Libri > Recensioni > L'orrore dietro l'angolo, di Autori Vari, edito da Magnetica Edizioni nel 2007 al prezzo di 10.00 euro. Leggi la trama.
L’Orrore dietro l’Angolo è un libro edito da Magnetica Edizioni in collaborazione col sito internet Scheletri.com e propone ai suoi lettori un roster di autori e brevi racconti selezionati attraverso un concorso letterario svoltosi qualche mese fa.
Recensisco il volume solo ora, in colpevole ritardo, quando ormai del volume on line si è già parlato molto (sia attraverso le recensioni che le polemiche) e tutti i temi a esso legato sono stati abbondantemente sviscerati.
Ma prima di continuare con la recensione una domanda: i libri sono tutti uguali? Comperare l’ultimo romanzo di Stephen King o il settimo volume di Harry Potter o il romanzo fresco di stampa di un autore sconosciuto è la stesa cosa? Abbiamo le stesse aspettative a riguardo?
Credo di no.
Si può comperare l’ultimo libro dell’autore noto per “ritrovare un vecchio amico” che si segue da decenni e che in passato ci ha saputo regalare grandi emozioni (King), si può comperare il libro finale di una saga che ci sta tenendo in piacevole tensione da anni e della quale non vediamo l’ora di conoscere il finale (Harry Potter), si può comperare un libro perché ce lo sbattono davanti agli occhi con decine e decine di copie ben impilate in libreria, si può comperare un libro perché si sta per partire per le vacanze al mare e ci serve qualcosa, qualsiasi cosa, da leggere, si può comperare un libro perché ce l’hanno consigliato, o perché siamo disposti a rischiare di investire dei soldi su un autore esordiente, nella speranza di trovare una voce nuova in grado di far vibrare il nostro cuore letterario, e via dicendo.
Un discorso simile lo si può fare per le case editrici.
Dire Mondadori e dire Dario Flaccovio Editore è la stessa cosa? Dire Fanucci e dire Marsilio è la stessa cosa? Einaudi e Larcher Editore? Hobby&Work e Ferrara Edizioni?
Ovviamente no.
Ci sono i colossi editoriali, le medio-piccole case editrici stra-professionali, le case editrici a pagamento, le case editrici a conduzione familiare, i one-man-project e così via. La distribuzione, i budget, il bacino di autori, le speranze e il numero dei lettori di queste entità editoriali sono enormemente differenti tra loro.
E di fronte a questa varietà di aspetti che atteggiamento dovrebbe tenere chi scrive recensioni? E i lettori che vogliono esporre le loro impressioni sul libro appena letto?
Dipende dal fine che vogliamo raggiungere con nostro intervento.
Vogliamo fare pubblicità? Vogliamo consigliare? Vogliamo gridare allo scandalo? Lamentarci? Elogiare? Vogliamo essere costruttivi? Polemici? Vogliamo gridare al mondo la nostra frustrazione? Sorprendere mostrando un capolavoro?
A LaTelaNera.com abbiamo un approccio alle recensioni MOLTO vicino a quella degli autori giovani/aspiranti/esordienti e a quella dei piccoli, piccolissimi editori.
Perché nessuno nasce imparato, e Roma mica l’han fatta in un giorno.
Ci avviciniamo alle produzioni letterarie con aspettative, finalità e un metro di giudizio di volta in volta differenti, tendendo a elogiare e incoraggiare le piccole realtà che dimostrano di avere la volontà, la costanza, lo spirito di sacrificio/investimento e il talento per (un giorno) arrivare a nuotare nello stesso mare in cui nuotano i vari King e le varie Mondadori. Allo stesso modo tendiamo a criticare quelle realtà di una certa grandezza (ricche e consolidate) che si stanno allontanando dalla “retta via”, producendo materiali non più all’altezza della loro fama o di gran lunga inferiori alle attese.
Facciamo bene? Facciamo male? Non sta a me dirlo.
Quello che è importante è che chi legge le nostre recensioni abbia una mentalità “reattiva” per comprendere le differenti situazioni e sposti l’asse delle sue aspettative anche sulla base di queste nostre coordinate (del tutto personali).
E tornando alla (spinosa) questione iniziale: com’è questo L’Orrore dietro l’Angolo?
Ovvero, cosa è lecito aspettarci da un prodotto scritto da aspiranti scrittori sulla base di un concorso letterario ed edito da una giovanissima casa editrice?
Ho avuto il piacere in un passato recente di curare due raccolte di aspiranti autori (e per “aspiranti autori” intendo autori di ogni età che ancora devono pubblicare per una casa editrice di una certa grandezza e fama) per due piccole case editrici raccogliendo il materiale grazie a dei concorsi letterari, quindi conosco quello di cui sto parlando.
E personalmente mi aspetto poco.
Mi aspetto poco perché, abituato alle produzioni di GROSSE case editrici, so che una piccolissima e giovane casa editrice semplicemente non ha i mezzi per produrre qualcosa che sia allo stesso livello di una BIG.
Una grande casa editrice ha i soldi (tanti soldi) per pagare grafici, impaginatori, copertinisti, correttori di bozze, bravi editor, materiali e tipografia di serie A. Una grande casa editrice suddivide il lavoro tra tanti professionisti e ha a disposizione una valanga di ore-lavoro per finalizzare il proprio prodotto.
Lo stesso non si può dire delle piccole case editrici.
Una grande casa editrice reperisce i propri autori attraverso poche (e selezionate) agenzie letterarie, importando dall’estero quelli di maggior successo, o tramite una propria ragnatela di conoscenze/amicizie/canali di settore.
Le piccole case editrici si devono spessissimo accontentare di quello che arriva loro via posta, e chi ci lavora sa bene che il 90% più di quello che arriva (e che comunque si DEVE trovare il tempo per leggere) è spazzatura.
Quindi da una piccola casa editrice mi aspetto imperfezioni, refusi, scelte poco azzeccate di grafica e illustrazioni, stampa e materiali di bassa qualità, criteri di selezione dei materiali a maglie troppo larghe, testi che avrebbero bisogno di un buon editor, autori acerbi alle prese con l’apprendimento del mestiere.
Qualcuno potrebbe chiedersi: ma perché allora leggere e comperare prodotti di piccole case editrici?
Per lo stesso motivo che spinge milioni di persone ogni fine settimana ad assistere alle partite di campionati inferiori di calcio, basket, rugby, pallavolo e via dicendo.
Perché le emozioni non nascono solo sui campi dei campionati maggiori, e perché ogni campione in passato è stato un gioiello grezzo e impacciato, che è stata una vera gioia scoprire, tutelare, valorizzare e far crescere.
In campo letterario c’è anche di più.
C’è la sorpresa nel vedere smentite le proprie aspettative. La meraviglia nello scoprire che il tal volume prodotto dalla tal piccola casa editrice è invece ben fatto e confezionato, ricco di belle storie create con cura da autori sconosciuti ma dotati e preparati.
L’Orrore dietro l’Angolo nasce da una iniziativa lodevole: un concorso gratuito di narrativa che premiava i vincitori con la pubblicazione dei loro racconti in una raccolta, senza spesa alcuna per i selezionati e una copia gratuita della stessa.
Iniziative del genere sono da premiare e applaudire a prescindere. Quante case editrici hanno il coraggio di organizzare lo stesso tipo di operazione, senza garanzia alcuna di rientrare nei costi di stampa della raccolta? Non molte credo.
Quello che ne è uscito è un prodotto che possiede tutti gli elementi (positivi e negativi) citati in precedenza ed elencati nelle recensioni (e nelle discussioni nate a seguito delle recensioni) apparse on line: qualche refuso, un paio di problemi di impaginazione, una copertina affascinante ma “troppo scura”, l’utilizzo (a volte azzeccato, a volte no) di immagini per arricchire/decorare il volume, la mancanza di una prefazione e di una presentazione degli autori. I racconti sono molto eterogenei, uniti però dal loro essere immediatamente riconoscibili come “italici”, e di forma/livello/contenuto variabile.
Ci sono autori più avanti degli altri nel loro percorso di crescita narrativa e altri più acerbi, ci sono autori più smaliziati e altri meno, ci sono storie molto particolari e altri più sul “già letto”, soprattutto ci sono storie veramente horror e coraggiose, con temi e situazioni che difficilmente avrebbero trovato spazio sulle produzioni (spesso “caute”) di una grossa casa editrice.
Fare nomi o citare titoli sarebbe inutile quanto controproducente: queste storie vanno lette di persona per poter essere giudicate. E ogni lettore, ne sono certo, troverà almeno due o tre storie di suo gradimento, scritta da un autore/autrice del/della quale farà bene ad appuntarsi il nome per tornare a seguire le sue tracce in futuro, su altre raccolte o romanzi che avranno il suo nome in copertina.
Perché c’è sicuramente del talento in mezzo a questi autori, e solo il tempo ci dirà dove sarà cresciuto sano e forte: non è certo basandosi su un solo racconto (limitato poi da un numero di battute decisamente basso) che si può giudicare un giovane autore.
Sparare a zero su una raccolta simile è sciocco. Dire “fa schifo” (commento da parte di un lettore su horror.it) o “questa antologia è la riprova che nel sottobosco dei siti di scrittura creativa horror stanno crescendo solo erbacce” (commento su ibs.it) è solo una sterile provocazione.
È altresì sciocco da parte degli autori che l’hanno difeso pensare che L’Orrore dietro l’Angolo sia il migliore dei libri possibili, con racconti di medio-alta qualità e scrittori “tutti bravi”, un volume che potrebbe legittimamente “gareggiare” contro produzioni di autori e case editrici di prima grandezza.
Sono posizioni estreme e opposte, ugualmente errate.
Ma è normale che un giovane autore si senta bravo, così come è giustificato lo sfogo di un lettore “qualsiasi” che si aspetta comunque da qualsiasi libro la stessa qualità che trova nelle produzioni di grossi autori e grosse case editrici.
E quindi?
Non facciamoci illusioni: a meno di qualche miracolo L’Orrore dietro l’Angolo non venderà più di 500 copie at best, gran parte delle quali acquistate dagli stessi autori o dai loro amici o più stretti collaboratori. Verranno piazzate copie nel corso di eventuali presentazioni dell’opera, qualcuno la acquisterà su internet presso la casa editrice. Addetti ai lavori e i più affamati tra gli appassionati horror avranno la loro fetta.
Ma diciamo le cose come stanno: questi numeri “scarsi” non hanno nulla a che vedere con la qualità dell’opera o con i giudizi dati nelle recensioni. L’Orrore dietro l’Angolo venderà al massimo 500 copie perché tale è “il giro” che possono arrivare a toccare le produzioni delle piccolissime case editrici (con qualche eccezione, per fortuna). Con i normali canali distributivi chiusi (quanti di voi conoscono veramente i numeri che una casa editrice deve fare per poter aspirare a una distribuzione seria?) e il popolo di lettori appassionati di interessato esclusivamente ai “soliti nomi” o a produzioni (spesso di quanto meno dubbia qualità) di grosse case editrici, questo sembrerebbe essere il triste destino di questo genere di pubblicazioni.
Dobbiamo TUTTI essere completamente onesti in questa faccenda.
Gli autori, che devono sapersi criticare con più distacco e oggettività, e tornare/continuare a lavorare sulla loro scrittura per migliorare.
La casa editrice, che nelle future sue produzioni dovrà limare quelle piccole imperfezioni che sono state fatte notare da più parti in questo libro.
Coloro che postano i loro pareri sui forum e sui siti, che dovrebbero criticare in maniera più costruttiva, magari spiegando in dettaglio cosa non hanno gradito del libro letto.
Tutti coloro che acquistano libri “di genere” horror/giallo, che dovrebbero sostenere maggiormente “il vivaio” di piccole case editrici e giovani autori che provano a farsi largo nel mare magnum dell’editoria italiana. Perché l’ultimo libro di King (o l’ennesimo romanzo su zombi e vampiri) lo si può trovare anche in biblioteca, gratis, mentre le piccole case editrici e i giovani autori spariranno se non godono dell’appoggio dei lettori.
I siti internet che recensiscono tali piccole produzioni, che dovrebbero mettere comunque bene in chiaro la realtà in cui si muovono tali prodotti così da far capire meglio ai potenziali lettori in che cosa potrebbero incappare comperando questo o quel libro.
Facciamoci coraggio e rimbocchiamoci le maniche.
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