Tutti i dettagli sul simbolismo animale dell'Avvoltoio e dei suoi significati attraverso i secoli, i popoli, le culture, le superstizioni e l'esoterismo
Il romanziere Ottavio Bosco prosegue il suo viaggo all'interno dei simboli del mondo animale e relativi significati affrontando oggi un animale "scomodo", dalla pessima fama.
Si parlerà infatti oggi su LaTelaNera.com dell'Avvoltoio (Coragyps atratus, Cathartes Aura, Gypohierax angolensis, Trigonoceps occipitalis), studiando questo volatile attraverso le superstizioni e le credenze che lo circondano e l'hanno circondato per secoli.
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L'Avvoltoio e il suo simbolismo
L’avvoltoio non uccide direttamente le proprie prede, ma attende la loro morte per poi cibarsi delle loro carcasse e, per tale motivo, è considerato come un presagio di morte.
Fin dai tempi più antichi questi uccelli venivano utilizzati per la divinazione.
Alcuni studiosi della mitologia egizia sostengono che l’avvoltoio fosse collegato alla dea Iside perché essa aveva la funzione di accompagnare le anime dei defunti nel regno dei morti: secondo lo scrivente questa interpretazione è errata.
È innegabile che Iside, specialmente nel Rinascimento, periodo della riscoperta dell’Egitto da parte degli operatori esoterici, abbia assunto forti connotazioni magiche ma, in realtà, la dea Iside, sorella e sposa di Osiride che concepì il figlio Horus dai pezzi del cadavere del marito, era (ed è tutt’ora) l’emblema della sposa fedele che supera e abbatte gli ostacoli della morte e, soprattutto, di una madre fedele e affettuosa presa a riferimento anche nel concepimento di altre divinità femminili di culture successive a quella egizia. Per tale motivo ritengo errata la correlazione tra dea Iside e avvoltoio.
Nella mitologia romana si dice che fu Giove stesso a far apparire a Remo e Romolo rispettivamente sei e dodici avvoltoi per indicar loro il luogo dove avrebbero dovuto fondare Roma.
Plinio sosteneva che gli avvoltoi avessero la capacità di intuire la morte di una persona con tre giorni di anticipo: per cui, tutt’ora, è credenza che se un avvoltoio volteggi sopra una casa, sia presagio di morte imminente.
In ebraico i termini utilizzati per avvoltoio e per compassione sono simili anche foneticamente, per cui si è generata un’associazione univoca tra questi uccelli e la cura dei parenti.
Da evidenziare inoltre un mito del folclore comune secondo cui i pellicani nutrano i piccoli con il proprio sangue: secondo alcuni studiosi in realtà questa credenza va fatta risalire agli avvoltoi perché spesso veniva visto andare al nido con bocconi sanguinanti per nutrire i propri piccoli.
L’avvoltoio trova posto anche nella filosofia degli antichi alchimisti. Spesso, infatti, esso è raffigurato appollaiato in cima a un monte dove si trova la Prima materia e rappresenta il mercurio dei filosofi, inoltre l’uccello tiene nel becco un cartiglio con scritto, tradotto dal latino, “Io sono il nero del bianco e il rosso del bianco e il giallo del rosso. Io annuncio la verità e non mento” (tratto dal Rosarium philosophorum, una raccolta di dottrine alchimistiche del XIV secolo).
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