Un centauro che arriva dall'Aldilà a tutto gas
Se fosse il 21 marzo e voi vi trovaste a Elmore, in Ohio, allora ci sarebbe una cosa molto interessante da fare. Quale amante del mistero si rifiuterebbe di assistere al passaggio di un centauro che arriva dall'Aldilà a tutto gas?
La storia è presto narrata: allo scoppiare della Prima Guerra Mondiale un baldo giovane si vide costretto a imbracciare il fucile e a dire addio alla sua bella. Aiutato da una buona dose di fortuna, riuscì a non finire lungo disteso nel fango di qualche trincea e a ritornare a casa sano e salvo. Prima di correre dalla sua ragazza per abbracciarla dopo tanto tempo, corse in un negozio e comprò una moto. Felice di essere ancora vivo, viaggiò veloce sulle due ruote fino all'abitazione di colei che intendeva sposare. Era il 21 marzo. La vita era bella e c'erano ancora tanti progetti da realizzare.
La donzella del suo cuore, molto pessimista e poco paziente, si era aspettata di vederlo tornare in una bara dal momento stesso in cui era partito per la guerra. Ragion per cui si era fidanzata con un altro uomo. Possiamo immaginare la reazione di un ragazzo che vede i suoi sogni d'amore andare in frantumi.
Sconvolto e furibondo, l'innamorato monta sulla moto e parte a tutta velocità. Ha bisogno di sfogare la delusione con una lunga e sfrenata corsa in sella al suo nuovo acquisto, ma finisce col mettere la parola fine alla propria vita. Poco lontano dalla casa della sua ex ragazza, la strada svolta bruscamente e quindi si trasforma in un ponte che oltrepassa un fiume in secca. Su quella curva il ragazzo perde in controllo del mezzo, urta il guardrail e vola nel greto sottostante, pieno di rocce aguzze. Le persone che accorrono sul posto vedono il suo corpo decapitato e la relativa testa poco più in là. La moto, ovviamente, è ridotta a un ammasso di metallo contorto.
Un brutto incidente, destinato ad apparire per un giorno sul giornale locale e a venir dimenticato in fretta.
Ma il giovane centauro sembra non aver preso atto del proprio decesso e continua a filare su quel tratto di strada il 21 marzo di ogni anno. Sono tante le testimonianze di persone che, nel corso degli anni, hanno visto una bizzarra luce apparire davanti alla casa della ragazza, spostarsi lungo la strada e scomparire a metà del ponte.
Chi studia il fenomeno delle apparizioni sa che lo spirito di una persona morta in modo violento (omicidio o incidente) tende a tornare sul luogo in cui è avvenuto il distacco dell'anima dal corpo. Più spesso sono le vittime di brutali assassini quelle che non riescono a trovare pace, ma il rifiuto di trasferirsi a un diverso piano d'esistenza coglie anche coloro che, al momento di tale distacco, sono saturi di energia negativa, vale a dire di un'immensa disperazione. È il caso dell'ex militare, già traumatizzato dalla guerra, che subisce un ulteriore choc per poi morire subito dopo. Non c'è da stupirsi se il suo spirito è rimasto, come dire, incastrato a mezza via tra il mondo dei vivi e quello dei morti. La cosa interessante è che non vi è rimasto a piedi. La sua nuova moto, schiantatasi con lui sul fondo pietroso del fiume in secca, lo ha seguito nella morte.
A ogni modo, il fenomeno della luce fantasma è diventato un'attrazione per tutti gli acchiappafantasmi, di professione e non. Sono persone coraggiose e, bisogna dirlo, fornite di una cospicua dose di follia. Perché mettersi sulla strada di un motociclista fantasma non è precisamente un'azione da sani di mente.
Richard Gill, nel lontano 1968, era uno studente della Green Bowling University e aveva un morboso interesse per una materia che non era compresa nel piano di studio del suo corso: il paranormale. Convinse un amico ad accompagnarlo, in piena notte, sul ponte incriminato. Inutile dire che era il 21 marzo. I due, armati di telecamera, macchina fotografica e registratore, parcheggiarono l'auto nei pressi del ponte e attesero. Secondo una leggenda nata nel tempo, per stuzzicare lo spettro del centauro bisognava accendere e spegnere i fari per tre volte e suonare il clacson per tre volte. Richard eseguì la procedura e subito la luce fantasma apparve e seguì il solito percorso fino a svanire. La mossa successiva di Richard fu di legare una corda da un capo all'altro del ponte. La luce si fece beffe della corda e ci passò attraverso. Incoraggiato dal risultato, Richard si piazzò in mezzo alla strada, senza tenere conto di un piccolo particolare: un essere umano non è una corda. Ha in sé un'energia vitale che può cozzare con l'energia di un essere soprannaturale. Appena Richard vide la luce avvicinarsi, qualcosa lo urtò con tale violenza da scagliarlo vari metri più in là. Un po' acciaccato ma vivo, Richard controllò il materiale raccolto dalla telecamera e dagli altri due apparati. La prima non aveva registrato nulla. La macchina fotografica aveva scattato l'immagine di una luce nel buio che poteva essere qualsiasi cosa, e sul nastro del registratore c'era un rumore sordo che sembrava quello di una moto parecchio lontana. Tanto lontana da poter essere, in realtà, il fruscio del nastro.
Non è il caso di emulare Richard Gill mettendosi tra lo spettro-centauro e il suo abituale percorso stradale. Forse non sarebbe nemmeno il caso di tormentarlo facendogli i fari e strombazzando col clacson. Molto meglio una breve preghiera, nella speranza che possa trovare pace... o che finisca la benzina.
|