Libri > Recensioni > Gli archivi di Dracula, di Raymond Rudorff, edito da Gargoyle Books nel 2010 al prezzo di 13,50 euro. Leggi la trama.
Dal Dracula di Bram Stoker, uscito nel 1897, sono derivati un numero incalcolabile di rifacimenti, rappresentazioni, opere derivate in ogni genere di media, sequel, spin-off, cloni, e via dicendo. Tuttavia, nessuno si era preso la briga di andare a scavare negli antefatti della celeberrima avventura transilvana di Harker, Mina e Van Helsing contro il terribile Vlad Dracul.
Ci ha pensato Raymond Rudorff – personaggio misterioso e sfuggente quasi a suggerire di essere lui stesso una creatura della notte – a colmare questa lacuna, confezionando un vero e proprio prequel con Gli archivi di Dracula, un romanzo del 1972 alla sua prima edizione italiana.
Un’opera interessante e particolare, che fa propri i canoni del romanzo di Stoker pur senza generare un apocrifo: se viene riproposta l’affascinante formula del romanzo epistolare (tanto sottovalutata ai nostri giorni quanto, a mio avviso, formidabile e avvincente mezzo di narrazione), molte sono anche le differenze stilistiche e strutturali che conferiscono al libro una personalità propria.
Personaggi differenti (alcuni rispecchiano da vicino i protagonisti di Dracula) si trovano invischiati in una vicenda legata alla stirpe vampirica di Dracula; si scopriranno i legami (di sangue, ovvio) che legano questa casata a quella della famigerata contessa Bathory, che ha nella saga un ruolo fondamentale; e molto altro, in una rielaborazione storica accurata e ben documentata, dove il gioco equilibristico tra fiction e realtà è gestito pregevolmente.
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