Coccodrilli nelle fogne: attenti a quel water!
Si dovrebbe evitare di buttare nel water di casa cose che non siano pura cartaigienica, tanto meno piccoli rettili esotici che tendono poi a CRESCERE a dismisura
La metropoli americana per eccellenza, New York, è anche teatro di una delle leggende metropolitane più famose: le fogne della città sarebbero infestate, tra le altre cose, da alligatori e coccodrilli.
Alcuni newyorchesi, di ritorno dalla Florida, avrebbero portato con sé dei piccoli alligatori con cui far giocare i figli. La loro dimensione (e forse anche la loro fame…) a un certo punto sarebbe però cresciuta troppo, spingendo gli incauti genitori a gettarli nel w.c. di casa per farli "sparire" per sempre.
Tuttavia, lo sciacquone non sarebbe stato sufficiente a uccidere gli alligatori: una volta nelle fogne, i piccoli sarebbero sopravvissuti nutrendosi di topi e si sarebbero adattati al nuovo ambiente senza luce divenendo ciechi. Avrebbero inoltre assunto una colorazione albina a causa dell’assunzione di marijuana che, secondo un’altra leggenda metropolitana molto diffusa, crescerebbe rigogliosa nelle fogne di New York a causa del forte quantitativo di buste e bustine riversate dagli spacciatori nei water durante le perquisizioni della polizia.
Non esistono testimonianze del ritrovamento di alligatori nelle fogne di New York. Tuttavia, nel 1935, un gruppo di ragazzi ritrovò un cucciolo vicino a un tombino, dando forse origine alla leggenda.
Al contrario di quanto sia avvenuto in America, dove la leggenda ha una connotazione moderna, i rettili in Italia sono invece parte da sempre del complesso di antiche curiosità popolare che rendono tanto ricco il folklore del Bel Paese.
Coccodrilli impagliati e resti di essi rendono ancora più suggestivi gli antichi santuari di Grazie di Curtatone (Mantova), San Michele Extra (Verona), Rapallo (Genova), Ponte Nossa (Bergamo), Poppi (Arezzo), Macerata, Ragusa, trasformandosi anche nei protagonisti del patrimonio leggendario di questi luoghi.
Secondo una leggenda, il coccodrillo del santuario di Montallegro (Rapallo, Genova), sarebbe giunto fin lì come omaggio di un comandante rapallese reduce dell’Amazzonia.
A Curtatone (Mantova) lo storico Ippolito Donesmondi nel 1603 racconta che il coccodrillo fu scoperto nelle paludi del Mincio secoli addietro e che aggredì due fratelli uccidendone uno. L’altro, raccomandatosi alla Madonna del vicino santuario, con un’accetta lunga che aveva con sé assalì l’animale e l’uccise, scorticandone la pelle. Il coccodrillo sarebbe poi stato donato al santuario in segno di ringraziamento.
Ma in Italia il coccodrillo continua a essere presente ancora oggi, ritagliandosi anche uno spazio nella cronaca più recente: la Stampa del 11 ottobre 1987 riporta la notizia che sulle rive del fiume Astico, in provincia di Vicenza, un esemplare è stato ucciso dall’agricoltore Giovanni Stupiggia, che lo ha rinvenuto intorpidito dal freddo e finito a bastonate.
Forse un animale esotico "sfuggito" al suo padrone?
Infine, il 10 ottobre 2005 il sito del Corriere della Sera ha riferito una notizia proveniente da Manchester, Gran Bretagna: dopo che numerose segnalazioni erano giunte ai vigili del fuoco inglesi (i quali con telecamere a fibra ottica non erano riusciti a individuarlo), un boia di tre metri è stato catturato dal coraggioso abitante di un appartamento che è abilmente riuscito a intrappolarlo in un secchio.
La fine di un incubo per i residenti in quella palazzina, che per mesi avevano denunciato avvistamenti del grosso serpente nei propri bagni e provveduto a sistemare pesi sui coperchi dei water per il terrore di vederlo sbucare fuori...
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