Libri > Recensioni > Il Villaggio dei Dannati, di Elisabeth Herrmann, edito da BookSalad nel 2014 al prezzo di 15,00 euro. Leggi la trama.
Quando comincerete a leggere Il Villaggio dei Dannati, non aspettatevi una rivisitazione del film di fantascienza del 1960 diretto da Wolf Rilla (ispirato al romanzo I figli dell'invasione di John Wyndham) nel quale gli abitanti di una piccola cittadina inglese perdono all'improvviso e contemporaneamente i sensi per alcune ore e finito il fenomeno, tutti si riprendono, senza apparenti conseguenze. Tranne scoprire che le donne del villaggio sono tutte incinte.
In questo caso, Wendisch Bruch è un paese fantasma, abitato solamente da alcune donne ormai anziane. E sole.
La stranezza maggiore sta proprio nel fatto che non ci sono uomini. Walburga è l'ostessa della locanda “I Tigli”. Sostiene che suo marito è uscito a comprare le sigarette - vent'anni prima - e non ha più fatto ritorno.
Mancavano solo gli arbusti e qualche pagina di giornale vecchio e ci sarebbe potuto girare un western: Mezzogiorno di fuoco. Strade vuote e case degradate, nessuno curava i giardini. Né potava gli alberi. I graffiti adornavano le pareti dei casottini in cemento. Solo il pauroso latrato dei cani faceva da sottofondo.
La scrittrice dà molto risalto ai personaggi chiave quali la vigilessa e lo psicologo, due ruoli all'apparenza marginali in un'indagine per omicidio, ma spinti dalla stessa intraprendenza nel voler soverchiare le regole e agire d'impulso per condurre delle indagini parallele a quelle degli inquirenti.
Per entrambi, Charlotte Rubin non ha commesso l'omicidio. Per entrambi, vi è un coinvolgimento a livello più profondo nel caso. Una alla ricerca di dati oggettivi, l'altro studia il comportamento e atteggiamenti anomali.
Vi sono altri due personaggi che sono contrapposti: Charlotte e Cara, sua sorella minore. Due caratteri differenti, due passati differenti. Entrambe cresciute a Wendisch Bruch, Charlie se n'era andata da quel posto più tardi di quanto avesse voluto. Non si erano più riviste.
Non c'è un commissario o un ispettore sotto le luci della ribalta, anzi. Il capo della squadra omicidi, Gehring, è giovane, dinamico e arrogante. Attento all'apparenza, non buca lo "schermo" e non prende le redini della situazione se non a indagine quasi conclusa.
Il Villaggio dei Dannati è un romanzo che va ad incastonarsi nella serie dei nordici già recensiti sul mio blog (Contorni di noir), di cui apprezzo il tentativo di allontanarsi dai temi in uso agli scrittori nord-europei e che ne hanno forse fatto un cavallo di battaglia ormai "azzoppato".
Avrei cercato di dare maggiore risalto alla divisione delle "due Germanie" dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989, per la quale ancora oggi vi sono problemi economici evidenti.
C'è ancora un po' da lavorare, ma Elisabeth Herrmann ha intrapreso la strada giusta.
Romanzo apprezzabile.
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