Libri > Recensioni > Mary Terror, di Robert R. McCammon, edito da Gargoyle Books nel 2010 al prezzo di 16 euro. Leggi la trama.
Robert R. McCammon è autore in grado di raccontare l’Orrore nelle sue declinazioni più svariate: da lupi-mannari-agenti-segreti a vampiri e demoni ancestrali, fino alla sua incarnazione più realistica e impegnata, come nel caso di questo Mary Terror.
Qui l’Orrore è manifesto e si dimena nel cervello di una donna spaventosamente sola – in ogni senso. E McCammon dimostra di essere davvero scrittore di razza nel dipingere il mondo attraverso la focalizzazione interna su Mary – laddove troppo spesso i tentativi di focalizzazione su mente malata si risolvono in banali deragliamenti stilistici.
McCammon invece è lucidissimo, e non concede spazio a nulla: non c’è giustificazione, né accusa. Ma Mary è senza alcun dubbio una vittima, vittima del lato oscuro e meno pubblicizzato di quegli anni di rivolta. E vedere la storia attraverso gli occhi di una vittima porta inevitabilmente a un certo livello di empatizzazione.
Tuttavia non si può giungere a desiderare la redenzione di Mary (è troppo, troppo tardi), quindi non si può che tentare inconsciamente di accettare quello che sta facendo – ma quello che sta facendo è inaccettabile, il lettore lo sa bene, e si rende conto che il suo senso del giusto vacilla.
E dall’altra parte la rivale di Mary, la vera madre del bambino, Laura: Laura che fa donazioni alle Associazioni per l’assistenza ai senzatetto, che vive in una bella casa con l’allarme inserito e la musica di Chopin, Laura che gli anni Sessanta li vede come tragici, non romantici, come l’agonia di una civiltà: e non ha più senso, allora, combattere il – quale? – sistema. Laura è cresciuta. E allora il bambino – la nascita – diventa simbolo di una ragione di vita, di un senso per entrambe le donne, di una possibilità, forse l’ultima, di futuro.
Mary Terror è, come i migliori libri, molte storie in una. Potete leggerlo come angosciante thriller sul rapimento di un bambino da parte di una pazza criminale, con cadaveri, granate e proiettili che volano; ma anche come romanzo sociale che dipinge in maniera spietata lo scontro tra due Zeitgeist: quello dei focosi e appassionati anni Sessanta e quello patinato, lustro e mitopoietico a tutti i costi degli Ottanta, che assimilano e ribaltano le stesse persone di allora, che sostituiscono come per un gioco di prestigio gli hippie che inneggiano a un mondo di fratellanza con gli yuppie il cui unico cardine valoriale è il denaro.
Ma soprattutto Mary Terror è una storia di sogni: sogni individuali che diventano incubi (con una facilità spiazzante quando i sistemi di riferimento attorno a te cambiano senza che tu li possa controllare) e sogni collettivi che semplicemente muoiono.
|