Libri > Recensioni > Repetita, di Marilù Oliva, edito da Perdisa Pop nel 2009 al prezzo di 14 euro. Leggi la trama.
Scrittura che definirei scultorea, quella di Marilù Oliva: capace di dare tridimensionalità, spessore, plasticità e senso del moto, tale da dare la sensazione di poter toccare scene e personaggi. E allo stesso tempo molto dura, solida, pulita e levigata di tutto ciò che è superfluo.
Uno stile aggressivo, ma capace di andare in profondità a scavare in abissi della mente tutt’altro che confortanti o predigeriti – come nella stragrande maggioranza della letteratura thriller-noir, dove lo stereotipo è sempre dietro l’angolo. Non è certo questo il caso di Lorenzo Cerè, straordinario protagonista, voce narrante, e nucleo centrale di Repetita.
La costruzione del personaggio è eccellente.
"A Lorenzo è più facile pensare come a un serial killer realmente esistito che al frutto dell’inventiva dell’autrice", afferma infatti l’esperto di serial killer Giuseppe Pastore.
Cerè è un personaggio che colpisce, e che nonostante ciò che compie riesce a piacere, si riesce a riconoscere in lui propri torti subiti, è molto seducente. Molto del suo fascino deriva dal tormento, quello di un uomo maledetto da nevrosi che rendono la sua vita insopportabile, perseguitato dalla propria storia personale fatta di soprusi e abusi subiti in infanzia, rifugiato nel sesso vissuto come antidolorifico e senza minima relazione umana con la donna-oggetto, guidato dalla passione e profonda conoscenza per la Storia, deragliato su un percorso di omicidio seriale metodico, lucidissimo e organizzato in cui la Storia stessa confluisce fino a divenire spunto e ispirazione per i suoi delitti.
La sua reazione all’incontro con una nuova, bella, psichiatra è qualcosa che non era per lui prevedibile, e sconvolge i binari che da un passato tanto ben conosciuto sembrano portare a un futuro ineluttabile.
È possibile cambiare percorso?
È possibile per la Storia smettere di ripetersi, di proseguire su questi binari inesorabili?
È possibile la redenzione per Lorenzo, ha possibilità di scegliere oppure il suo destino è segnato dal suo passato?
E lo stesso vale forse per tutti gli uomini, intesi come singoli e come collettività? È davvero parte della natura umana – come la Storia pare mostrare – uccidere e sopraffare, oppure esiste una via d’uscita?
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