Libri > Recensioni > Dopo il lampo bianco, di Silvio Bernelli, edito da Agenzia X nel 2012 al prezzo di 11,90 euro. Leggi la trama.
Ti capita tra le mani Dopo il lampo bianco di Silvio Bernelli, edito da Agenzia X. Guardi il libro. Ha uno strano disegno di copertina (intrigante, bello, ma chissà cosa significa?) e l'autore ha lo stesso nome di Berlusconi: eccoli qui, in anteprima, i tuoi primi pensieri. Puoi fermarti a queste profonde valutazioni bibliologiche e rimanere identico a stamattina, quando ti sei alzato dal letto. Oppure, puoi sederti e leggere le prime tre pagine.
Perché le tue alternative sono solo queste due.
Sì perché, quando verrai a sapere che quello che per te era solo un omonimo del Cavaliere è uno scrittore torinese con un passato da musicista punk che stava visitando la Thailandia, nel frattempo avrai udito il suo corpo dilaniato raschiare l'asfalto di una strada sconosciuta, avrai visto un cerchio attonito di occhi a mandorla riflettersi in una pozza del suo sangue, avrai persino sentito un odore torrido e sintetico fuoriuscire dagli pneumatici di un camion che ha inchiodato troppo tardi.
Di più: non penserai ancora al protagonista di questo romanzo (autobiografico), alla sua realtà di persona e di scrittore, che già avrai letto le parole dello psicologo Daniel L. Schacter e di Rebecca Solnit, avrai riflettuto sulle osservazioni del filosofo William James e ascoltato le indagini della ricercatrice Vanna Axia su come la mente umana reagisce di fronte a un trauma. A quel punto, schiacciato sull'asfalto di una strada di Ayuthaya ci sarai tu, e solo un intervento chirurgico di emergenza potrà tenerti in vita.
Questo libro parla di un tragico incidente e di ciò che segue.
Fa ben altro, in realtà: indaga i meccanismi celati nel profondo di chi vive un trauma ed esamina con una lente d'ingrandimento le tracce lasciate da simili esperienze.
Una via di mezzo tra cronaca e saggio, si potrebbe dire. A me sorge spontaneo paragonare Dopo il lampo bianco a un'esperienza di Augmented reality, in cui informazioni di decodifica e contestualizzazione concorrono a fare il punto di una situazione che, particolare e specifica solo in apparenza, si rivela in tutta la sua drammatica universalità. Siamo tutti Silvio Bernelli investito da un camion ad Ayuthaya, in attesa di soccorsi che forse non arriveranno in tempo.
Nessuno spoiler sul prosieguo della vicenda, tranne per un singolo fatto autoevidente: Silvio è sopravvissuto e ha scritto questo libro.
Autoevidente sì, ma non scontato. La forza richiesta da una simile operazione è qualcosa che travalica il normale, e la lucidità con cui viene svolta ha quasi del sovrumano. Ma raccontare quel trauma è in sé un atto profondamente umano, che non sfugge all'inclusione nel testo stesso e al conseguente esame dell'Augmented Bernelli, un'operazione che forse i più accademici definirebbero "metaletteraria".
"La necessità di trovare un senso a ciò che si è vissuto e a ciò si sta vivendo si trasforma in narrazione. Un’arte che accompagna l’uomo fin dai racconti attorno al fuoco del bivacco, e che è di per sé consolatoria (...) La capacità di ricostruire il proprio passato come una narrazione è secondo Iona Heath la chiave per una morte meno traumatica e infelice." (Dopo il lampo bianco, p.100)
Ed è proprio questo che Bernelli fa con Dopo il lampo bianco. Psicologo di se stesso, sta studiando la morte ad alta voce, la racconta in un coraggioso atto di catarsi. Con guadagno tanto suo quanto tuo, perché il risultato è uno di quei libri che prima ti obbligano a riflettere e poi ti rimangono nella pelle, di quelli che almeno un poco cambiano il tuo modo di vedere il mondo.
Nondimeno è un libro di speranza e di vita, perché Silvio è tornato dalla Thailandia e le sue parole trasudano tenacia, ottimismo e intelligenza. Fagli complimenti e auguri, dunque: sopravvivere vuol dire portare cicatrici sul corpo e nella mente, ma raccontare la propria (quasi) morte in un libro significa meritarsi davvero l'opportunità di un grande sequel.
Dentro la letteratura e anche fuori.
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