All'interno della Bibbia e di altri testi antichi sono presenti espliciti riferimenti alle macchine volanti
Al fascino e il mistero che suscitano i reperti archeologici mostrati nelle scorse settimane (i Monili d'oro dei Sinù e l'Aliante di Saqqara), si va ad aggiungere a quello suscitato da testi antichi che, più o meno esplicitamente e nel dettaglio, menzionano macchine volanti.
La fonte più celebre e sbalorditiva è rappresentata dall'epica indiana: il Ramayana, il Mahabharatra e il Samarangana Sutradhara in particolare. In questi, ma pure in altri sacri testi vedici, si discorre diffusamente di dispositivi volanti, appellati "vimanas", che possedevano le diverse caratteristiche e scopi d'uso, ma tutti costruiti in materiali metallici e dalla forma simile a quella degli uccelli, in grado non solo di alzarsi in cielo, ma anche di viaggiare nello spazio. Negli scritti sono contenute descrizioni, tecniche di costruzione, accenni a leggi fisiche, disegni specialistici.
Nel Libro di Enoch, specialmente nella versione slava, vengono descritti congegni atti al volo in cielo e nello spazio, con indicazioni sugli effetti della relatività. Enoch stesso racconta di aver trascorso parecchi giorni in una navicella spaziale.
Nella Bibbia, nel Libro di Ezechiele, il profeta riporta una sua visione che sembrerebbe l'incontro con una sorta di carro volante meccanico proveniente dallo spazio. La descrizione dell'oggetto, studiata soprattutto dal tecnico tedesco Josef Blumrich, confermerebbe che alcuni dettagli sono incomprensibili rispetto a un'epoca in cui nulla si sapeva di tecnologia e aerodinamia.
Se, infine, nell'Hakatha (Leggi di Babilonia) delle "macchine volanti" sono solamente citate e nel Poema epico di Ishtar e Izdubar si fanno riferimenti generici a marchingegni similari, il Sifr'ala, composto in caldeo arcaico, conterrebbe istruzioni ricche di dettagli tecnici per costruire (e pilotare) un aeromobile.
Nell'antichità, dunque, i dispositivi volanti si ritrovano spesso e non rappresentano, perciò, un'eccezione.
Li troviamo, soprattutto, sbalorditivamente ricchi di particolari che si presupporrebbero allora ignoti a quelle civiltà che celano ancora molti misteri sulla loro conoscenza e il loro progresso.
Erano conosciute macchine volanti in tali epoche? Il fatto che risultino noti a più di una civiltà è dovuto al caso, alla circolazione del sapere oppure esse hanno conosciuto o visto in qualche modo questa tecnologia? In caso affermativo, come o da parte di chi?
Oppure è la nostra fantasia a precipitarsi verso le ipotesi più suggestive ma meno scientifiche? La realtà è che ci troviamo di fronte semplicemente a pregevoli oggetti d'arte e a testi ideati da una o più menti profondamente creative?
Interrogativi irrisolti, che affondano le radici nelle nebbie di un passato remoto e intrigante di cui ci accorgiamo di sapere ancora troppo poco.
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