Significati, uso e storia di uno dei più misteriosi simboli spesso reperibile su costruzioni religiose cristiane...
Il nostro viaggio alla scoperta della storia e dei significati dei più noti simboli esoterici ci porta oggi a parlare del Quadrato Magico Sator: a farlo per LaTelaNera.com è Giuliana Borghesani, graditissima ospite all'interno di questa serie di articoli curata dal nostro autore Ottavio Bosco.
La splendida Pieve di San Giovanni, chiesa cimiteriale di Campiglia Marittima (LI), risale al 1000, e sorge su un colle prospiciente il Mar Tirreno. La Pieve è la classica costruzione romanica, con il tetto a capriate: legno, quindi, a rischio di incendio.
Sarà forse per questo motivo che al congiungimento della parete col tetto gli antichi muratori hanno posto il Quadrato Magico:
SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS
Anna Giacomini vi legge un messaggio precristiano che traduce così: Dio seminatore creò, egli governa la materia, tu (uomo) ruoti.
Ma altri studiosi ricordano che in epoca medievale il significato di questo misterioso scritto prende la forma di un esorcismo, oppure addirittura di una formula magica, un incantesimo, una protezione. Si sa che fu utilizzato anche da coloro che praticavano le Arti Nere, addirittura come un incantesimo amoroso.
Nel caso della Pieve di San Giovanni di Campiglia è stato ipotizzato che si trattasse di un esorcismo contro il fuoco, e questo giustificherebbe la sua posizione nell’edificio.
Non si deve però scordare che, proprio per questo suo significato "misterioso", il Quadrato Magico Sator è stato spesso associato ai Templari, presenti ovunque quando si tratta di misteri. A mettere sull’avviso, anche in questo senso, è il fatto che Templari e Via Francigena sono spesso associati e in Toscana, non lontano dalla Pieve, passa appunto un tratto di quella importante via medievale di comunicazione.
E pensare che la storia di questo simbolo è assai complessa e lontana nel tempo.
Pare certo che si tratti di un simbolo cristiano, così come il termine ICQUS (pesce) che nascondeva il nome di Cristo (Iesus Cristos Qeou Uios Swthr), nascondendo al suo interno il PaterNoster.
Come sostiene Felix Grossner, nel 1926, infatti, non si ritrova mai antecedente alla cristianizzazione.
Nel 1960 ne è stato rinvenuto uno risalente al III-IV secolo d.C. sotto la basilica di S. Maria Maggiore, e allo stesso periodo ne risale un altro, scoperto in Inghilterra, nel 1868 a Watermore (vicino a Cirencester, antica Corinium) inciso su una casa romana.
Sull’Eufrate, nella città di Doura Europos durante uno scavo archeologico nel 1932 ne vennero alla luce tre, graffiti su un muro. Interessante notare come il muro fosse di pertinenza di quello che probabilmente era l’archivio della XX coorte Palmyrenorum, che presidiava la zona, tra il 165 e il 256 d.C.
L’anno seguente ne scoprirono un quarto scritto in maiuscolo greco.
Nel muro del palazzo del governatore della Pannonia Inferior, nell’antica Aquincum (Budapest), si individuò un Sator graffito su un mattone. Forse il fatto che in tempi di piena cristianizzazione si celasse il Padre Nostro in questo modo ha fatto supporre al Danielou che il Sator avesse un’origine gnostica.
In epoca più tarda continuiamo a trovare il Quadrato Magico in ambito religioso cristiano presso molte chiese: San Giovanni decollato di Pescarolo (Cremona), Santa Maria in Plebis Flexiae a Marischio di Fabriano (Ancona), Santa Lucia a Magliano dei Marsi, San Pietro adoratorium di Capestrano (L’Aquila), Santa Maria Assunta di Siena, San Orso di Aosta, Certosa di Trisulti (Frosinone), Abazia di Valvisciolo a Sermoneta (Latina) e, curiosamente, o forse no, nei laici palazzo Benciolini a Verona e Castel Mareccio nel territorio di Bolzano.
Per chi volesse approfondire, suggerisco l’interessante testo di Rino Cammilleri: Il quadrato magico. Un mistero che dura da duemila anni.
|