Tutti i dettagli sul simbolismo animale della Capra e dei suoi significati attraverso i secoli, i popoli, le culture, le superstizioni e l'esoterismo
Eccoci tornati a trattare del significato dei più famosi simboli animali in compagnia dello studioso e romanziere Ottavio Bosco.
Questa volta, sulle pagine di LaTelaNera.com dedicate ai misteri e al folklore, parleremo della Capra (Capra hircus), un animale che accompagna l'uomo da tempi remoti e che spesso è stata associata al maligno.
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Il simbolismo animale della Capra
La Capra è un animale dal forte potere simbolico fin dai tempi più remoti e pressoché presente in tutte le culture e civiltà a noi antecedenti.
In Egitto si credeva che alcune donne di facili costumi copulassero con un dio con le sembianze di capra, nella mitologia greca il dio agreste Pan era rappresentato metà uomo e metà capra e il mitico mostro Chimera , uno dei figli del Titano Tifone e di Echidna, veniva descritto e raffigurato con tre teste: le due laterali di drago e di leone, quella centrale di capra.
Qualcuno ritiene che il dio pagano celtico Cenrunnos (da cui probabilmente è derivato Pan), solitamente raffigurato con le corna di cervo per rappresentare il potere della natura, in realtà fosse un “dio cornuto” più simile ad una capra.
Erodoto già nel V secolo a.C. sosteneva che una popolazione stanziale nel delta del Nilo (detta di Mendes) venerasse le capre come dèi, Plutarco nel 120 d.C., scriveva che le donne più belle venivano scelte per fare l’amore con il dio caprone di Mendes.
Da ricordare la leggenda secondo cui l’angelo Azael e Shemhazai che, avendo avuto il permesso di Dio per andare ad abitare sulla terra, furono attratti dalle donne umane e si accoppiarono con loro.
Shemhazai, per punizione ebbe due figli mostruosi, mentre Azael inventò i cosmetici e gli ornamenti utilizzati dalle donne per sedurre gli uomini. Dio allora, in collera, minacciò di far innalzare il livello delle acque per far morire gli uomini e gli animali. E Shemhazai, nonostante i suoi figli fossero dei giganti per cui non sarebbero potuti affogare, fu preso dallo sconforto perché, comunque, pensò che i suoi figli sarebbero morti di fame.
Per questo motivo era usanza che nel giorno dell’espiazione i peccati di Israele venissero imputati all’annuale capro espiatorio che veniva gettato da una rupe come offerta a Shemhazai e ad Azael (divenuto poi Azazel, potente demone delle gerarchie infernali).
Anche nella Sacra Bibbia si fa menzione di questo episodio, infatti, il “capro espiatorio di Azazel”, era lanciato vivo ogni anno nel giorno dell’espiazione (Levitico, XVI, 8-10) per portare via con sé i peccati di Israele e trasferirli all’angelo caduto Azazel, per punizione imprigionato in una caverna sotto un cumulo di pietre.
Un vero e proprio sacrifico ai demoni quindi che, in quanto tale, risulta proibito dalla Bibbia.
In realtà tale usanza affonda le proprie origini in tempi più remoti: il capro (poi divenuto Pan), era una divinità molto potente in Palestina, e a lui, gli ebrei erano soliti sacrificare una capra nel giorno dell’ Espiazione.
Da evidenziare che la spiegazione della proibizione di cucinare un capretto nel latte materno, vada ricercata nell’antica mitologia greca in cui si pensava che la parola d’ordine utilizzata dagli iniziati una volta raggiunto l’Ade fosse: “sono come un capretto caduto nel latte”.
Fin dal medioevo in Europa s’identificava il diavolo (termine alquanto generico per indicare Satana) con una capra: un grottesco essere antropomorfo con le sembianze di caprone. L’assioma capra-diavolo è ormai consolidato e inscindibile.
Secondo illustri studiosi e antropologi, durante alcuni tipi di cerimonie di streghe, i presenti erano soliti indossare teste di capra.
Il celebre Baphomet (Bafometto), celebre “demone ermetico” adorato dai Templari, era rappresentato da un essere androgino con la testa di capra sulla cui fronte era disegnato un pentagramma: un significato del tutto differente da quello solitamente utilizzato nel satanismo.
La capra è un simbolo talmente diffuso nella cultura degli uomini che si ritrova anche negli oroscopi (ariete in quello occidentale, della pecora o capra in quello cinese).
Nella superstizione scozzese, per esempio, si sostiene che è impossibile vedere le capre per ventiquattr’ore consecutive perché devono spesso far visita al diavolo per farsi pettinare la barba: potremmo citarne migliaia di credenze che secondo cui la capra assume un’accezione negativa e legata al demonio, ma non è sempre vero.
Esistono anche altre tradizioni che considerano quest’animale molto positivo: pare che le capre messe in una stalla proteggano i cavalli dalle influenze negative e dal male.
Se s’incontra una capra mentre siamo in affari, il successo è sicuro.
Se si è così fortunati da incontrare una capra nera su una mulattiera sperduta, vuol dire che lì c’è un tesoro.
Un corno di caprone posto sotto un cuscino è in grado di combattere l’insonnia.
Far avvicinare una capra alla casa di un ammalato significa farlo guarire.
Sembra che le capre fossero utilizzate anche nelle miniere di carbone perché si reputava che conoscessero con precisione l’ora in cui sarebbe terminato il turno, infatti, quando stava per suonare la sirena, le capre si rifiutavano di tirare i carretti con il carbone.
Infine, nell’interpretazione onirica, sognare capre che pascolano è indice di futura ricchezza e prosperità.
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