurirà le vostre forze.
Se anche sopravvivete al primo morso e riuscite a fuggire, è probabile che vi accasciate pochi minuti dopo, ormai quasi dissanguati. E a quel punto, vi accorgete che il varano vi sta ancora inseguendo.
Ma potreste essere più fortunati.
Il morso del drago non ha squarciato nessuna arteria importante, magari avete perso giusto un paio di dita o una fettina di coscia. Vi allontanate, spaventati ma integri, e la bestia dopo il primo chilometro non riesce più a starvi dietro.
Pensate di essere al sicuro, non state nemmeno sanguinando molto, quando iniziate ad avere freddo, vi sentite stanchi e vi gira la testa.
Vi convincete che si tratta solo dello shock dell’attacco, anche quando qualche ora dopo il morso il sangue non ha smesso di scorrere.
Quando capite che il veleno del Varano è entrato in circolazione, probabilmente siete troppo affaticati per continuare a fuggire. Vi lasciate andare a terra, e allora forse vi torna in mente che i lucertoloni dell’isola hanno un ottimo olfatto: avvertono un cadavere a chilometri di distanza, ricordate? A questo punto, non vi rimane altro che immaginare quanto dista il Varano più vicino.
Quando vi raggiunge, con l’unico pensiero della sua fame sauriana a occupargli il cervello, inizia a mangiarvi senza accertarsi che siate morti, partendo dalle parti molli. Se è da solo, potrebbe impiegare anche mezz’ora per ingoiarvi. Se si è portato degli amici, tra cinque minuti di voi non rimarrà altro che l’ultima insalata semidigerita che stava nel vostro stomaco.
foto: intenso primo piano di un Komodo Dragon. | photo credit: Aganto Seno
Varano di Komodo: Consigli di sopravvivenza
Data la diffusione estremamente limitata di questa vorace lucertola, il metodo migliore per non finire nella sua bocca è non recarsi su Komodo o le altre isole vicine.
È molto improbabile trovarsi a fronteggiare un Varano di Komodo in qualsiasi altro posto del mondo, se non in uno dei pochi zoo che ospitano alcuni esemplari.
Ma se ormai siete su una delle isole, la possibilità di un attacco da parte di un varano non è così remota. Anche perché, ammettiamolo: se avete scelto di passare le vostre vacanze esotiche a Rinca o Flores, lo avete fatto proprio per vedere i draghi. In effetti, molti tour organizzati sulle isole comprendono proprio escursioni alla scoperta di questi mostri ormai mitologici.
Se vi aggregate a uno di questi gruppi, potete ritenervi relativamente al sicuro. Anche nel caso in cui un Varano avesse voglia di azzannarvi, con l’aiuto dei vostri compagni dovreste riuscire ad allontanarlo. I problemi aumentano se per qualche ragione vi trovate in giro da soli per le secche pianure arbustive che coprono gran parte delle isole.
foto: un Drago di Komodo ti sta guardando... | photo credit: Aganto Seno
Se ne scorgete uno, non fatevi ingannare dal suo aspetto placido e disinteressato. Da un secondo all’altro può decidere di avventarvisi contro, incurante del fatto che volevate solo fargli una foto. A quel punto, non fate gli eroi: in uno scontro diretto con una bestia del genere non potete scamparla.
La vostra unica possibilità è la fuga.
Se correte spediti, dovreste riuscire a distanziare il Varano, e mantenendo il passo si dovrebbe stancare dopo alcuni minuti di inseguimento.
Non pensate di mettervi in salvo salendo su un albero: il Varano di Komodo è un ottimo arrampicatore, specialmente gli esemplari più giovani. Non è escluso che l’albero che avete scelto sia già occupato da un piccolo varano, salito magari per sfuggire a sua volta dai suoi fratelli cannibali. Un draghetto lungo mezzo metro non dovrebbe essere una minaccia, ma se si ritrova il pranzo recapitato a casa potrebbe anche pensare di assaggiarvi. Inoltre, arrampicandovi offrite al vostro inseguitore la possibilità di accerchiarvi, e se si tratta di una squadra di cacciatori la vostra situazione si fa piuttosto spiacevole.
foto: sembra tranquillo ma ti può essere addosso in un attimo. | photo credit: Bernd Nies
Allo steso modo, non allontanatevi in acqua, perché come già detto il Varano di Komodo sa nuotare. Non vi attaccherà in acqua, ma può procedere il suo inseguimento, se ne ha voglia, e ne guadagnereste solo un affaticamento maggiore. Forse non vale la pena di affogare per non essere mangiati.
Oltre all’eccellente olfatto, il drago ha anche una vista discreta, che scorge in particolare gli oggetti in movimento. Questo però non vuol dire che se rimanete fermi non è in grado di vedervi: non fate l’errore di paragonare il lucertolone al tirannosauro di Jurassic Park!
L’udito invece è limitato, per cui se vi trovate in pericolo potete lanciare le vostre richieste di aiuto senza peggiorare la situazione.
foto: un Drago zampetta sulla spiaggia di Komodo. | photo credit: Aganto Seno
Un altro aspetto importante è l’assoluta silenziosità dell’animale: non solo perché non emette alcun “verso”, ma anche nel senso che si muove senza provocare rumori più sospetti di qualche fruscio. Per questo, non dovete pensare che solo perché non vedete varani nei paraggi sia sicuro sdraiarsi al sole per una pennichella. Esistono casi documentati di persone che si sono trovate azzannate alle gambe che tenevano sotto il tavolo senza accorgersi dell’avvicinamento dell’aggressore.
Oltre alla terrificante bocca, il Varano di Komodo utilizza come armi gli artigli delle zampe anteriori e la grossa coda. Questo dovrebbe scoraggiarvi dall’avvicinarvi da dietro per provare il brivido di dare un pizzicotto al lucertolone: una frustata ben assestata non vi ucciderà, ma darà a lui quei pochi secondi di vantaggio che gli servono per saltarvi addosso.
Ma il dettaglio vitale da ricordare è che il drago di Komodo non ha paura di voi. Si è evoluto come superpredatore in un ambiente in cui non conosce rivali, e la presenza dell’uomo per lui è irrilevante. Vi ignorerà o vi attaccherà sulla base di un puro calcolo opportunistico.
foto: un Varano vaga per l'isola di Komodo. | photo credit: Aganto Seno
Varano di Komodo: Veleno
Se nonostante tutto questo siete stati morsi, dovete sapere che nel vostro sangue adesso sta scorrendo anche del veleno.
Fino a poco tempo fa si riteneva che il Varano di Komodo non fosse un animale velenoso.
L’effetto debilitante dei suoi morsi, che porta le vittime a morire in seguito anche a ferite non letali, era attribuito alla presenza di diverse specie di batteri nella sua saliva, che infettano rapidamente la ferita e conducono alla morte. Questi batteri, effettivamente presenti in natura, non sono però stati rivelati negli esemplari tenuti in cattività: sono pertanto una conseguenza dell’ambiente, più che una caratteristica del varano stesso (non sono quindi suoi simbionti).
È solo nel 2009 che alcuni studi hanno rilevato la presenza di vere e proprie ghiandole velenifere nel cranio del Varano di Komodo. Non è ancora del tutto accertato se l’animale utilizzi davvero il veleno come strumento di caccia, iniettandolo attraverso il morso, ma se questa scoperta venisse confermata lo renderebbe il più grosso animale velenoso del mondo.
foto: un tranquillo Varano di Komodo, per ora! | photo credit: Midori
In ogni caso, il veleno del Varano di Komodo non è molto potente.
Gli studi relativi non sono ancora completi, ma le prima analisi rivelano che si tratta di una sostanza simile a quella utilizzata dagli altri (pochi) sauri velenosi come il Mostro di Gila. Gli effetti sono paragonabili, e così il grado di letalità, che si aggira intorno a un LD50 di 2.7 (un livello ben distante da quello dei veleni in dotazione ai dieci animali più velenosi al mondo).
Il veleno è innanzitutto un anticoagulante, e causa ipotermia e calo della pressione sanguigna. Non è quindi mortale in sé, ma sufficiente a indurre la vittima in stato di shock, di cui il predatore può in seguito avvantaggiarsi.
Il trattamento del morso è piuttosto semplice. Dopo aver pulito la ferita con acqua, bisogna innanzitutto rimuovere braccialetti, anelli, piercing e oggetti simili, che possono causare complicazioni. Si può utilizzare un laccio emostatico per arrestare il sanguinamento, ma non si deve cercare di succhiare via il veleno dalla ferita.
Una volta raggiunto un ospedale, le normali cure prestate per tenere sotto controllo le funzioni vitali sono sufficienti a riportare la vittima in condizioni normali.
foto: un Drago di Komodo sovrappensiero. | photo credit: Tim Knight
Varano di Komodo: Body count
Gli attacchi da parte di varani alla popolazione o ai turisti sono tutt’altro che rari.
Fino ad alcuni decenni fa, una sorta di timorosa tradizione locale richiedeva di lasciare ai lucertoloni le frattaglie degli animali macellati o una parte del pescato, come un “sacrificio” compiuto per tenere a bada i loro istinti assassini. In seguito all’introduzione del divieto di nutrire gli animali, nel tentativo di proteggere la specie, le aggressioni si sono fatte più frequenti nei villaggi.
Non è facile stabilire con certezza quante vittime mietano ogni anno i circa 5.000 varani che vivono nell’arcipelago, anche perché una persona uccisa da un varano viene interamente mangiata nel giro di pochi minuti, e il corpo non può essere recuperato. Per questo, è molto probabile che le persone “scomparse” sulle isole siano state vittima dei varani.
Includendo questo nel conteggio, si può arrivare a dire che il Varano di Komodo faccia almeno un paio di vittime l’anno.
foto: un Varano di Komodo sazio e pacifico. | photo credit: Tim Knight
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