Libri > Recensioni > Black Tea and other tales, di Samuel Marolla, edito da Mezzotints Ebook nel 2013 al prezzo di 1,99 euro. Leggi la trama.
Quando nel 2009 lessi la prima raccolta di Samuel Marolla, Malarazza (Mondadori), ebbi subito l’impressione di essermi imbattuto in una vera e propria promessa. Tant’è vero che, ricordo, volli scrivergli una e-mail per complimentarmi. Due anni dopo, La mezzanotte del secolo (Edizioni XII) mi confermò che quella promessa era stata ampiamente mantenuta.
Marolla si conferma oggi fra i più interessanti esponenti della scena narrativa horror italiana. E con questo splendido e-book in lingua inglese, Black Tea and Other Tales, l’attivissima Mezzotints Ebooks di Alessandro Manzetti lancia anche sul mercato internazionale un autore capace di manipolare e plasmare l’Incubo, e di intrattenere il lettore con una destrezza che sorprende.
Black Tea - il primo dei tre racconti che compongono questo gioiellino, già compreso in Malarazza - ci trascina in una dimensione claustrofobica, malsana e decisamente paurosa per presentarci una perturbante, anziana signora che imprigiona vittime inconsapevoli nella sua decadente abitazione. Chi è? E cosa vuole? Lascio al lettore, naturalmente, il gusto di scoprire l’intreccio narrativo, avvisandolo che non dimenticherà facilmente il dedalico inferno in cui si aggirano i personaggi, prede e predatori intrappolati in una vera e propria architettura del delirio.
Con Crocodiles (ancora da Malarazza) ci addentriamo poi nel disperante tunnel di un supernatural noir a base di bevande portentose, premonizioni e tanta, tanta morte, tunnel in fondo al quale non si scorge però mai un bagliore, mai un sentore di redenzione. L’ombra del miglior Robert Bloch aleggia sogghignando fra le righe.
Si chiude con The Janara, imperniato su una stregonesca figura appartenente al più tetro folklore campano. Vittima di una maledizione, un ragazzino deve affrontare questo incubo vivente cercando di sopravvivere alla persecuzione che da anni non gli dà requie…
Marolla dipana scenari che fin dall’inizio, dietro un’apparente ordinarietà, trasudano inquietudine, e in essi edifica le sue storie in una sorta di neoespressionismo narrativo. Tutto appare malato. Tutto scivola, inesorabilmente, verso la rovina.
I suoi ambienti – la sua Milano, soprattutto – si piegano e si deformano sotto la forza incontrastabile di nascoste, venefiche forze arcane. E come accadeva per le lovecraftiane Arkham o Innsmouth o Dunwich, le stesse scenografie sono elementi attivi che partecipano all’evocazione del Male.
Non c’è salvezza, nelle storie di Marolla. I suoi personaggi si aggirano - smarriti, attoniti, disperati - nelle tenebre che di dipanano funeste attraverso le fessure aperte fra il nostro piccolo mondo e l’inconoscibile universo governato da un Ignoto destinato a inghiottirci. Leggere i suoi racconti, per chi ama farsi pungolare stomaco e anima, è un piacere di cui non ci si deve privare.
Assolutamente di prim’ordine, per inciso, la prefazione, firmata dall’americano Gene O’Neill, vincitore di un Bram Stoker Award nel 2010.
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