Ad Akodessewa nel Togo si vendono feticci Voodoo per tutte le necessità e le tasche: è la meta del nostro viaggio in questa religione africana.
Akodessewa è il nome del famoso mercato dei feticci ospitato nel quartiere omonimo di Lomè, capitale del Togo. Protagonisti teschi di animali, pelli di antilopi e coccodrilli, pesci, teste essiccate, statuette con chiodi, resti di elefanti e leopardi, scheletri e chi più ne ha più ne metta.
Che se ne fanno i sedicenti maghi, guaritori, sciamani, assidui frequentatori del mercato, di tutte queste meraviglie? Le utilizzano per i rituali vudù.
Ma il Togo non è il solo stato africano ad ospitare tali stranezze: in Benin ogni anno si svolge un curioso Festival a tema, che attira milioni di fedeli.
Cos'è il Vudù?
Sebbene oggi il termine voodoo (o vudù, vodou, vaudou), di cui esistono numerose traslitterazioni, evochi mentalmente la cultura afroamericana, questa religione nacque in Africa occidentale ben prima del colonialismo.
“Vudù” significa spirito o divinità, da alcuni tradotto anche come “segno del profondo”, e ad oggi il termine si riferisce alla religione che ne prende il nome, una delle più antiche e controverse al mondo.
È l'animismo tradizionale africano miscelato con elementi cattolici ed altre forme di spiritualità africane ad aver dato origine al Vudù per come lo conosciamo oggi.
E a dispetto di quanto si crede, complici i rituali di magia nera che l'hanno reso popolare ovunque, si tratta di una religione vera e propria con tanto di norme morali e sociali, cerimonie, seminari per la formazione del clero, sacerdoti e sacerdotesse, congregazioni.
È religione ufficiale nello stato del Benin dal 1996 e ad Haiti dal 2003, diffusa anche in Togo, Nigeria, Ghana, Costa D'Avorio.
A lungo perseguitato dalla Chiesa Cattolica, il Vudù rappresentava per gli schiavi africani esportati in America dai colonialisti, una fede comune che li faceva sentire uniti a dispetto della condizione miserevole cui erano costretti.
Si diffuse progressivamente in tutta l'America Centrale ibridandosi persino con la sua acerrima nemica, la religione cattolica, da cui trasse l'idea di un Dio supremo dotato di numerosi intermediari.
Col tempo, pur continuando a essere apertamente osteggiata dai Cattolici, attirò un numero crescente di fedeli, soprattutto negli Usa e nell'America meridionale.
Gli spiriti della religione Vudù
Secondo il Vudù esiste un dio supremo inconoscibile chiamato Mawu, Olorun o Gran Met a seconda delle tradizioni.
I fedeli non possono interagire direttamente con la divinità suprema ma solo con i Loa, spiriti collettivi con particolari caratteristiche, assimilabili per certi versi ai Santi cristiani.
I Loa vengono invocati durante i rituali vudù nei templi sacri e possono possedere alcuni fedeli a tal punto da condizionarne le movenze, comunicando attraverso di loro.
Ne sono un esempio Papa Ghede, spirito che presiede all'oltretomba e agli spiriti dei morti, Erzulie, spirito della fertilità corrispondente alla Madonna cristiana, Ogoun, spirito del denaro e del potere terreno.
Tra i principi base del Vudù il rispetto per la natura, per gli antenati e la vita umana, ritenuta sacra e permeata dal divino. Si crede anche che vivi e morti coesistano e che il mondo dei defunti sia sovrapposto a quello dei vivi.
Oltre ai Loa e al dio supremo, esiste un maestro della testa, entità somigliante al nostro angelo custode, il cui scopo è consigliare e proteggere ogni persona.
Come si fanno i riti vudù
Durante i rituali si eseguono spesso sacrifici animali, si utilizzano bambole vudù e geometrie sacre dette veve attraverso le quali vengono invocati i Loa.
Il sacrificio animale è uno dei rituali che ha contribuito a tacciare negativamente il Vudù sebbene, sostengano alcuni ricercatori, sia un'usanza radicata in molte altre religioni [come per esempio l'agnello pasquale nell'Antico Testamento, NdR].
Idem per quanto riguarda l'impiego della bambole, oggetti usati in Europa molto prima della comparsa di questa religione.
Tornando allo svolgimento dei rituali, alcuni fedeli si lasciano possedere dai Loa, in altri casi sono gli spiriti dei morti a impossessarsi dei celebranti.
Il posseduto viene detto zombie perché durante il rituale non è padrone di se stesso ma totalmente in balia dello spirito.
La seconda anima del posseduto, chiamata piccolo angelo guardiano, che è la più vulnerabile, in queste circostanze abbandona il corpo. Normalmente lo fa anche durante il sonno perché è molto sottile e predisposta a lasciarsi influenzare dall'esterno.
È questa l'anima su cui può essere praticata la magia nera, il cui scopo è imprigionarla o dirigerla in modo che la persona cui appartiene diventi uno zombie comandato a piacere dallo stregone di turno.
L'altra anima di cui è composto l'essere umano, detta grande angelo guardiano, è invece più materiale, intimamente legata al corpo: questa anima non è vulnerabile e lascia la persona solo con la morte.
Il largo impiego di amuleti protettivi tra i fedeli ha proprio lo scopo di proteggere la piccola anima, in modo da preservarla da eventuali malefici.
Akodessewa: il mercato dei feticci di Lomé
I feticci esposti al mercato di Lomé, in Togo, rappresentano la preziosa materia prima di rituali vudù dai molteplici scopi. Far ritrovare l'amore, avere un figlio, guarire da malattie, allontanare spiriti maligni, migliorare le prestazioni sportive, tutto è possibile.
Le teste animali, grandi protagoniste del mercato disponibili in tutte le salse e provenienti da molti paesi dell'Africa occidentale, vengono tradizionalmente utilizzate nella preparazione di miscele miracolose.
Solo chi conosce bene la medicina tradizionale può farne uso e non è certo una conoscenza da poco ma una vera e propria arte che si tramanda di padre in figlio. Ci vogliono anni di esperienza e studio per apprenderla.
Tra le miscele di largo impiego presenti ad Akodessewa si annoverano quelle a base di polvere di teste ed erbe medicinali, cotte sul fuoco per farne polvere nera curativa da spingere nelle ferite dei malati dopo averne inciso per 3 volte il petto o la schiena.
Mentre le ossa di grandi dimensioni hanno la fama di scaccia-demoni.
Durante il mercato si possono richiedere speciali consulti, acquistare talismani protettivi chiamati gri-gri e rimedi di ogni genere.
Ma chi rifornisce il mercato della preziosa merce? Stando ai locali, i principali fornitori sarebbero cacciatori dei paesi limitrofi, dal Benin al Burkina Faso, dal Niger al Camerun.
Cosa sono i feticci?
La religione Vudù come abbiamo visto è un culto sincretico che mescola elementi animisti con credenze cattoliche e altre pratiche tradizionali africane compreso il feticismo, che come suggerisce il nome venera manufatti e oggetti realizzati soprattutto con materiali naturali investiti di sacralità, i feticci.
Attraverso il feticcio, il credente cerca di assicurarsi la protezione dello spirito che vi risiede per indurlo a eseguire un determinato compito.
Affinché un feticcio funzioni è necessario donargli il soffio vitale tramite un rito di consacrazione, che può essere eseguito cospargendolo di sostanze apposite, recitando preghiere e offrendo sacrifici. I feticci vengono poi impreziositi da conchiglie, unghie, vernici, stoffe, piume, pellicce, erbe.
Gli spiriti che li animano sono chiamati geni, sono sottoposti a Dio ma vivono tra gli uomini. Attraverso il feticcio, per tramite dei geni, è possibile soddisfare tutta una serie di bisogni immediati.
A seconda del culto di riferimento i feticci vengono utilizzati in modi diversi sebbene gli scopi rimangano pressoché simili: assicurarsi protezione, esaudire desideri, danneggiare qualcuno qualora sia coinvolta la magia nera.
Se i problemi da risolvere risultano molto difficili, il feticheur ordina di sacrificare un bue, una pecora, una capra o un pollo, versandone il sangue sul feticcio che in questo modo acquisisce maggiore potere.
Voodoo Festival in Benin e culto dei feticci
Il Benin è il solo stato africano in cui il Vudù è religione ufficiale con un buon 80% di popolazione che vi aderisce. Anche qui il culto dei feticci è diffuso ed è facile imbattersi in mercati di “materia prima” come a Ouidah e ad Abomey, capoluogo del dipartimento di Zou, lungo le cui strade si trova tutto l'occorrente per i rituali.
Protagonisti anche in questo caso cadaveri essiccati di topi, pipistrelli, uccelli, serpenti, leopardi, teschi, singole ossa, bambole di legno e così via.
Ma l'evento più interessante è sicuramente il famoso Voodoo Festival ospitato ogni anno, il 10 gennaio, nella città di Ouidah.
Durante il Festival, che attira fedeli da diversi paesi africani, una lunga processione si snoda dal Tempio dei Pitoni lungo la via degli schiavi fino al rientro sulla spiaggia, dove si alternano balli, sfilate di maschere, musica incessante e ipnotiche trance.
I feticci in Benin fanno parte della quotidianità e vengono spesso custoditi in casa o posizionati all'entrata dei villaggi.
Il feticcio più famoso è quello di Dankoli, luogo di culto conosciuto da molti africani, che ha la fama di essere talmente potente da non richiedere l'intermediazione degli iniziati vudù. Qui i fedeli possono eseguire da soli i rituali facendo le dovute richieste al “dio”.
La presenza dei bastoncini di legno simboleggia le numerose preghiere rivolte al feticcio. Se il desiderio espresso viene esaudito, il richiedente torna in loco per dedicargli un sacrificio sgozzando un animale il cui sangue viene versato sopra al simulacro. Maggiore è la portata del desiderio richiesto, più grande sarà l'animale da sacrificare.
Lungo le strade del Benin sono frequenti, oltre ai mercati tematici, i santuari vudù, posizionati nella maggioranza dei casi vicino agli alberi roko, particolarmente longevi. Possono arrivare ai 500 anni di età e sono dotati, stando alle testimonianze locali, di poteri soprannaturali.
Insomma, per gli appassionati del genere, per i fedeli e i simpatizzanti, il Benin è una terra tutta da scoprire.
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