Libri > Recensioni > La ferocia del coniglio, di Edoardo Montolli, edito da Hobby & Work nel 2007 al prezzo di 17.00 euro. Leggi la trama.
In una Milano all’apice del proprio degrado metropolitano, il commissario del Musocco De Nigris, anziano sbirro old style, duro, irascibile e depresso, viene chiamato a indagare controvoglia sul caso di Alfredo Carruba, un bambino svanito nel nulla mentre si recava a scuola. Sconvolto da un’altra scomparsa, quella dell’ex moglie Stefania Ricci, a cui il commissario è ancora molto legato, De Nigris chiede aiuto a Manuel Montero, ex cronista di nera ed ex alcolizzato, riciclatosi come detective privato, altro personaggio deteriorato dal contesto fetido in cui ha scelto di vivere e lavorare.
Per soldi, Montero accetta l’incarico di De Nigris e si mette subito al lavoro, convinto che la sparizione di Stefania non è altro che una fuga d’amore su spiagge dorate insieme al suo attuale convivente, il conte Augusto Paolo Della Rocca, facoltoso antiquario ligure.
Grazie ad alcuni amici fidati, ben inseriti nel contesto malavitoso dell’hinterland milanese, il biscaiolo Giuseppe “Giuda” de Angelis e il ladro d’antiquariato Fransuà, Montero rintraccia la villa del nobile a Chiavari e qui si reca, nottetempo, nella speranza di risolvere il mistero della sparizione di Stefania.
Ma le cose si mettono subito male. Montero scopre il cadavere del conte, orribilmente assassinato, e l’agenda di questi, da cui salta subito all’occhio del detective un appuntamento frettolosamente annullato da Della Rocca con Lou Ciphre, noto regista di porno movie estremi.
Da questo momento, il romanzo diventa un infernale tourbillon: pedofilia, prostituzione, bondage in apnea, club privè di scambisti, infami cliniche private che forniscono vittime per terrificanti snuff movie, medici depravati, zingari rom senza scrupoli, strozzini, ex criminali nazisti, associazioni anti-pedofilia che sono il contrario di quello che sembrano e tanta, tanta altra merda infarcita di cadaveri, fino alla soluzione dell’intrigo: incredibile, impossibile, il Colpo di Scena tra gli infiniti colpi di scena che ci regala La Ferocia del Coniglio...
Il modo ideale per immergersi nella lettura di questo romanzo sarebbe quello di indossare un paio di guanti protettivi, tanto è sordido e infetto! Ogni pagina è un bubbone virulento, che esplode riversando l’abbondante pus nella pagina successiva.
Ogni capitolo nasconde croste necrotiche, che una volta rimosse rivelano autentiche enclavi di vermi famelici. Attraverso le dita che sfogliano il libro, piano piano, una patina nera scivola dentro e avvolge l’anima, ungendola e cancellando ogni speranza di misericordia, di redenzione. Perché il Male che permea questo libro, per dirla con uno dei suoi personaggi più luciferini, è “...il male per il male. Non c’è nessun motivo trascendente perché la gente lo voglia o lo chieda. È il male il loro stesso premio. Lo cercano, lo desiderano, lo fanno. Senza altri fini”.
La ferocia del coniglio è un giallo sporchissimo di noir, scritto con una bravura e una tecnica degna dei maestri anglo/americani del genere, e con una perfidia senza eguali!
Sarà vero ciò che dice Andrea G. Pinketts di Edoardo Montolli, giornalista e scrittore di reportage-shock, profondo conoscitore di crimine (ne ha scritto per anni sulle più disparate riviste di genere, compresa la pulp italiana per eccellenza, Cronaca Vera, e dirige la collana Yahoopolis per Aliberti Editore), e cioè che “...fuma sigarette allo zolfo e se le accende con i lanciafiamme...”?
Io sarei pronto a scommettere di sì…
|