Libri > Recensioni > Melodia, di Daniele Bonfanti, edito da Edizioni XII nel 2007 al prezzo di 11.50 euro. Leggi la trama.
La melodia che nasce dalle dita di Daniele Bonfanti (dell’80, già un romanzo pubblicato per Lulu.com – L’eterno sogno) è un’epica suite, vasta e complessa – un’idea ambiziosa e assetata di conoscenza, racchiusa in poco più di duecento velocissime pagine.
È un continuo ribaltamento della situazione, un susseguirsi di eventi che stuzzicano e incuriosiscono, una sequenza di colpi e contraccolpi che lascia spesso senza fiato, visto il dinamismo con cui vengono eseguiti. Velocità e ritmo (tenuti sotto controllo da un metronomo a bpm elevatissimi) sono però sorretti da una struttura narrativa originale e fantasiosa – cambi di tempo e di narrazione, senza nessuno sterile tecnicismo: dal diario all’epistola, passando per la prima e la terza persona, senza che ci sia mai un minimo cenno di sdegno verso questa apparente confusione. Perché in Melodia niente è lasciato al caso, e i continui avvicendamenti di narratore sono funzionali e necessari alla trama, soprattutto in vista della sorprendente sterzata filosofica dell’epilogo.
Sarebbe un delitto spiattellare a tradimento la vicenda: troppi sono gli episodi che abbracciano realtà e fantasia, mito e metanarrativa, e la sorpresa di scoprirli a uno a uno è talmente invitante che non vale la pena essere così curiosi adesso. La sinossi là sopra è più che sufficiente per assetare i palati indiscreti: abbiate pazienza, Melodia si scopre pagina dopo pagina, nota dopo nota.
Daniele Bonfanti ha stile e carattere da vendere, questo è indiscutibile. Il modo in cui affronta l’alternarsi dei vari narratori mostra come la sua scrittura stessa cambi, in funzione di chi-racconta-cosa: un particolare magari trascurabile a una lettura superficiale, ma che l’occhio attento sa catturare e apprezzare.
Eppure, il neo del concerto può (e ripeto, può, perché si tratta di un fattore estremamente soggettivo) risiedere qui: Mattia, l’uomo della situazione, sfugge dagli stereotipi e dai cliché, per la sua testardaggine e il suo interesse nello scoprire la Verità, ma la scelta dell’autore di sacrificare punti preziosi sul piano della sua caratterizzazione in favore di una costante rapidità con cui viene suonata la melodia, può non convincere l’intero esercito di lettori. Chi scrive, infatti, ha avuto la sensazione che a volte, dinanzi all’universo che gli crolla addosso, il protagonista affronti e sprezzi il Male con troppa facilità. Forse è eccessiva pignoleria, ma so che sarebbe inutile travestirsi da buoni samaritani e dispensare lodi incondizionate solo perché il direttore dell’orchestra è un amico.
Non si tratta di un difetto, ma di un’osservazione, perché Daniele Bonfanti ha volutamente preferito privarsi di una maggiore digressione psicologica con lo scopo di non far mai calare un ritmo sempre serrato e avvolgente. Per questo lo si amerà o lo si odierà, ma di certo non lascerà indifferenti.
A scanso di equivoci, Melodia non ne soffre, e la lettura non ne risulta mai rovinata od ostacolata. Il romanzo va amato per la trama tortuosa e per la potenza letteraria con cui Daniele Bonfanti sa mantenere un equilibrio narrativo nell’impressionante mole di informazioni, eventi, personaggi, miti e leggende che si riuniscono nell’impensabile epilogo. È quanto serve e quanto basta per rimanerne appagati. Tanto da invocare il bis.
E possiamo essere fiduciosi: l’horror italiano c’è, è di qualità, e lo sa bene l’agguerrita Edizioni XII, oasi benvoluta nel panorama editoriale tricolore – garantisce Danilo Arona, che ha curato la postfazione di Melodia.
Consigliato.
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