Libri > Recensioni > L'ombra del commissario Sensi, di Susanna Raule, edito da Salani Editore nel 2011 al prezzo di 14,80 euro. Leggi la trama.
L'ombra del commissario Sensi è il primo pubblicato tra i romanzi vincitori del mega-torneo IoScrittore indetto l’anno scorso dal gruppo Mauri-Spagnol, che ha visto in gara ben 1.500 scrittori esordienti ed emergenti. La trentenne Susanna Raule è una psicologa con un passato nel mondo del fumetto, e ciò si nota chiaramente nel suo libro.
Atmosfere, scene e personaggi richiamano appunto il sapore di una striscia, e pure la trovata che regge il libro sembra più adatta a essere visualizzata per immagini che descritta sulla carta. Difficile non notare le molteplici influenze che hanno generato il personaggio del commissario Sensi, prima fra tutte l'investigatore dell'incubo Dylan Dog.
Ermanno Sensi non è decisamente il commissario che ci si aspetterebbe di trovare in un libro. Benché non più tanto giovane sembra ancora un ragazzo, si veste come un dark, è un solitario sempre cupo e triste, e oltretutto non è neppure particolarmente abile nel suo mestiere. Come ha fatto allora a diventare commissario? Si scoprirà, si scoprirà.
Dovendo trattare un macabro caso di teste mozzate, il nostro Sensi prende molto alla leggera le indagini, preferendo intrattenere un’intima relazione con la principale testimone, una ragazzina che ha la metà dei suoi anni. Mentre intorno a lui le teste mozzate si moltiplicano, diventa sempre più evidente che la sua nuova fiamma non può essere solo una semplice testimone.
Ciò che è innovativo e vincente in questo libro è proprio l’ombra del commissario Sensi. Perché ciò che il commissario non è in grado di fare, alla sua ombra viene fin troppo facile. Ed ecco così che sarà la sua ombra, un’ombra molto particolare, a trovare l’assassino in quattro e quattr’otto.
L’ombra del commissario Sensi è un romanzo pregevole per molti aspetti, ma che purtroppo non è esente da difetti. Dalla sua ha una scrittura semplice, scattante, molto piacevole, una trama vivace che non annoia mai, ottimi dialoghi e personaggi simpatici, anche se un po’ bidimensionali.
Di contro, però, la trama è affetta da problemi strutturali.
Innanzi tutto la trovata su cui si basa la storia è troppo rimandata, fino a cinquanta pagine dal finale, quindi si esaurisce troppo in fretta, dopo tanta aspettativa. La logica, poi, porta il lettore a chiedersi perché il commissario abbia atteso così tanto a tirar fuori il suo asso nella manica, mentre intorno a lui la gente non faceva che perdere la testa e la sua bella era sempre più minacciata.
Altro difetto piuttosto evidente è l’aver costruito il libro come una caccia all’assassino, salvo poi considerarlo un punto secondario della storia, rispetto alle strabilianti capacità del commissario. Perché non si può negare che scoprire il nome dell’assassino un po’ delude, e ancora di più il movente che l’ha spinto ad agire, piuttosto contorto e per niente logico, rapportato a chi in effetti ha ucciso e stava per uccidere (di più non dico per non rovinare la sorpresa).
L’ombra del commissario Sensi è un ottimo romanzo d’esordio, basato su una storia originale e ben scritto, senza però riuscire a essere un capolavoro, perché non esente da difetti. Con la Raule è stata premiata una scrittura moderna, vivace, più improntata a mantenere sveglia l’attenzione del lettore che sulla solidità della trama. Il connubio tra giallo classico e horror sorprende e tutto sommato non delude. Di certo il commissario Sensi farà ancora parlare di sé.
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