Libri > Recensioni > Ferro Sette, di Francesco Troccoli, edito da Curcio nel 2012 al prezzo di 15,90 euro. Leggi la trama.
Ferro Sette è un romanzo di fantascienza che, proprio in virtù di ciò, è opera rivolta ad un pubblico universale.
Credo di essere uno dei pochi convinto che le rivendicazioni di genere arricchiscano, invece che depauperare, la portata e la rilevanza di certa narrativa. Considero da sempre la fantascienza un ambito letterario dai linguaggi e dalle possibilità sconfinati, capace di parlare a un pubblico eterogeneo, di qualsivoglia età.
La fantascienza è, in tal senso, l'erede storica del genere fiabesco di origine popolare: una metafora a tutto tondo sull'esistenza umana, tanto più efficace e riuscita in quanto libera e all'apparenza lontana dai vincoli della quotidianità.
Ferro Sette è un romanzo di fantascienza e, tuttavia, è forse opportuna una precisazione: quale fantascienza?
Ne esistono tantissime declinazioni ma mi piace pensare che, in fondo, due siano le rubriche sotto le quali iscrivere le opere di genere: la fantascienza positiva e quella catastrofista.
Si tratta di una semplificazione che trascura gli sfondi e i contesti che fanno da contorno alle vicende (Space Opera, relazioni aliene, viaggi nel tempo, ecc.) e cerca invece di mettere a fuoco quello che l'autore cerca, tra le righe, di suggerirci: una visione dell'uomo e della vita.
Da quest'ottica, e mi permetto di affermarlo con una nota di compiacimento, Ferro Sette sembra un romanzo partorito nella cosiddetta "Golden Age" della fantascienza americana, quell'arco di anni che va grosso modo dalla metà degli anni trenta fino alla fine degli anni quaranta.
Si tratta di un periodo nel quale furono introdotti molti dei tòpoi letterari del genere e che fu caratterizzato da una vena di ottimismo e di fiducia nelle possibilità di evoluzione dell'uomo e sul futuro che avrebbe progettato.
È l'epoca delle riviste di J. W. Campbell, del cosiddetto sense of wonder e delle storie future, create da Robert Anson Heinlein e Isaac Asimov. La fantascienza diventa lo sfondo e il pretesto per mettere l'essere umano di fronte ai suoi limiti e alla possibilità di trascenderli: una metafora della continua trasformazione e crescita dell'uomo.
Il sense of wonder, per mondi e tecnologie ancora inesplorati, serviva pertanto a esaltare, per contrapposizione, un senso di "umanità" positiva. Ne emergeva un uomo rinnovato, dentro e fuori, capace di volgere definitivamente il suo sguardo alle stelle e ai suoi sogni.
Poi venne la guerra, venne sganciata la bomba atomica: qualcosa mutò definitivamente nella visione degli scrittori e quel senso di sicurezza e di ottimismo sull'uomo venne meno.
Progressivamente venne affermandosi un senso di disfatta. Alla catastrofe materiale fece eco l'apocalisse interiore: la violenza e la distruttività divennero paradigma dell'umano, supportate dalle affermazioni deliranti della psicanalisi.
Ferro Sette è un romanzo di fantascienza positiva, che parla di uomini, sogni e del coraggio di lottare per la libertà di "essere" ed è tanto più attuale se letto sullo sfondo dei nostri tempi, nei quali l'unica libertà che sembra esserci concessa è quella di "avere".
Tra queste due alternative si troverà a dover scegliere il protagonista di Ferro Sette, Tobruk Ramarren e questa scelta avrà implicazioni ben più vaste di quelle legate al suo destino personale.
Ex miliziano, mercenario e cacciatore di taglie al soldo dei potenti, Tobruk Ramarren deve portare a termine una missione "sporca" su un pianeta minerario dimenticato, ai confini della galassia. Nelle viscere di Harris IV, nella miniera di Ferro Sette, Tobruk dovrà fare i conti con il suo passato e con quello di tutto il genere umano, venendo a conoscenza di uno sconvolgente segreto, che cambierà per sempre il suo modo di vedere la vita.
Avrà il coraggio di assumersi le responsabilità che questa nuova consapevolezza gli impone? Avrà la fermezza per scrutare dentro di sé e decidere qual è il futuro che vuole veramente costruirsi, consapevole che un mondo diverso è possibile? Interrogativi universali nei quali ogni lettore finisce per riconoscersi.
Il tutto ovviamente sullo sfondo di un'ambientazione fantascientifica costruita con mano sapiente, in una narrazione ricca di elementi avventurosi, colpi di scena alternati a momenti di intensa emozione.
La scrittura si mantiene sempre fresca e agevole, ma letterariamente rigorosa, a riprova che la vera maestria non mira mai a umiliare il lettore ma a prenderlo per mano e guidarlo nello svolgersi della narrazione. In virtù di questa sua "facilità" di linguaggio, spesso così rara nelle opere di genere, Ferro Sette è un romanzo in grado di parlare in profondità a un pubblico adulto ma anche di catturare e provocare i lettori più giovani.
Mi piace immaginare che Francesco Troccoli, forse neanche tanto inconsapevolmente, voglia ammiccare con provocazione a quella che è stata tutta la storia del genere stesso, per farsi protagonista di un autentico riscatto, una palingenesi , una nuova nascita della Fantascienza dalle ceneri che l'hanno consumata in anni recenti.
Ferro Sette: un'opera prima riuscitissima, un vero capolavoro con il quale ci auguriamo che l'autore torni quanto prima a misurarsi, cimentandosi con altre sfide e superandosi, come gli eroi del suo romanzo.
|