Libri > Recensioni > Archetipi, di Autori Vari, edito da Edizioni XII nel 2009 al prezzo di 19,50 euro. Leggi la trama.
L’ipotesi di un inconscio collettivo fa parte di quei concetti che lì per lì stupiscono il pubblico, ma che poi entrano in uso e possesso come concetti familiari.
Queste sono le prime parole di Carl Gustav Jung in un’opera tratta dalla conferenza del 1934 intitolata Gli archetipi dell’inconscio collettivo. In quell’occasione il poliedrico psicanalista tedesco espone una teoria con la quale si sarebbe definitivamente staccato da Sigmund Freud, il suo vecchio maestro: ipotizza l’esistenza di una parte profonda e misteriosa dell’inconscio che contenga delle immagini comuni a tutto il genere umano: i cosiddetti Archetipi.
Ecco spiegato perché, al cinema, davanti a un libro o in qualunque altra situazione che tocchi certe corde, proviamo una sorta di disagio irrazionale. Basti pensare a quanto ci terrorizzi fin da bambini la figura dell’uomo nero.
C’è da dire che far vibrare quelle corde non è cosa semplice: ci vuole un eccellente scrittore e un’ottima storia. Daniele Bonfanti e Luigi Acerbi raccolgono questa sfida e così, dopo una gestazione durata due anni, esce Archetipi (seconda pubblicazione della collana Camera Oscura di Edizioni XII), un’antologia di dodici racconti di autori vari, ognuno legato a un preciso archetipo: il Demone, il Diluvio, il Golem, la Resurrezione, il Cannibalismo, l’Uomo Nero, le Sirene, l’Erede, i Confini del Mondo, la Natura Ribelle, la Maschera e l’Anima.
La prima cosa da chiedersi è se Archetipi è riuscito nella sua sfida.
La risposta è sì.
Ma procediamo con ordine. Innanzitutto c’è da dire che Archetipi non è solo buona narrativa, ma è un ottimo prodotto editoriale: una copertina accattivante; dodici stupende tavole del duo Diramazioni (ognuna ispirata a un singolo racconto) e un’interessante appendice in cui i due artisti ne spiegano la genesi; in più, la suggestiva prefazione (dal titolo XII Rintocchi), affidata a uno dei maestri del noir italiano: Gianfranco Nerozzi.
Detto questo, passiamo ai racconti.
Jay.rtf (Lake effect): Il difficile compito di aprire la strada è affidato a Danilo Arona, vecchia conoscenza dell’horror nostrano. I demoni sono il suo argomento preferito e lui risponde con un racconto da brividi; un horror puro e classico ambientato in Canada, uno di quelli che se ti chiami S. King, magari ci fanno un film.
Il diluvio: La cosa che più colpisce di questo racconto è l’accuratezza. Non solo nella ricerca delle fonti storiche sulle quali è basato l’intreccio, ma anche e soprattutto nello stile. Daniele Bonfanti, attraverso una storia ricca di verve e dal ritmo serrato, ci conduce in una fantarcheologica avventura sulle tracce di un antico diluvio.
La nuova era: Un racconto gotico, un mix di horror e fantascienza. Ian Delacroix si dimostra, ancora una volta, un abile creatore d’atmosfere, calando il lettore in una Praga piovosa ai limiti del soffocamento. Una Praga che il vecchio Gustav dovrà difendere dall’avvento di una nuova era. Basterà l’intervento del Golem a proteggere la città?
La fenice: David Riva sorprende con una racconto di notevole eleganza. Una scrittura a tratti musicale; una storia molto ben articolata e contornata da suggestive descrizioni, attraverso le quali l’autore ci accompagna tra le gelide acque del Mar Bianco verso la resurrezione della mitica fenice.
Fame di potere: Un fantasy dalle fortissime tinte nere. Giuseppe Pastore costruisce un mondo suggestivo popolato da affamati cannibali, maghi e banditi. Nel regno dello sporco (in senso letterale) Re Syllion bisognerà fare molta attenzione, la Morte con tre dita è in agguato…
Matmon: Chi ha paura dell’uomo nero? Strumm, noto per il noir Diario Pulp, si dedica stavolta al fantastico con una storia incentrata sul particolare e delicato rapporto tra una donna e il figlio, entrambi provati dalla morte del capofamiglia. Ma qualcosa si cela dentro l’armadio del ragazzo. È soltanto immaginazione? Uno strano zingaro sembra conoscere la risposta.
Sirene: A mio avviso dei migliori. Samuel Marolla si conferma, dopo Malarazza, edito da Mondadori, un eccellente narratore. Una storia sapientemente costruita e ambientata in una Sicilia molto ben tratteggiata. Un horror ricco di suspense. Delle sirene come non ce le saremmo mai immaginate.
Di madre in figlia: Fantascienza pura per Biancamaria Massaro, che in un futuro quanto mai prossimo a diventare realtà, reinventa il mito di Elettra in una storia sorprendente e inquietante. Come solo la buona fantascienza può essere.
Il cartografo: È di Alberto Priora uno dei racconti in assoluto più originali e fantasiosi della raccolta. Una storia che nella sua apparente stravaganza ha saldi legami con la storia e la filosofia. L’autore nel breve spazio di un racconto è capace di creare un intero mondo, prendere per mano il lettore e accompagnarlo fino ai suoi confini.
Facile preda: Elvezio Sciallis, principalmente conosciuto per i suoi articoli e le recensioni in campo cinematografico, fa una felice incursione nel mondo della narrativa con un racconto grottesco e a tratti divertente. Peccato per i poco fortunati protagonisti che non avranno molto da divertirsi, alle prese con una natura che si ribella. E che ribellione…
Il buio sotto la pelle: Chi, se non il pagliaccio, è l’emblema della maschera? E allora J. Romano ci porta al circo, tra i trapezisti e una misteriosa lettrice di carte, e con un horror nero caratterizzato da uno stile graffiante affaccia il lettore sui i tormentati abissi dell’animo di un vecchio clown.
Una cosa sola: Ritmi alti e dialoghi svelti e concitati in questo racconto di Luigi Acerbi. Ancora fantascienza, ambientata in un futuro che sembra quasi un presente; un futuro combattuto da forti contraddizioni, in cui le religioni sembrano essersi impossessate definitivamente dell’anima dell’uomo.
In definitiva è un’antologia che fa della qualità la sua arma vincente. Tutti i racconti sono ricercati fin nei dettagli, basti pensare ai luoghi particolari in cui sono ambientati alcuni di essi. Ci sono delle idee forti, frutto di una accurata selezione da parte dei curatori, Bonfanti e Acerbi. Sicuramente l’impressione alla fine della lettura è che non ci si trovi davanti alla solita raccolta fatta tanto per accontentare i rampolli di casa. Mescolati all’interno della raccolta troviamo vari generi, dall’horror all’hard science fiction, per cui sono certo che ogni lettore troverà, a seconda dei gusti, le proprie preferenze. E allora, chiudendo, vorrei indicare le miei: si tratta di Il diluvio, La fenice, Sirene e Il cartografo, in cui ho trovato il perfetto mix di stile, originalità, e contenuto.
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