Libri > Recensioni > Ptaxghu6, di Marco Milani e Sandro Battisti, edito da Edizioni Diversa Sintonia nel 2010 al prezzo di 14 euro. Leggi la trama.
Che cosa significano libertà e spontaneità laddove il tempo e lo spazio sono ugualmente sotto il controllo di un potere centrale? Opera scaturita da due dei tre fondatori del Connettivismo – il più importante movimento fantascientifico italiano – Ptaxghu6 è un romanzo destrutturato e entropico, che porta con sé una carica di energia impressionante.
Quanto hanno portato a termine Marco Milani e Sandro Battisti è un lavoro che non si limita a raccontare una storia fondata su (in)determinati concetti, ma li ingloba, si forma su di essi, diventando tutt’uno con la storia che racconta e connettendo – è la parola giusta, ovviamente – così il livello dell’espressione con quello del contenuto, il piano semiotico con quello semantico. In un lavoro sulla lingua che farebbe la gioia di un altro duo, quello post-strutturalista Deleuze-Guattari, ci viene così raccontata (e ri-raccontata) una storia (molte storie) di intrighi spaziali, di tirannia illuminata, di ribellione contraddittoria e involuta, tra giochi di potere e atmosfere alla Dune, coordinate cyberpunk alla Bruce Sterling e dinamiche fantasociologiche asimoviane.
Una vicenda di nascita dall’anomalia, di consapevolezza, di percorso iniziatico, della quasi-divinità di un Creatore improvvisato dal nome casuale, di una quasi-Terra, del desiderio di correggere gli errori e pulsioni democratiche, di Nephilim conquistatori di più continuum possibili.
Un’avventura nel deserto, un’iper-caccia.
Denso di teorie scientifiche all’avanguardia che si mescolano a attitudine Zen e sensibilità lirica, epico ma non privo d’ironia. Mentre protagonisti e mondi si sovrappongono e nulla è statico, mentre tutto dipende da tutto, ci muoviamo in bilico sul confine ormai senza senso, nell’anno 3048, del reale-virtuale, in un presente predeterminato (o postdeterminato, è lo stesso) da una iperdimensione – concludendo citando l’incipit del primo capitolo, cosa che mi pare del tutto opportuna – dove "il tempo non è mai un problema". Finora.
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